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Recensioni di libri

Lo strument di Stefano Sicardi

Araba Fenice, 2019 - Un libro che affonda le radici in un tempo lontano, dove il notaio era la figura di riferimento per derimere liti, odi, rancori che sorgevano in seno alle famiglie per questioni di eredità, di terreni e di immobili.

Ornella Donna
Ornella Donna Pubblicato il 27-11-2019

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Lo strument

Lo strument

  • Autore: Stefano Sicardi
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2019

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Stefano Sicardi è stato professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università degli studi di Torino ed è autore di numerosi saggi. Oggi esordisce nel campo della narrativa con Lo strument (Araba Fenice, 2019), che ha un sottotitolo significativo: Romanzo piemontese. Certamente traspare dal testo una profonda conoscenza del territorio in cui il romanzo si svolge, delle persone che ci vivono, insomma della realtà di provincia suddetta.

Lo strument è in piemontese il corrispettivo dell’atto notarile con cui si andava a registrare ogni tipo di compravendita, sia di terreni che di immobili. In particolare si riferiva in specie ai terreni. Per giungere alla costituzione e all’essere di questo rogito spesso si verificavano scontri, liti, odi e rancori che ammorbavano l’aria tra le famiglie coinvolte. Spesso vi erano interessi contrapposti tra stessi fratelli o sorelle che necessitavano per risolversi dell’intervento diretto di una persona che fosse capace di mediare tra i coinvolti per giungere ad una soluzione equa per tutti. Costui non poteva che essere il notaio stesso. Qui si chiama Giordanengo e oltre ad avere un notevole deretano e fumare sigari pestilenziali, era rigoroso ed attento, per cui:

Era meglio di commerci non farne mai salvo che si stesse rigorosamente dalla sua parte. Il che era assai difficile perché non amava spartire con altri il successo delle sue pensate.

Ecco qui allora narrate con perizia e una notevole dose di ironia le avventure che lo vedono indiscusso protagonista. Il libro è ambientato in una fascinosa città di provincia:

il posto era bello non c’è che dire. (…) Un semicerchio amplissimo, interminato, di montagne sempre uguali e sempre diverse, dalla coltre delle nevi agli spruzzi di bianco della primavera, al verdeggiare estivo. (..) Gettando lo sguardo oltre si estendeva, da un lato, la pianura e dall’altro lato, una serie di groppe, di colline, docili, perché arabescate di apprezzamenti, casolari, boschetti, strade di bordura, borghi, pievi e torrette posate sulle colme.

In tale paesaggio si situa ben delineata e conosciuta la realtà di una provincia in cui ognuno conosce il prossimo, dove nulla è dato per scontato, ma spesso è frutto di atavico tempo. Un ambiente in cui i fili invisibili del tempo che trascorre hanno costruito un’opera monumentale, dove tutto evolve, ma rimane uguale a se stesso, inalterato e fissato. Un racconto di tempi lontano eppure presenti, scritto con notevole disinvoltura e conoscenza, velato da una robusta dose di ironia e di buon gusto. Sulla scia del garbo e di un tempo remoto trascorso da cui imparare nell’odierno e nella attualità.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Un libro perfetto per...

chi ama storie di un tempo passato, per chi ama la realtà piccola e a tratti ottusa realtà di provincia. Ma anche per chi si occupa di questioni legate al notariato.

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Lo strument

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