Le mie suffragette
- Autore: Paola Bono
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Fino al 1882, le donne non avevano diritti di proprietà anche nell’avanzata Inghilterra. Solo quell’anno venne approvata infatti la legge che riconosceva alle maritate di intestarsi beni immobili e possedere quanto guadagnavano. Che poi, “perché il marito deve essere lui ad averci tutto?”, anche quello che la moglie ha ereditato e che le danno se lavora, annota Nellie, la giovanissima domestica di casa Pankhurst che con la sua prosa ingenua e ogni tanto sgrammaticata racconta le origini e le prime lotte per la parità dei diritti di genere e il voto alle donne nella Gran Bretagna tra fine XIX secolo e Grande Guerra.
Merito di Paola Bono, docente nel DAMS dell’Università Roma Tre e studiosa di letteratura e storia inglese, che ha scelto il punto di vista e il linguaggio della ragazza per raccontare la nascita del femminismo internazionale nel volumetto Le mie suffragette, piccola ma nitida pubblicazione della casa editrice Iacobellieditore di Guidonia-Roma (settembre 2022, collana I Leggendari, 224 pagine).
Nellie ha dieci anni nel 1895, quando viene assunta a servizio dalla famiglia Pankhurst, Erano di nuovo a Manchester, dopo qualche anno a Londra, dove non avevano vissuto granché bene, afflitti da problemi di soldi.
Si erano trasferiti nella capitale perché cosi Mr. Richard e anche Mrs. Emmeline potevano partecipare più attivamente alla vita politica. Pankhurst voleva riprovare a entrare in Parlamento, ma era costretto dal suo lavoro di avvocato a rientrare spesso a Manchester. E poi nella capitale “gli era morto un bambino, per via delle fognature che non funzionavano bene” e così avevano cambiato casa, spendendo un sacco di soldi per rifarla, solo per scoprire ch’era destinata inevitabilmente alla demolizione. Firmando il contratto d’affitto senza il marito, Mrs. Emmeline:
Certi particolari non li aveva capiti bene. E insomma un sacco di guai.
Mr. Richard aveva approvato che Nellie andasse a stare da loro, per toglierla dall’asilo dei poveri, dov’era orfana, Era un uomo buono, che per tutta la vita si è battuto per assicurare migliori condizioni a chi lavora e per i diritti delle donne. Non aveva mai trovato niente da dire sul fatto che Mrs. Emmeline voleva impegnarsi in politica e non starsene buona a casa a fare solo la moglie e la madre. Diceva:
Mia cara, devi fare la tua parte, non puoi diventare una macchina domestica. La società ha bisogno delle donne quanto la famiglia.
Sottratta da bambina a una vita di stenti in un ospizio di mendicità, Nellie osserva con sguardo sincero e descrive con meraviglia quasi infantile eventi più grandi di lei di cui è testimone, accanto alle Pankhurst, tanto la madre che le figlie Christabel e Sylvia.
Nata Goulden, nel 1858, a Manchester, Emmeline è stata una carismatica attivista e politica britannica, principale esponente del movimento delle suffragette, cosiddette perchè si battevano tra l’altro per il riconoscimento del suffragio anche alle donne: il diritto di voto. Fu lei a fondare nel 1903 l’Unione sociale politica e femminile (WSPU), subì la prigione due anni dopo per aver invocato la discussione dell’elettorato attivo femminile durante il congresso del partito liberale, che considerava il più forte ostacolo ai suoi obiettivi. Venne nuovamente arrestata nel maggio 1914, mentre tentava di consegnare una petizione al re. Poco dopo, allo scoppio della guerra, s’impegnò a sospendere le proteste delle donne, ottenendo in cambio dal governo inglese la liberazione di tutte le detenute per reati politici.
Da suffragiste a suffragette. Mr. Richard muore nel 1898, lasciando pochi soldi e soprattutto debiti, scrive Nellie. La battaglia per i diritti ricade tutta sulle spalle di Emmeline, che con la fondazione della WSPU imprime un’impronta più radicale alla lotta femminista, rispetto alle cosiddette suffragiste, che adottavano forme di protesta composte e a sua avviso inefficaci (“riunioni decorose e decorose delegazioni in Parlamento”). Presto i giornali presero a distinguere come “suffragette” la Pankhurst e le altre militanti estremiste, protagoniste di manifestazioni che sollevavano clamore, perfino con metodi esasperati.
Nel racconto di Nellie trovano spazio altre figure della lotta femminista di allora, oltre alle figlie Crystabel e Sylvia.
Kitty Marion, attrice e cantante di origine tedesca, nota per gli scioperi della fame in carcere e sottoposta più volte alla nutrizione forzata. L’operaia tessile Annie Kenney, responsabile della sezione londinese dell’Unione. L’aristocratica Lady Constance Lytton, che si fa arrestare indossando vesti da sarta, per dimostrare la disparità di trattamento secondo lo status sociale delle attiviste, le autorità non avevano riguardi verso le popolane. Compare anche Virginia Woolf, allora ancora Stephen, cognome del padre letterato.
Uno spunto che risalta nel lavoro di Paola Bono è la tendenza a dividersi delle protagoniste delle sfide per la parità. Un po’ il male di sempre della sinistra.
Emmeline e soprattutto Miss Christabel diventano sempre più prepotenti, osserva Nellie, tanto da entrare in conflitto con l’Unione nel 1914.
Sylvia continua a battersi per il suffragio, ma anche per i diritti delle donne più povere dell’East End e con loro fonda un’altra associazione per il voto. Quando nel 1915 partecipa in Olanda alla conferenza di pace delle donne, ha già litigato con la madre e la sorella, che accusava di trascurare le donne povere costrette al lavoro sottopagato.
Riteneva che ormai si dovesse chiamare non movimento per "il voto alle donne", ma per "il voto alle signore".
Le mie suffragette
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