Malvagi d’Italia. I fatti e i personaggi più sconvolgenti della nostra storia
- Autore: Massimo Centini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Gremese
- Anno di pubblicazione: 2014
“(…) ogni dodici secondi viene commesso un reato. Ogni diciotto ore un omicidio; ogni dodici minuti una rapina; ogni dieci minuti vengono inflitte lesioni dolose; ogni due minuti qualcuno provoca dei danneggiamenti volontari; ogni venti secondi viene commesso un furto…”
Numeri da Venezuela a mano armata? Toglietevelo dalla testa, le cifre sono tutte nostre, riferiscono dell’Italia che delinque: per afflizione, missione, vocazione, dna, ma delinque. Da che nazione è stata nazione. A scorrere l’excursus dell’esegeta del crimine tricolore - l’antropologo Massimo Centini in “Malvagi d’Italia. I fatti e i personaggi più sconvolgenti della nostra storia” (L’Airone, 2014) - c’è di che stare in campana e/o, secondo quelli malati di far West, avere una Smith & Wesson sempre a portata di mano.
Dai supplizi della croce nella Roma efferata di Marco Licinio Crasso (114-53 a. Cristo) agli assassini in nome di Satana (gli omicidi recenti di Chiavenna e Somma lombardo) la scia di sangue è senza soluzione di continuità e taglia in due la nera di ieri e di oggi. “Malvagi d’Italia” è dunque un campo lungo con Mr. Hyde autarchici e le loro malefatte, un’indagine parcellizzata nel tempo e nello spazio, condotta senza prurigini da pomeriggio tv e col taglio discorsivo dello studioso.
Attento - per esempio - a destituire dallo statuto esorcistico di “alterità” (o di “mostruosità”, se preferite) il delinquente. Una presa di distanza tanto perniciosa quanto "di comodo" (il cattivo è sempre il diverso da me), una scorciatoia rassicurante, spesso assolutoria, quanto invece la storia si ostina a dimostrare, sempre e comunque, l’arendtiana banalità del male, la sua perturbante prossimità col nostro mondo (i malvagi d’Italia sono spesso e volentieri apparentemente innocui vicini di casa, il padre di famiglia, il timido travet che saluta defilato, i compagni di classe di nostro figlio). Come in una sorta di compendiario alto e basso dell’orrore (persino quello operato nei confronti degli animali), in "Malvagi d’Italia" si susseguono i volti degli eroi negativi che hanno invaso media e parte della nostra vicenda minima & crudele.
Pagina dopo pagina, nel lungo elenco redatto da Centini, figurano in orridissima mostra Papa Stefano VI e le sue aberranti fantasie di morte; Giorgio Orsolano, la così detta “iena di San Giorgio”; il “vampiro” Vincenzo Verzeni; Leonarda Cianciulli, la famigerata “saponificatrice di Correggio”; e poi ancora il mostro di Firenze e quello “del Circeo”, Unabomber, la banda della “Uno bianca”, i coniugi-assassini del massacro di Erba, Rosa Bazzi e Olindo Romano, e via discettando, tra biografia minima e cronistoria criminale.
Senza attestazioni ansiogene né tentazioni ammonitorie, con la fredda (e accattivante) asetticità che si deve al lavoro di estrazione antropologica. Ci sarebbe anche da dire che le crime story possono fare a meno del glamour e del morboso che spesso le ammanta: a leggere bene tra testo e sottotesto di questa genealogia del crimine secondo Centini, la realtà supera spesso e volentieri la fantasia, la cronaca nuda e cruda quella declinata splatter delle tv e della pulp fiction.
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