
La memoria sensibile delle cose
- Autore: Rita Brescia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2025
La memoria sensibile delle cose (La Gru, 2025), l’ultimo romanzo di Rita Brescia, affermata psicoterapeuta che vive e lavora a Torino, è un testo intimo e coraggioso che svela, pagina dopo pagina, con una modalità decisamente inedita e originale, un percorso di ricerca e introspezione, dal quale chi legge potrà attingere significati propri e inattese ispirazioni.
Abitudinaria e apparentemente fragile, Rosa Boselli conduce una vita poco avventurosa e avara di emozioni. Vive circondata da una miriade di oggetti – una poltrona sdrucita, un vecchio giradischi, un orologio a pendolo – che abitano il suo appartamento e lo rendono un luogo caldo e accogliente, una quinta teatrale dove ricordi, storie e segreti si rincorrono creando una suggestiva e trasognata atmosfera. Rosa svolge un’attività inconsueta, lavora presso un’agenzia di onoranze funebri nel quartiere San Paolo di Torino. Si trova, quindi, a confrontarsi ogni giorno con la morte, l’ineluttabile, il distacco. Nella prima parte del libro, l’autrice è impeccabile nel descrivere con empatia e delicatezza quella attività, riesce ad evidenziarne il lato compassionevole e rivela una capacità straordinaria nell’infondere poesia a quella liturgia laica che, di fatto, cerca di attenuare la disperazione, il dolore, lo sconforto e la tristezza causati da una perdita.
È inutile cercare di frenare il destino, di cambiare il lento e inesorabile procedere del percorso che ognuno di noi ha davanti a sé. Così Rosa, dopo una comprensibile iniziale titubanza, mettendo a rischio il suo fragile equilibrio, accetta la richiesta di una donna affranta e disperata che, a seguito della tragica scomparsa della sorella Elisa, le chiede di dedicarsi alla ricerca di Cinzia, una persona molto cara alla defunta, della quale si sono perse le tracce. È il momento esatto in cui nella sua vita si impone, con tutta la sua forza, la piega a cui era destinata. Quindi, si sale in macchina con la protagonista, si parte con lei e con lei si assapora un refolo di libertà. Qui la scrittura cambia sorprendentemente e magistralmente passo, come cambia via via il paesaggio che si rispecchia sui finestrini dell’utilitaria che viaggia verso il sud Italia. La narrazione si arricchisce di toni lievi, di compiacimento per la scelta effettuata, di un senso di euforia dettato dalla consapevolezza di aver avuto la forza di superare dubbi, ostacoli presunti e immaginari. Ma sullo sfondo, con abilità, l’autrice lascia che permangano un pizzico di incertezza, i cenni di una indefinita quanto impalpabile minaccia, l’avvertimento che non sarà per niente facile compiere quell’impresa e che, comunque, se riuscirà nell’intento, lei dovrà comunicare una brutta notizia.
Un vero e proprio atto d’amore è l’affresco dedicato a Napoli, città visitata da Rosa, con entusiasmo e trasporto, insieme a un compagno di viaggio incontrato casualmente che, nonostante l’evidente attrazione e il tratto ineffabile di ogni incontro d’amore, lei deciderà di abbandonare, per portare avanti il suo compito in completa autonomia. La destinazione è la Lucania, una regione antica intrisa di simboli, miti e contrasti; una terra magica e, a tratti, arcaica, impregnata di elementi tradizionali ancora vivi, di danze eseguite al suono di arpe e zampogne, capaci di muovere corde di risonanza e nostalgia; un luogo dove perdurano pratiche e credenze ancestrali, storie affascinanti e talvolta inquietanti che, nella terza e ultima parte del libro, dove prevale una nuova tecnica narrativa più incisiva e asciutta, si personificano in alcune figure femminili incontrate dalla protagonista strada facendo, utili per proseguire la ricerca, a tratti difficoltosa e ostinata, della persona scomparsa. Tra riflessi di mistero e turbamenti, una perfezione e una bellezza quasi dolenti accompagnano il racconto.
Il testo, presentato all’ultima edizione del Salone del Libro di Torino nella bella veste editoriale della Edizioni La Gru di Padova, corredato da una bellissima immagine di copertina realizzata dall’autrice stessa, cattura chi legge grazie a una prosa decisamente convincente che racconta una storia esemplare e avvincente: quella di una donna che, con coraggio e generosità, porterà a termine un percorso di consapevole autodeterminazione, ricavandone nuove visuali e una nuova identità; una rivoluzione, sospesa tra passato e futuro, in grado di dare alla sua realtà un valore nuovo. Il tormento ha lasciato il posto a una quieta speranza e Rosa, risolvendo il groviglio della sua esistenza, ci esorta, lei che per lavoro ha a che fare con la morte, a non perdere il senso della vita.
La memoria sensibile delle cose compie, grazie a traiettorie segrete e lampi di immaginazione, un tragitto ideale tra il paesaggio di un’anima e quello di una regione straordinaria come la Lucania, e, con entusiasmo e ammirazione, lo accolgo tra i miei libri ideali.

La memoria sensibile delle cose
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