La carovana del sultano. Dal Mali alla Mecca: un pellegrinaggio medievale di Marco Aime

Nel 1324 Mansa Musa, il sultano del Mali, «l’uomo più ricco che il mondo abbia mai visto», intraprende il suo pellegrinaggio verso La Mecca, a capo di un immenso corteo lungo decine di chilometri e composto da migliaia di uomini e da altrettanti dromedari carichi di quintali e quintali d’oro. Un viaggio destinato a entrare nella storia, ammantato di leggenda, grazie alle cronache arabe dell’epoca e dei secoli a venire.
Ma in Occidente di questo memorabile pellegrinaggio quante persone, a parte gli studiosi del mondo africano, sanno che è avvenuto? Sicuramente assai poche e questo libro La carovana del sultano. Dal Mali alla Mecca: un pellegrinaggio medievale (Einaudi, 2023), scritto da Marco Aime, docente di Antropologia culturale dell’Università di Genova, va a coprire proprio questa lacuna, contribuendo al tempo stesso a sfatare i molti luoghi comuni che in genere si hanno dell’Africa subsahariana, come terra incognita priva di un suo passato, luoghi senza storia e senza cultura, dove vivono i leoni.

Un luogo senza passato, il Mali, perché in realtà obliato dalla dominazione coloniale, in questo caso francese, che l’autore ha visitato e fa rivivere al lettore presentandogli nel libro persone, sovrani, regni e luoghi. Una narrazione colloquiale mai pedante mai accademica, mai legata ai pregiudizi razzisti del passato e dl presente.
Marco Aime parte dalla cartografia, a essere precisi da una famiglia catalana, i Cresques, di professione cartografi, per spiegare cosa gli Europei immaginavano ci fosse nelle lontane terre d’Africa e d’Oriente non ancora domini ottomani: creature fantastiche, mostruose in realtà. Insomma, l’opposto di tutto ciò che era Europeo, un primo passo verso la demonizzazione dell’altro. La sua esclusione dal club dei popoli civili.
Ma la pista intrapresa va molto più lontano, perché, analizzando testi e documenti lo studioso permette al lettore di rendersi conto che il Mali del quattordicesimo secolo è coevo e connesso al mondo circostante, all’Inghilterra, alla Francia: ha una sua storia scritta e orale, strutture sociali complesse e una precisa identità religiosa. Persino una prima costituzione, la mitica Carta del Mande, che sarebbe stata promulgata una ventina di anni dopo la Magna Charta Libertatum (1215).

E dai testi, documenti e fonti orali, emerge tutta l’importanza del viaggio compiuto da Mansa Musa, non un semplice dovere religioso, ma un importante missione politica, in parte riuscita, che serve ad accreditare il regno del Mali e il suo sultano presso il potente regno dei Mamelucchi.
L’ingresso nella più famosa città del Mediterraneo dell’epoca, Il Cairo, è un evento globale, non confinabile al mondo africano, che raggiunge i regni dell’Asia e dell’Europa. Mondi che all’epoca erano connessi e pari fra loro.