La prima estate e altri racconti
- Autore: Anton Giulio Onofri
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Una serie di racconti pieni di colori, da un tramonto emozionante a un paese di sassi che sussurra ancora, da una musica che incanta a un villaggio di indigeni del Sarawak, qui disposti a raggiera intorno a una rivelazione dell’estate del 1970, che racchiude cambiamenti e sentimenti di un uomo che vivrà molteplici interessi e sensazioni legate alla sua vita, ai suoi viaggi, ai suoi incontri, all’amore. La prima estate è anche un affresco delicato di storie di uomini che amano, che hanno amato, desiderosi fino allo struggimento; una narrativa emotiva il cui filo rosso il lettore scoprirà man mano nello scorrere delle pagine. A tratti un memoir e un’autobiografia, è un libro dalla scrittura sapienziale, gentile, che nasce dai richiami e dai ricordi dei luoghi dove il lavoro ha condotto Anton Giulio Onofri, autore, regista, sceneggiatore, fotografo e critico cinematografico di trasmissioni televisive culturali di Mediaset e della Rai. È sua la fotografia della bellissima copertina, fatta con la sua Leica M10, che incornicia uno scorcio delle strade di Palermo dopo una pioggia torrenziale, con sospeso in aria uno splendido arcobaleno.
Nato il 30 dicembre come me e Patti Smith, il nostro autore è un uomo eclettico, una fervida coscienza, un intellettuale del tempo, appassionato di musica, studioso d’arte, amante della letteratura e del cinema. L’estate in vacanza a Fiumefreddo per un bambino di dieci anni nel 1970, nel silenzio di alcune ore del giorno era trascorrere il tempo incuriosito dalle letture di Verne, di Topolino e dalla vivacità in casa delle zie: Natalia, non sposata e molto religiosa, e Maria Teresa, estroversa, che amava raccontare le barzellette un po’ colorite. Una casa condivisa nella quale ci si riparava dalla calura e dai temporali estivi che rendevano il mare minaccioso le cui onde alte si potevano vedere dalla veranda.
“Mai, giuro, nemmeno vent’anni dopo contemplerò dai bastioni di Essaouira i marosi dell’Atlantico in un giorno di spettacolare maltempo, o quando altri dieci anni più avanti dovrò rinunciare a bagnarmi nella Playa del Este a L’Avana per la violenza dei flutti dell’Oceano, vedrò dal vivo onde di uguale altezza e maestà."
Tra la tavola da stiro allestita da una zia e la caffettiera preparata dell’altra, ecco che a portar scompiglio sarà l’arrivo della zio Momi e del suo amico biondo con mute da sub e maschere a boccagli. Chi è il suo amico? Per il piccolo Anton Giulio l’estate diverrà la prima estate nella quale percepirà un imbarazzo senza riconoscerne il motivo, intuirà un desiderio che non sa ancora chiamare per nome. Solo negli anni a venire riuscirà a ricordare di Thorsten, il fotografo norvegese, l’amico dello zio e le sue gambe maschili belle e sexy. Dei suoi numerosi viaggi l’autore narra di un incontro particolare a Craco, il paese in una terra arida, secca, tra l’Agri e il Basento abbandonato negli anni sessanta. Tra palazzi, scale, balconcini si erge la Torre nella quale Federico II faceva rinchiudere i prigionieri. I vicoli, la piazza della chiesa, le case costruite in tutta la loro bellezza nell’Italia, sembra essere rimasto in piedi a ricordo di ciò che si è perduto. In un luogo di rovine, un distinto signore avanti negli anni scende da Firenze ogni anno, a rivedere le strade e i luoghi a lui cari nel rispetto di un suo rituale: il ricordo di Biagio, l’amore più bello e importante della sua vita.
Il vagare in solitudine, dove una volta la vita scorreva con i suoi ritmi quotidiani, altro non è, scrive Onofri, "che la vicenda della vita che ha bisogno dei suoi tempi per uscire da una fase ed entrare in un’altra". E poi il musicista senza nome, famoso per essere One Man Band, estroverso e carismatico, in giro per l’Europa a dirigere strumentisti barocchi e a ricercare negli archivi e biblioteche di Russia, Germania e Olanda partiture di autori tra il Seicento e Settecento, e la storia di Pietro, tra i primi dieci pianisti del mondo, un tempo un bambino stregato dal suono del pianoforte e incantato dalla musica. Vite interamente dedicate alla musica, agli studi di spartiti e note musicali nei quali avevano coinvolto, condividendone il piacere, i loro compagni.
E infine il ricordo di uno dei più grandi fotografi del ventesimo secolo, Leonardo Salimbeni, famoso per la sua capacità visiva di inquadrare volti, danze, riti religiosi di popolazioni tribali negli anni Settanta. I suoi occhi nel tempo si spostarono dai soggetti umani ai paesaggi, alle montagne, alle strade e a prospettive differenti che lo condussero a una semplificazione di linee e segni. Così come nella sua ultima fotografia, rimasta custodita nella Leica e ritrovata un anno dopo la sua scomparsa dal figlio. Un inno alla bellezza della natura, con le Dolomiti al tramonto, e l’amicizia profonda tra due giovani uomini fermata nel tempo dagli occhi di un padre che non aveva mai accettato l’omosessualità del proprio figlio. Storie amabili e coinvolgenti sono i racconti de La prima estate: incanta la lettura sullo scorrere del tempo, sull’amore, sulla musica, sull’arte tracciato dai propri ricordi che divengono altrui. Consigliato!
La prima estate e altri racconti
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