

La signora Meraviglia
- Autore: Saba Anglana
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2024
La signora Meraviglia (Sellerio, 2024) di Saba Anglana si è guadagnato la presenza nella dozzina del Premio Strega e ha tutti i requisiti per arrivare nella cinquina finale.
È la storia di una famiglia tra Africa Orientale e Italia, l’Etiopia e la Somalia nel periodo colonialista e della rivoluzione nazionalista, in cui fortissima è la presenza italiana, ed arriva nell’Italia dei nostri giorni.
La famiglia è quella dell’autrice, Saba Anglana, che affonda le sue radici sugli altipiani etiopi e che ha inizio da un inseguimento in cui qualcuno ha deciso di avere per sé, con la forza, qualcosa. Le vicende alternano i piani spazio-temporali nella successione dei vari capitoli in cui a poco a poco prende forma una consapevolezza: non è possibile “tenere al guinzaglio la memoria”.
Zia Dighei, da quarant’anni in Italia insieme alla sua famiglia, deve prendere la cittadinanza italiana e questa idea astratta alla quale in famiglia viene dato un volto concreto, la signora Meraviglia, appunto, è il motore scatenante della storia. La nipote Saba aiuta la zia nell’ottenimento dell’agognato documento tra uffici, impiegati, avvocati, controsensi e burocrazia che minerebbero la dignità di qualsiasi persona.
“Chissà se qualcuno si è già inventato un video game sull’iter della cittadinanza, con tutte le penalità, i reset, i game over?”
Ma perché allora richiederla? A cosa serve un pezzo di carta che certifichi la nostra identità? Cosa significa? Niente. E niente si sente la zia Dighei: è nata in Somalia, ma i genitori sono etiopi, dunque non può avere, secondo la legge degli uomini, né l’una né l’altra cittadinanza. Vive in Italia, ma non è italiana, lei che parla un italiano pressoché perfetto, che ha una casa di proprietà, che paga le tasse, che ha festeggiato la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio dell’’82, ma è stata minacciosamente chiamata “brasiliana di merda” per il colore della sua pelle. Un niente che assomiglia a un Tutto, il tutto di chi ha nel sangue tanti luoghi, tanta storia. Forse allora l’unica possibilità potrebbe essere quella di farsi invisibili, non accettare provocazioni, ignorare l’ignoranza che dilaga. Non si può far coincidere una cittadinanza, una carta che definisca un’identità, con un’identità che è fatta di ricordi, di sentimenti, di colori e sapori lontani che dalle radici arrivano fin su, alle foglie del nostro albero genealogico.
Al percorso intrapreso dalla zia si sovrappone il percorso della nipote per cercare anche di dare un nome, una forma, un carattere di concretezza a una forza invisibile che accomuna tutti i membri della famiglia, un turbamento, una presenza che il mondo mitico del passato africano chiama maledizione e che il mondo razionale occidentale del presente chiama attacco di panico. Ma cos’è questa presenza e cosa vuole dai personaggi di questa storia? Pretende di essere ascoltata, riconosciuta e accettata. Vuole avere un volto: la capostipite da cui ha inizio questa storia si rivolge all’aiuto di Wezero Dinkinesh (che si può tradurre come signora Meraviglia), una figura spirituale e magica, mentre Saba, la nipote, percorre la strada dell’ottenimento della cittadinanza, la signora Meraviglia per l’appunto. Signora Meraviglia è quello che allegoricamente ci spinge, in luoghi e tempi diversi, con mezzi differenti, a guarire una malattia: la malattia dell’identità.
Sono tutti speciali gli immigrati. Perché hanno qualcosa di rotto dentro.
Ognuno di noi è un po’ come san Giorgio: ha un drago contro cui lottare, ma non sempre la soluzione è ucciderlo perché
la soluzione non è nello smantellamento della memoria, ma nell’apertura a nuovi ricordi.
Una storia, quella che ci racconta Saba Anglana, che ci ricorda in modo ironico e a tratti sarcastico che non siamo bandiere piantate in un luogo, ma che siamo, ognuno di noi, una geografia di luoghi, che elemosinare un documento è sì a volte necessario, ma non dice chi siamo. Una lettura intensa e necessaria, un viaggio attraverso la memoria e l’identità delle radici nella consapevolezza che le carte sono un imbroglio degli esseri umani.

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