L’ultimo esorcista. La mia battaglia contro Satana
- Autore: Gabriele Amorth
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2012
“L’ULTIMO ESORCISTA – La mia battaglia contro Satana” (Edizioni Piemme, 2012, € 16,50) propone la lunga intervista realizzata dal giornalista Paolo Rodari a padre Gabriele Amorth, rinomato esorcista della Curia romana noto anche oltre confine, su Satana, i suoi diavoli e le loro azioni malefiche.
Ho letto quest’opera dopo "Il rito" di Matt Baglio, un libro che racconta di fatti, persone e ambienti assai vicini e in parte coincidenti con quelli de “L’ultimo esorcista”; ho citato più volte Padre Amorth nella recensione del libro di Baglio, che si pone fra il romanzo e la cronaca e, quindi, lascia il lettore di spirito scettico nell’idea di un’opera più fantastica che giornalistica. Ciò non avviene ne “L’ultimo esorcista”, dove tutto è affermato come reale, sia le infestazioni, le ossessioni, le possessioni, sia gli attentati alla salute e persino alla vita attuati dal Diavolo e da una miriade, evangelicamente da una “legione”, di suoi demòni – non dèmoni, come a volte si sente, parola che, classicamente, ha invece diverso significato: il dèmone di Socrate non è un diavolo –.
Può essere importante sapere che, secondo la branca della teologia detta demonologia, tutti quei demòni, differentemente dall’immagine romantica del diavolo-angelo nero che vorrebbe il perdono di Dio ma non lo può più ottenere, sono assolutamente impenitenti, aventi in odio in eterno il Creatore cui si ribellarono. Per niente disposti a chiedergli grazia e odiatori degli esseri umani, i soli cui possano far male non avendo la potenza di toccare Dio, i demòni desiderano distruggere gli uomini infliggendo loro sofferenze d’ogni sorta, fisiche e morali, per portarli alla disperazione, al suicidio – anche lento con droga e alcol – e alla dannazione.
Per inciso, a proposito di dannazione: Il Cristianesimo delle origini, quello dei primi cent’anni d’esistenza circa, precedente la sua platonizzazione e la relativa idea di anima umana intrinsecamente spirituale e immortale, distingue l’anima stessa dall’animo, questo solo divino e non umano a differenza di corpo e anima, anche se è presente – cioè lo spirito di Dio è presente – in ogni persona: per il Nuovo Testamento il salvato non nasce con anima spirituale immortale, è soltanto alla propria morte che, andando a Dio, si trasforma da corpo “animale-psichico” a “spirituale” (cfr. le neotestamentarie 1a lettera ai Corinzi di Paolo e 1a lettera di Giovanni); e se il cosiddetto “inferno” – si noti che nel Testamento la parola inferno non c’è, ci sono sheòl e inferi, cioè il sottoterra, l’essere sepolti, c’è geenna, che storicamente era l’inceneritore delle immondizie presso Gerusalemme, e con lo stesso significato c’è stagno di fuoco – se l’inferno, dicevo, è nient’altro che l’annichilimento dopo la morte del peccatore, senza risurrezione, non così si pensa fin dal principio per i diavoli: la sofferenza non ha mai termine per loro, creature preternaturali non mortali; e però non perché vivano già ora o caschino a un certo punto, quanto meno alla fine del mondo, in un vissuto “inferno” (semmai dopo la fine del genere umano finiscono bruciati nello stagno di fuoco, cfr. l’Apocalisse, cioè non esistono fuori dal mondo-tempo), e però, non essendo i demòni creature naturali, restano vivi nel particolare senso che soffrono per sempre la pena di esistere nella Storia, perennemente presente a Dio nonostante il suo termine per gli esseri umani, percorrendola avanti e indietro tentando e ossessionando gli uomini delle varie epoche; sono prigionieri del tempo; potremmo anche dire sorridendo, con espressione di fantascienza, che i diavoli sono viaggiatori nel tempo.
Padre Gabriele Amorth non è però un teorico di demonologia e non parla di cose come anima spirituale o trasformazione del corpo umano da materiale a spirituale, semplicemente egli agisce sul campo, caso per caso, contro Satana e gli altri spiriti maligni. Ci confida nel libro d’essere esorcista nonostante ben altre personali preferenze, ci dice che per la maggior parte della propria lunga vita non è stato tale ma “prete paolino, giurista, appassionato di mariologia” – non di demonologia – “giornalista professionista”, e che fu il cardinal Ugo Poletti, vescovo vicario di Roma, che nel 1986, senza che l’interessato ne avesse avuto alcun sentore, a convocarlo all’improvviso e nominarlo esorcista nella Curia romana, indirizzandolo per l’apprendistato al magistero, sul campo, d’uno dei più capaci esorcisti del tempo, padre Candido Amantini, figura di cui avevo già letto ne "Il rito" di Matt-Baglio. Indefesso, da allora padre Amorth dà sollievo e tante volte riesce davvero a guarire vessati e ossessi. La ultraventicinquennale sua esperienza d’esorcista l’ha convinto del tutto che il Diavolo e i demòni esistono davvero e che sistematicamente colpiscono in forme più o meno gravi gli umani. Tuttavia, afferma, egli non deve lottare solo contro quei malvagi, perché si trova di fronte il muro di tanti vescovi e di moltissimi sacerdoti che ai diavoli non credono affatto e li ritengono i prodotti di superstizioni del passato o, comunque, mere allegorie della tentazione e del male; e tanto più, è proprio questa l’idea della maggioranza dei credenti laici, compreso il sottoscritto in verità, pur se un libro come questo può indurre a meditare anche perché non si capisce in che modo padre Gabriele, non sognatore ma solida persona laureata in giurisprudenza, avrebbe interesse a testimoniare fantasie, visto che moltissimi della Gerarchia della Chiesa lo ignorano quando non l’avversano.
Come quest’esorcista dice, richiamando Baudelaire, il capolavoro di Satana è aver fatto perdere le sue tracce e convinto gli uomini che non esiste; soggiunge che i Vangeli sono chiarissimi in merito: Gesù è tentato personalmente, Gesù esorcizza e guarisce indemoniati, figure evangelicamente diverse da quelle dei malati ch’egli pure risana; e d’altronde ancor oggi le scienze neurologiche non sono in grado di guarire i disturbi di certi ossessi, anzi nemmeno di stabilire l’eziologia del loro male e d’identificare la causa di manifestazioni paranormali come la materializzazione di oggetti, la levitazione, il parlare lingue sconosciute.
Le 262 pagine del libro raccontano tanti casi di possessione, ossessione, infestazione e vessazione combattuti da padre Amorth; tanti sì, egli ci dice, eppure solo un piccolo campionario rispetto alle migliaia che ha affrontato in un quarto di secolo, operando quotidianamente su molti pazienti, persino nei giorni di gran festa come il Natale, ancor oggi con enorme energia nonostante l’età veneranda (nasce a Modena nel 1925). L’intervistatore gli chiede a conclusione dell’opera: “Ha paura di Satana?”. Risponde:
“Non sono io che ho paura di lui, è lui che ha paura di me e di tutti coloro che vivono in Gesù Cristo”.
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