L’innocenza dell’iguana. La nuova indagine di Enrico Radeschi di Paolo Roversi

Paolo Roversi è il nome giusto per i libri Marsilio gialli e noir. L’ultimo romanzo dell’autore è L’innocenza dell’iguana (2025), nuova indagine di Enrico Radeschi, che è un giornalista e hacker. Qui il protagonista non è un vice ispettore o vice ispettrice o commissario e brigadiere (anche se per i suoi pezzi migliori di cronaca nera li deve frequentare, capirne le psicologie e i pregiudizi) o semplicemente un commissario che vuole primeggiare e in giro ci sono; ed è questo che fa la fortuna dei gialli e dei noir, il poter scegliere tra migliaia di identità e di trame.

Milano, una notte di mezzo tempo, una moto nera che va veloce e che uccide con l’intento di colpire due uomini, molto diversi tra loro. Forse almeno uno dei due era nel posto sbagliato o volevano proprio uccidere entrambi? Uno è Michele Marras, noto conduttore radiofonico, l’altro è Giovanni Fontana. Va sul posto Sebastiani, poi è il turno dell’ispettore Mascaranti e l’agente scelta Rivolta. Troppi nomi, troppi sottotesti, ma le indagini diventano sempre più complicate. Chi scrive non vuole sapere nulla che riguarda la trama principale, ma capisco pure chi ha bisogno di avere un minimo la strada spianata.
Una cosa che non inficia le indagini è l’incontro tra Enrico e il "Danese", un uomo misterioso, esperto in computer e di altro, che il giornalista di cronaca nera rivede volentieri. Ha un passato molto doloroso, il Danese; chi ha seguito le prime indagini di Radeschi sa della loro amicizia.

Nel romanzo noir che ha messo su Paolo Roversi, sempre più presenti sono i droni, l’intelligenza artificiale, il seguire una macchina che sta a cinquecento kilometri di distanza. Quindi solo i nostalgici guarderanno o leggeranno Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, che invece al botteghino ha avuto un insperato successo.
Inutile dire che libri e film noir o gialli non avranno cadute editoriali o televisive. La gente esorcizza, cerca il male in cose che sono lontane dalla loro quotidianità. Un bisogno di sicurezza. Roversi bisogna tenerlo segreto, anche se ci sono quelli che dicono tutto per "vocazione"; ha scritto un romanzo convincente, commovente, che fa intravedere come saranno gli anni a venire.