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Recensioni di libri

“La menzogna” di Cecelia Ahern


Lidia Gualdoni    21-02-2018

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La menzogna copertina del libro

Nel mondo ha venduto decine di milioni di copie; i suoi romanzi permettono ai lettori – adulti e giovani adulti – di dimenticare, almeno per po’, la realtà, e di immergersi nel mondo che lei ha creato; hanno ispirato diversi film ed una serie televisiva che lei stessa ha prodotto: Cecelia Ahern è una delle scrittrici più prolifiche e amate d’Irlanda.
Il suo romanzo “La menzogna” (titolo originale The marble collector) risale al 2015, ma è stato pubblicato da Rizzoli alla fine dello scorso anno e riprende alcuni dei temi cari all’autrice, come la ricerca di se stessi, il dolore della perdita, l’importanza dei ricordi e dei rapporti familiari, in particolare di una figlia col proprio padre.

Nel prologo la protagonista, Sabrina Boggs, confida che:

“Ci sono tre categorie di ricordi nella mia memoria: le cose che voglio dimenticare, le cose che non riesco a dimenticare e le cose che avevo dimenticato di aver dimenticato finché non mi sono tornate in mente. (…) Mia madre dice che ho un talento speciale per ricordare quel che gli altri dimenticano. Qualche volta è una maledizione; a nessuno piace che si rivanghi ciò che si è cercato con tutte le forze di seppellire”.

Si tratta, soprattutto, di episodi in cui le persone si sono trasformate o sono diventate una versione di se stessi che vorrebbero dimenticare, cosa che a lei non è mai capitata:

“Io sono sempre uguale. Sono come la prima volta che mi hai conosciuto, non c’è molto altro da scoprire. Seguo le regole della persona che so di essere, e non mi sembra di poter diventare niente di diverso, neppure nei momenti di grande stress quando di certo una crisi di nervi sarebbe accettabile”.

Tuttavia, un cambiamento improvviso è sempre possibile: sta solo aspettando il momento per rivelarsi. E lei non fa eccezione.

Sabrina lavora da sette anni come bagnina in una casa di riposo piuttosto esclusiva, cinque giorni a settimana, dalle nove alle due. Sorveglia i tre anziani che, agli stessi orari, si immergono per nuotare o per fingere di farlo.
Un flusso continuo di monotonia e immobilità: in quella piscina tranquilla e pacifica, non succede mai nulla e raramente le è capitato di dover intervenire – la stessa monotonia che ritrova, col marito e i tre figli, a casa, dove ogni giorno ripete gli stessi gesti:

“Pane, burro, formaggio, prosciutto, taglia a metà. Snack all’uvetta. Avanti con il prossimo”.

Capita però che, proprio quando il suo supervisore le suggerisce di andare a prendere un caffè, la donna che in quel momento è in acqua ha un malore: non avendo potuto intervenire, Sabrina viene sopraffatta da una rabbia che non riesce a trattenere.
La giornata libera che le viene concessa sarà diversa dalle altre, non solo perché sta per verificarsi un’eclissi di sole che la rende particolarmente confusa, ma perché è il tempo che si concede per svelare i segreti dell’uomo che pensava di conoscere: Fergus Boggs, suo padre.
Sarà però anche il giorno che porterà alla luce legami, storie e persone di cui ignorava l’esistenza.
Un giorno che cambierà per sempre lei e quelli che la circondano.

Tornata a casa, infatti, riceve una telefonata dalla clinica dove il padre è ricoverato in seguito ad un ictus che ha cancellato buona parte dei suoi ricordi: gli sono stati consegnati cinque scatoloni, ma a lui non viene detto nulla, per timore che il contenuto possa confonderlo.
Lì dentro, fra le altre cose, Sabrina trova una misteriosa collezione di biglie accuratamente catalogata: improvvisamente, l’uomo con cui è cresciuta diventa un estraneo dalla doppia vita.
Ma non è tutto: quando la donna scopre che due delle collezioni più preziose presenti nell’inventario sono sparite, diventa più che mai determinata a ritrovarle.
Questa ricerca non è che il pretesto per chiarire molti aspetti del suo carattere e dei difficili rapporti familiari, in un percorso certamente doloroso, ma nello stesso tempo salvifico.

Scopriamo, all’inizio del romanzo, i traumi che hanno caratterizzato l’infanzia di Fergus, un bambino di cinque anni che da un mese vive in Irlanda, dove si è trasferito, dalla Scozia, con la madre e i fratelli, dopo la morte del padre.
A scuola, per non aver compreso il suo gaelico irlandese, padre Murphy lo picchia violentemente e lo rinchiude in uno stanzino buio. In suo aiuto arriva però un giovane sacerdote che gli regala una scatola di biglie – delle bloodies di un fiero colore rosso che cattura la luce.
All’inizio, le biglie rappresentano, per lui che si sente prigioniero di guerra, degli “alleati”; sono oggetti con cui giocare che diventano anche uno strumento per avvicinarsi al fratello maggiore, Hamish, il suo idolo, e a sua madre.
Infinitamente preziose, gli permettono, nel tempo, di primeggiare, di ottenere rispetto e di prendere le distanze da una famiglia sempre difficile e sempre più numerosa.
Lo portano, come scoprirà Sabrina, anche a vivere una doppia vita: dopo il matrimonio, che verrà proprio per questo messo a dura prova, Fergus continuerà infatti a partecipare, sotto falso nome, ai tornei di biglie e a collezionarle, lasciandosi totalmente condizionare da questa ossessione.

Cecelia Ahern ha dato al romanzo una forma che trova la sua originalità anche nei titoli dei vari capitoli, che alternano presente e passato: ogni capitolo con protagonista Sabrina prende il titolo da una delle regole della piscina in cui lavora – Vietato saltare, Vietato spingere, Vietati i bicchieri di vetro… , quasi ad indicare tutti quei divieti che limitano la sua esistenza di figlia, moglie e madre, e la rendono “meno vissuta” –, mentre il racconto di Fergus prende il titolo da un gioco di biglie – Le uova nel paniere, Spariglia, Invasione…
Si alternano anche momenti tristi e commuoventi, come il parto dell’unica figlia femmina o l’intimità notturna fra i fratelli, fatta di confidenze e di promesse, e situazioni divertenti, come la biglia inghiottita dal fratellino non sorvegliato, o l’incontro/scontro di Sabrina col il tipo che ha fatto la consegna degli scatoloni.

Ispirato ad un suo precedente racconto dal titolo The Woman Who Lost Her Marbles (La donna che ha perso le sue biglie), il romanzo di Cecelia Ahern affronta una serie di questioni.
Innanzitutto, quanto bene conosciamo chi ci sta vicino?
E poi, siamo consapevoli che, a volte, le decisioni più ordinarie possono avere conseguenze straordinarie ed è solo cercando di capire gli altri che riusciamo a capire veramente noi stessi?
A tutti viene data una seconda possibilità, ma solo se siamo abbastanza coraggiosi da affrontare il nostro passato, possiamo aprirci ad una vita più ricca, più libera e gratificante.

E se risulta facile provare empatia per Sabrina, il personaggio di Fergus adulto, inizialmente, non stimola la nostra comprensione, ma basterà perseverare nella lettura per scoprire molti aspetti del suo carattere e le motivazioni di alcune sue scelte.
La sua profonda passione per le biglie – su cui Cecelia Ahern si è molto documentata – apre ai lettori un mondo magico e lontano dove le sfere colorate diventano depositarie della memoria, dei legami affettivi, dell’amore e del perdono.

La menzogna copertina del libro
SCHEDA DEL LIBRO
  • Titolo libro: La menzogna
  • Autore del libro: Cecelia Ahern
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Rizzoli
  • Anno di pubblicazione: 2017
  • Prezzo: prezzo libro su amazon prezzo libro su ibs


© Riproduzione riservata

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La menzogna

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