La vita è un alfabeto di Giuseppe Maurizio Piscopo

“Quando i saggi hanno raggiunto il limite estremo della loro saggezza, conviene ascoltare i bambini”. Georges Bernanos

Questo di sopra l’esergo che apre il libro che ne significa i contenuti, un narrato che è frutto di un’esperienza professionale intensa, sentita, partecipata che ha segnato profondamente il vissuto dell’autore.
Per Giuseppe Maurizio Piscopo, la sua è stata una scelta di vita e al contempo professionale, quella di maestro nelle scuole elementari nelle scuole pubbliche operandovi con dedizione, professionalità ed entusiasmo. Un lavoro che gli ha procurato molti affanni ma anche ampie soddisfazioni in un percorso di vita arduo specie per un nativo di Favara, in provincia di Agrigento, un paese, citando l’autore, complesso e amaro.

L’ordine alfabetico è l’originale pretesto e spunto narrativo, il punto di partenza da cui Piscopo si muove, in un narrato pieno di rimandi e di significati legando a ognuna delle ventisei lettere dell’alfabeto delle storie particolari.
L’attenta prefazione di Salvatore Ferlita, precede i racconti gremiti di personaggi incontrati dall’autore nel quotidiano ed ora rappresentati. Di grande effetto visivo, la parte illustrativa di Tiziana Viola-Massa con un disegno all’inizio di ogni storia con una forma espressiva che suscita un forte impatto emotivo divenendo parte integrante del testo scritto.

È un libro da leggere e da ascoltare insieme con tre brani eseguiti dal Coro Luigi Braille di Palermo, composti e accompagnati dalla fisarmonica di Maurizio Piscopo, dal pianoforte di Maria Antonietta Lo Cicero, che ha curato gli arrangiamenti, e dalla chitarra di Francesco Buzzurro. I brani sono stati registrati nella chiesa di Santa Lucia e sono L’angelo che protegge i bambini, La città rubata ai bambini e Ninì, colonna sonora del film di Rosario Neri Nato a Xibet.

L’alfabeto e il fil rouge che unisce in successione alfabetica i racconti dove si susseguono, esperienze, emozioni, sensazioni che si vogliono trasmettere, interrogando e inducendo in ultimo ad una riflessione, a un ragionamento. Un alfabeto che rappresenta il modo di esprimersi e di sapere dell’autore, superando ogni preconcetto, pregiudizio o suggestione e qualsivoglia condizionamento che alteri la formazione di un libero pensiero affinché si impari a ragionare utilizzando il proprio sapere.
Un volume che l’autore ha scritto, incoraggiato dai risultati del suo egregio lavoro di insegnante, da poco in pensione, volendone lasciare testimonianza ed esempio. Il libro è rivolto a tutti, non solo ai piccoli lettori ma anche alle loro famiglie, per riflettere insieme, divertirsi, essendo il filo conduttore l’amicizia, la solidarietà, l’ascolto, il rispetto delle fasce deboli, la condanna delle guerre, della mafia, di ogni forma di violenza invitando tutti i governanti a mettere i bambini al primo posto. Un maestro è e rimane per sempre nel cuore dei bambini ed è questo il messaggio che si vuole trasmettere a coloro che svolgono questo lavoro con il cuore.

Scorrendo le ventisei lettere dell’alfabeto si raccontano delle storie particolari adatte alle riflessioni dei bambini e insieme degli adulti.
Sono racconti legati alle feste, ai giochi, al rispetto delle regole e delle leggi, ai diritti, alle questioni religiose come una sorta di scatola magica piena di lettere, di colori e di suoni che introduce nel mondo della lettura e della scrittura ed è fondamentale leggere in quanto vi sono libri che possono cambiare la vita.
Sono brevi racconti ma densi di significato, rappresentando un mondo che si scopre, si apre alla conoscenza, chiusi sempre da una domanda per cui il giovane lettore è così spinto a interrogarsi su come si comporterebbe in simili situazioni che prende così a apprendere in modo semplice e garbato.
Tra i diversi temi quello della presenza dei bambini “migranti “stranieri che arricchisce la scuola, porta mondi nuovi, esperienze e culture, fantasia, diversità, nuove conoscenze, abitudini, storie e tradizioni lontane.

Riportando il pensiero dell’autore:

I bambini non hanno i pregiudizi degli adulti, non fanno quei contorti ragionamenti che portano all’isolamento, alla lite, alla chiusura totale fra le persone. I bambini sono più avanti dei grandi. Amano il mondo così com’è, aiutano chi soffre ed hanno tante cose da insegnare a tutti sui temi della pace, della giustizia, della fratellanza, dell’accettazione, della solidarietà. Se il mondo fosse fatto solo di bambini, non ci sarebbero guerre e il mondo sarebbe più giusto.

Un’opera notevole e originale per costruzione narrativa e che testimonia la passione e l’impegno profuso dall’autore nello svolgere il suo compito, non di mero è semplice maestro e insegnante ma di educatore che trascina i suoi alunni e che pervade il loro mondo interiore, il loro essere.
Alcuni interrogativi sono di problematica e non facile soluzione come quello sui bambini piccoli in prigione insieme alle loro mamme, ma sono quesiti che servono a fare comprendere come nella vita, non è mai semplice e univoca la decisione da prendere. Vi sono quesiti e problemi che le nuove generazioni si ritroveranno a dovere risolvere e bisogna anzitempo farli loro conoscere e comprendere per dare loro la giusta ed equanime risposta.

Un’opera completa quella di Giuseppe Maurizio Piscopo, giornalista, scrittore e musicista oltre che maestro che si è superato, facendo di questo volume qualcosa di unico e particolare, dando il meglio della sua pur egregia e pregevole precedente produzione che esprime i suoi molteplici interessi (tra gli altri in ultimo Raccontare Sciascia scritto con Angelo Campanella e Vitti ‘na crozza scritto con Antonio Zarcone che narra la storia e la musica dei fratelli Li Causi).

Un volume che si chiude con un “Pensiero finale” con il sogno di una società dove l’infanzia sia messa al primo posto lasciando intatto il loro entusiasmo e facendo propria la loro gioia, che pare andata smarrita nella società d’oggigiorno.

La prima presentazione del libro, ha avuto luogo nei giorni scorsi nell’ambito dell’annuale manifestazione “La via dei librai” al Cassaro di Palermo, con una folta partecipazione di pubblico dove hanno preso la parola anche gli ex alunni del "Maestro" che gli hanno manifestato con commozione il loro affetto e la loro sincera gratitudine.