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Recensioni di libri

La Macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte di David Grieco

Rizzoli, 2015 - Grieco è il regista del film La Macchinazione, con protagonista principale Massimo Ranieri nei panni di Pasolini, di cui è stato presentato, lo scorso giugno, qualche frammento in occasione della Mostra del Nuovo Cinema a Pesaro e questo libro segue appunto il film che presto potremo vedere nelle sale italiane.

Giovanni Basile
Giovanni Basile Pubblicato il 31-10-2015

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La Macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte

La Macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte

  • Autore: David Grieco
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Rizzoli
  • Anno di pubblicazione: 2015

Quando ci si approssima alla data del 2 novembre, l’editoria italiana si ricorda di Pier Paolo Pasolini: nella notte dei defunti del 1975, il poeta bolognese fu massacrato all’Idroscalo di Ostia in circostanze ancora non del tutto chiarite. Ecco allora i banconi dei librai riempirsi - per qualche settimana - delle sue opere, così come di nuovi libri che promettono magari qualche nuovo elemento sul caso.

David Grieco - sceneggiatore, regista e giornalista romano - nel 1975 era un giovane cronista de l’Unità e conosceva bene sia il poeta sia Ninetto Davoli e i fratelli Sergio e Franco Citti.
Grieco è il regista del film La Macchinazione, con protagonista principale Massimo Ranieri nei panni di Pasolini, di cui è stato presentato, lo scorso giugno, qualche frammento in occasione della Mostra del Nuovo Cinema a Pesaro e questo libro segue appunto il film che presto potremo vedere nelle sale italiane.

Il titolo è già di per sè evocativo di una vicenda che qualcuno ha sempre preferito catalogare semplicemente come un efferato omicidio consumato nel mondo della prostituzione maschile da un giovane di periferia, uno simile a quei "pischelli" raccontati dai romanzi di Pasolini.
In realtà, non si è mai voluto indagare fino in fondo su quel crimine.

Il libro ripropone la storia di quella notte, sviscerandone i successivi aspetti investigativi con risvolti giudiziari protrattisi fino ai giorni nostri: Stefano Maccioni, avvocato, e Simona Ruffini, criminiloga, nel 2009 sono riusciti a far riaprire le indagini sul caso.

Grieco è fortemente polemico nei confronti del libro "Io so... come hanno ucciso Pasolini", scritto dalla mano del presunto carnefice, Giuseppe Pelosi, detto anche Pino la rana, sottolineandone alcuni aspetti contraddittori.

Spunto poi molto significativo, attento, originale è il sottile filo rosso - appena accennato da Grieco - che passerebbe fra il delitto Pasolini e le prime avvisaglie corruttive e malavitose romane, i cui sviluppi porterebbero a quel fenomeno oggi conosciuto come Mafia Capitale.

Illuminante il racconto del percorso giudiziario che ha portato a qualche sentenza mortificante per tutti coloro (pochi, in realtà) che vorrebbero conoscere la verità. Una verità a cui si potrebbe risalire anche interpretando romanzi come Petrolio, l’ultimo libro di Pasolini, incompleto, uscito postumo quasi a ventì anni di distanza dalla sua morte.
Il poeta aveva intuito quarant’anni prima ciò che il Paese stava diventando, la miserrima condizione etico-morale nella quale il consumismo l’avrebbe trasformato.

La Macchinazione, rispetto ai tanti saggi pubblicati negli ultimi anni sull’argomento, è un pozzo di contenuti, riflessioni, intuizioni, conclusioni da renderlo - a mio avviso - una spanna sopra la media e sulle cui pagine non vi è mai una riga di banalità.

La macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Macchinazione. Pasolini. La verità sulla morte

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Commenti: 1

  • Adriano Napoli
    29 luglio 2019, 10:53

    Un libro che ripercorrendo la verità ufficiale sulla morte di Pasolini ricerca la verità autentica su uno degli episodi più inquietanti della storia contemporanea del nostro paese

    L’assassinio di Pasolini nasconde una frode storica dietro cui per mezzo secolo sono state tenute segrete le trame di una strategia della tensione che è costata al nostro paese un numero incalcolabile di morti pari a un conflitto bellico, e soprattutto ha nascosto una verità che appartiene a tutti

    Pier Paolo Pasolini muore la notte tra l’1 e il 2 novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia , assassinato da un “ragazzo di vita” ribellatosi alle sue profferte sessuali. La sua fine violenta, come acclarato in sede giudiziaria attraverso tre gradi giudizio, sarebbe stata dunque la morte annunciata di un omosessuale che “se l’era andata a cercare”. Contro questa versione ufficiale, che nella sua banalità e assurdità mira a celare piuttosto che svelare la verità, il giornalista e cineasta David Grieco, amico personale di Pasolini, ha svolto una inchiesta che lo ha impegnato per alcuni anni, e ha prodotto un film con Massimo Ranieri nella parte del poeta corsaro e un libro, che hanno lo stesso titolo: “La macchinazione”. Perchè l’assassinio, o per meglio dire il massacro di Pasolini, è stato un delitto che si inscrive nei complessi meccanismi della strategia della tensione di quegli anni atroci che il poeta aveva narrato con inusuale coraggio e chiaroveggenza fino all’ultimo giorno della sua vita dalle pagine del “Corriere della sera”, e che stava ricostruendo nelle pagine crudamente visionarie del suo libro incompiuto “Petrolio” in cui il protagonista Carlo Troya non è altri che il plenipotenziario dell’Eni Eugenio Cefis. Di questa ineffabile eminenza grigia ( un personaggio grigio e ascetico, dedito ad “ammassare e costruire il potere secondo la propria natura “ leggiamo nelle pagine di Petrolio) che prolungava la sua ombra sugli affari e i risvolti più torbidi dell’economia e della politica italiana e internazionale, Pasolini aveva delineato un ritratto inquietante, identificando nella sua figura l’essenza di un Potere occulto (da smascherare e processare) che metteva insieme le attività dei servizi segreti, di ministri dello Stato , imprenditori e persino alti prelati con lo scopo di gettare un’intera nazione nel terrore, inducendola a fare scelte politiche in conseguenza di quel terrore diffuso, conciliabili con gli interessi del Potere dominante. Grieco, ripercorrendo la verità ufficiale sulla morte di Pasolini, ne riesamina i molti lati oscuri, le incongruenze e omissioni, le testimonianze di chi quella notte all’Idroscalo c’era e vide, rimaste ituttavia inascoltate dagli inquirenti, come se una verità di comodo fosse preferibile a quella autentica, da mantenere segreta. Eppure, nel corso dei decenni, quella verità ha continuato a parlare, a raccontare la sua storia tragica e inquietante, attraverso soprattutto libri e inchieste, tra i quali vogliamo ricordare “Frocio e basta” di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti; “Profondo nero” , frutto di una magistrale inchiesta dei giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza , che inquadra l’assassinio di Pasolini nella stessa strategia che portò alla morte misteriosa di Enrico Mattei ( e quindi ancora una volta a trame e complotti legati all’Eni) e alla scomparsa del giornalista Mauro de Mauro. E e ancora, “PPP” di Carlo Lucarelli, dal quale apprendiamo che la strategia della tensione è costata un bilancio di oltre 3500 morti tra poliziotti, inquirenti e privati cittadini ; un numero impressionante , comparabile a quello delle vittime della strage dell’ 11 settembre. Emerge da questi libri lo stesso spirito pasoliniano, coraggioso e inflessibile, di raccontare una verità storica che riguarda e appartiene a tutti: ai giovani che hanno il diritto di sapere e capire ,; e a chi ha vissuto la violenza e le menzogne quegli anni, giacchè, afferma David Greco, “ non ci siamo accorti , a destra come a sinistra, di ciò che accadeva, e spesso non ci siamo accorti perché eravamo complici”.

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