Ha avuto luogo nei giorni scorsi nella sala Orlando Scarlata del Circolo della Stampa di Palermo, dinanzi a un folto e partecipe pubblico, un ricco e animato incontro sul libro Ci hanno nascosto Danilo Dolci di Giuseppe Maurizio Piscopo, edito da Navarra, con la presenza di scrittori e giornalisti di rilievo tra i quali il prof. Salvatore Ferlita, che ha curato la precisa e curata prefazione al volume. Erano presenti inoltre Vito Lo Scudrato, Francesco Pintaudi e Amico Dolci, figlio di Danilo e musicista.
Il vicesegretario regionale di Assostampa, Roberto Leone, ha messo in rilievo, aprendo l’incontro, gli scritti e i temi sollevati sessant’anni fa dal sociologo triestino che sono ancora oggi di sorprendente attualità. Sentita la testimonianza del figlio di Danilo Dolci, con aneddoti che hanno rammentato la specificità del padre, un uomo che ha lasciato un segno indelebile, “un santo laico”, nella storia dell’Isola e non solo, e di cui hanno dato testimonianza con aneddoti e contributi incisivi tutti gli intervenuti.
Danilo Dolci e i cento anni dalla sua nascita
Danilo Dolci (Sesana, 28 giugno 1924 – Trappeto, 30 dicembre 1997), dopo avere messo piede in Sicilia, è stato in grado di metterla a soqquadro, sollevando il velo di ipocrisia e ingiustizia, rivelandosi come uno dei pensatori più influenti della nonviolenza e fautore al contempo della lotta tenace contro lo sfruttamento, la povertà e l’emancipazione del Sud.
Un anniversario, quello dei cento anni dalla sua nascita, appena trascorso che è stato colpevolmente trascurato, specie in ragione dello spessore e profondità del suo pensiero che ha coinvolto e resi partecipi fior di intellettuali anche oltre confine.
Danilo Dolci nell’opera di Piscopo
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Piscopo ha scritto di questo grande personaggio, delle sue metodologie, raccontando le vicende relative alla vita e all’opera, anche e soprattutto attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto e di chi ha lavorato con lui.
Il suo pensiero e i suoi metodi didattici sono ancora oggi necessari per comprendere in profondità la realtà del Meridione e dare valore a ciò che è stato conquistato con fatica. Dolci ha toccato dei temi pesanti che urtavano la politica, e questo gli ha procurato parecchi nemici; ma, adesso più che mai, occorre che sia messo in evidenza nel percorso scolastico quest’uomo di pensiero eterodosso.
Una generosità infinita e una gratuità animava e incarnava quest’intellettuale con lo sguardo diretto verso gli ultimi che con l’insegnamento, lo studio e la didattica si poneva l’intento di emancipare dalle catene dell’ignoranza. Una “rivoluzione” pacifica, la più importante, quella che deve persistere e deve praticarsi ininterrottamente, specie nell’attuale critico momento storico.
L’esperienza di Danilo Dolci può consentire a tutti di contribuire a un’ulteriore evoluzione personale e, di conseguenza, collettiva.
Un pertinente accompagnamento musicale alla fisarmonica dell’autore del libro e di Pier Paolo Petta hanno arricchito e allietato l’incontro.
Recensione del libro
Ci hanno nascosto Danilo Dolci
di Giuseppe Maurizio Piscopo
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Ci hanno nascosto Danilo Dolci”: la presentazione a Palermo in ricordo di un intellettuale fondamentale
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