La (s)comparsa della madre
- Autore: Emilia Pietropaolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Questa plaquette è su un argomento quanto mai scottante: cos’è una donna surrogata? E analizza come sia diventare madri ma in un contesto di distopia, partendo dal qui e ora fino ad arrivare a conseguenze piuttosto preoccupanti. Emilia Pietropaolo divide in cinque capitoli il suo lavoro dal titolo unitario La (s)comparsa della madre (Divergenze edizioni, 2024, prefazione e curatela di Lucrezia Lombardo), in un’ottica distopica. Chi ha scritto la prefazione, senza addentrarsi in un futuro fosco, parla di "disciplinamento" della donna, prendendo spunti dalle lotte femministe, e della madre accogliente che si dimentica della sua unicità di persona che ha delle aspettative e delle aspirazioni, ma sente che per altre madri lei è “la moglie di” e “la madre di”. Nessuna possibilità identitaria, se vuoi un figlio devi scomparire come se non avessi una coscienza.
La Pietropaolo prende come esempio iniziale il libro Parti e omicidi di Murata Sayaka, pubblicato da E/O nel 2024. La Murata scrive con parole incontestabili che per secoli i figli venivano da un matrimonio tra mariti e mogli, facendo sesso. Col passare del tempo e con la biotecnologia, i figli sono arrivati con l’inseminazione artificiale e dunque il sesso è diventato un gioco edonistico, dove può esserci dell’affettività ma non è necessaria.
La Pietropaolo scrive che la donna incinta aspettava il figlio o la figlia con un atteggiamento quasi morale, educativo. Nel libro della Murata non c’è felicità nel parto: ne parla indicando un futuro indefinito, dove prevale l’inseminazione artificiale ed è tutto registrato e schedato. La funzione dell’uomo padre non scompare del tutto, ma potrebbe decidere di avere un bimbo da un utero creato artificialmente. La donna deve dare allo Stato dieci bambini sani, gli altri dovrebbero essere uccisi. Distopia di un futuro improbabile? Forse.
Nella Romania di Ceausescu, col decreto 770 si diceva che una donna dopo aver avuto un altro figlio, doveva assumere la pillola anticoncezionale. Lo stato rumeno ora fa parte dell’Unione Europea e non ci sono più restrizioni o doveri, ma la forma mentis resiste. Vivono nel terrore che qualcuna possa prendere un infante senza il consenso di nessuno.
Nel libro di Murata la voce narrante Ikuko è nata dall’inseminazione artificiale. Di libri che vedono un futuro ce ne sono, c’è la possibilità che alcune prescelte entrino in cliniche di lusso, con le altre donne nipponiche invidiose che guardano stando fuori. Tutta questa messinscena è a favore di coppie abbienti, che prendono i figli della gestante per adottarli, ma non c’è un vero amore materno o paterno: è solo un espediente per evitare noia e depressione nella coppia. Mentre la gestante che ha avuto più di dieci figli deve dire quale essere umano uccidere, sempre nel caso che non commetta un suicidio prescelto.
In questo futuro spaventoso, avere rapporti sessuali è considerata una pratica disgustosa e brutale, qualcosa che non ha motivo di esserci, dal momento che si può stimolare un orgasmo in un’altra maniera con giochi nuovi erotici.
Nel saggio di Martina Marras, Distopia al femminile, dove non c’è traccia di moralità le gestanti vengono trattate come oggetti sì, ma di valore. E nel libro La casa futura del dio vivente, le gestanti vengono tenute prigioniere fino al parto. Sempre se con l’amniocentesi non si vede un difetto ma il bambino lo ha effettivamente e dunque è solo un peso nella società (non voleva Hitler bambini floridi e biondi come "razza ariana?).
Questa lettura è centrate sulle donne e sulle gestanti, gli uomini ne escono appannati. La (s)comparsa della madre è dunque un pamphlet bello, scritto in modo centrato e leggibile nonostante il tema; si vede tutto lo studio che c’è stato prima della pubblicazione.
La (s)comparsa della madre
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