La forma dei sogni
- Autore: Andrej Longo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2023
Originale e ben costruito il romanzo dello scrittore ischitano Andrej Longo, che ne La forma dei sogni (Sellerio, 2023) fa parlare in prima persona l’agente di polizia Antonio Acanfora, che presta servizio nei Quartieri Spagnoli a Napoli, pur abitando a Torre del Greco con la madre, che raggiunge dopo il lavoro con la Circumvesuviana, la mitica ferrovia che attraversa l’hinterland partenopeo.
Il commissario Santagata è il suo superiore, ma tutta la squadra, Scarano, Lo Masto, Cipriani, Cerasella, costituisce un gruppo forte e coeso.
Parlano napoletano stretto, che Longo riesce a rendere una lingua vivace, fortemente comunicativa, piena di interiezioni, proverbi autoctoni, perfettamente miscelati con l’italiano letterario. Soprannomi, tipici del lessico napoletano, abbondano: Tazzulella, il barista, Cerasella, la poliziotta dai capelli rossi; e poi nomi troncati, Cardì (Cardillo) , Cirù (Ciro), Cerasè (Cerasella), Antò ( Antonio), che restituiscono l’atmosfera del parlato quotidiano di questo gruppo di personaggi, benissimo disegnati.
Mentre si indaga su una morte, quella di Anna Maria Di Spigno, che è stata misteriosamente preceduta da una telefonata anonima, fatta da una voce femminile molto distinta, che ne annunciava la morte prima che questa fosse realmente avvenuta, scatta l’allarme in commissariato.
Il mistero si acuisce quando dall’éntourage della morta emergono vari sospetti: forse la donna non è morta per cause naturali, ma si sospetta un lento avvelenamento. Durante le indagini, anche la madre di Acanfora subisce una rapina che la lascia ferita a terra; il figlio agente intuisce che può trattarsi di chi conosceva la vittima e le sue abitudini; infatti scova il ladruncolo drogato amico di infanzia, e riesce a farlo ricoverare in una comunità dove dovrebbe disintossicarsi dalla dipendenza: Ciro accetta, a patto che l’amico poliziotto gli scriva ogni settimana i risultati delle partite del Napoli, l’anno che la squadra partenopea giocava fortissimo, per la presenza di giocatori potenti, primo il mitico Osimhen.
Acanfora, che di calcio non sa nulla, finisce per appassionarsi e comincia un rapporto epistolare con il recluso Ciro che è certamente la parte più interessante ed esilarante del libro.
Ecco allora che, di settimana in settimana, Acanfora e i suoi colleghi si mettono davanti al televisore per questo rito quasi religioso della devozione alla squadra napoletana, nel quale tutta la passione per lo sport e la squadra diventano un specie di filosofia dell’identità, nella quale tutti possono riconoscersi e sentirsi uniti, compresa la madre di Acanfora che segue il figlio in un pub di Torre, bevendo birra ed inneggiando scompostamente ai gol.
Un libro pieno di citazioni, culturali, gastronomiche, calcistiche, sociologiche, che non appesantiscono la narrazione fatta di detti napoletani, di pizze col cornicione ripieno squisite, di crocchè e polpettine fritte, ma anche di riflessioni amare sullo stato della città, piena di droga, di malaffare, di stupri perpetrati a spese di ragazze indifese. tuttavia Longo non si ferma a tratteggiare la parte popolare della Napoli più consueta nella narrazione pubblica, ma aggiunge anche la corruzione della classe agiata, quella dei professionisti, qui un dentista belloccio e una architetta di gran tono, che non sono meno colpevoli dei poveracci dei quartieri più malfamati.
Una sorta di poeta, di cantastorie il narratore Acanfora, capace di restituire la complessità e la ricchezza umana dei napoletani, fedeli al ricordo di Maradona, ma anche dotati di un’etica degli affetti e dell’amicizia che si vede riflessa nel personaggio di Antò, l’agente che sfida la morte per salvare una ragazza, che cena con la madre vedova anche se preferirebbe stare con gli amici, che salva con le sue lettere, migliori di una telecronaca professionale, l’amico d’infanzia catturato dalla droga.
La forma dei sogni
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