L’amore è cieco, Cazzinga no!
- Autore: Carmine D. Caputo
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Che titolo, L’amore e cieco, Cazzinga no!, per il thriller made in Italy del tarantino-emiliano Carmine D. Caputo. Gli si deve anche l’immagine di copertina del romanzo pubblicato in primavera tra i Gialli Damster, marchio delle Edizioni del Loggione (Modena, aprile 2024, 258 pagine).
Se vogliamo, già la biografia confezionata dall’accoppiata autore-editore è un testo brillante, divertente, ricco di autoironia. Nel risvolto, con tanto di bella foto a colori del nostro Carmine, si legge:
Caputo è nato a Statte, Taranto, nel 1987, Anno del Coniglio. Nonostante il losco presagio, sostiene con coraggio i colori rossoblù ionici della più popolosa città d’Italia mai salita nella serie A calcistica, insieme a Prato. Vive a Bologna, dov’è addetto stampa per la Regione. Ha visto una quindicina di volte “The Blues Brothers”, convincendosi d’essere in missione per conto di Dio. Quale sia il mistico incarico, difficile stabilirlo, di sicuro non scrivere libri, visti i clamorosi insuccessi sin qui raccolti, tra i quali “#Stodadio-L’enigma di Artolè” e “L’invidia del mare” per Damster Edizioni, oltre ad altre opere introvabili, per cui perchè citarle? I suoi editori da tempo cercano di convincerlo che i romanzi gialli non devono anche far ridere. Invano.
Dal suo blog si apprende altro: la foto che lo riprende sorridente e foltocrinito è di dieci anni fa; giornalista di professione e scrittore per passione, è a metà strada dai settant’anni. Si è occupato per quasi nove anni di comunicazione d’impresa in una multinazionale a Bologna e dal 2009 al 2015 dell’istituzionale nell’Urp del Comune di Monzuno (BO); dal luglio 2021 è addetto stampa nell’Agenzia d’informazione della Regione Emilia-Romagna. Nel tempo libero fa il papà di due ragazze meravigliose e il marito di una “ragazza” altrettanto splendida. Quando possibile, scrive.
Certo, più che dell’autore ci si si aspetterà di sapere del romanzo.
Va premesso che in stretto Caputo-linguaggio la copertina propone uno scorcio di Borgo La Scola, a Grizzana Morandi, tra i suggestivi piccoli centri medievali meglio conservati. Costruzioni del 1400-1500 che Carmine conosce bene, essendosi occupato per cinque anni dell’ufficio stampa dell’Unione dei Comuni montani dell’Appennino bolognese e per oltre un semestre della promozione dei beni paesaggistici e culturali della Regione.
A questo punto, dopo l’ennesima divagazione sarà evidente che si fa di tutto per non parlare di quel tipaccio di Cazzinga. Diciamo che è già apparso in un paio di racconti del tarantino sotto le Due Torri e che svicolare per borghi storici di montagna non è fuori tema, visto che lo incontriamo proprio là. Sta conducendo un furgone malandato su per le salite appenniniche, dalla provinciale Porrettana verso Riola, con la Rocchetta Mattei in bella vista.
Cazzinga non ha bisogno di soldi, è abituato ad una vita monacale con poche spese. A sessant’anni suonati, ne ha trascorsi quaranta sopravvivendo di furtarelli e piccoli imbrogli, ma solo ai più abbienti, “per una sorta d’innato revanscismo”.
Sono anni però che non vive più di espedienti, furti in abitazioni e truffe, ha messo da parte un bel gruzzolo e opera da investigatore freelance, sbarcando bene il lunario. Tuttavia, non riesce a rinunciare ogni tanto al brivido del vecchio mestiere, aprire casseforti e svuotare cassetti, per quanto la sua etica personalissima lo tenga alla larga dalle famiglie di lavoratori, da anziani e pensionati: sgraffigna alle partite Iva a sei zeri, perché rubare a un evasore è come riprendersi qualcosa ch’è tuo.
Insomma, Cazzinga deruba solo chi ha tanto, anche troppo. Una specie di giustizia redistributiva, l’importante è che siano sfacciatamente ricchi. Che poi, non se ne accorgono nemmeno. Se sottrai cento euro dal portafoglio di chi ne ha mille, penserà d’avere esagerato con lo shopping.
Un imprenditore varesotto ha comprato un’abitazione alla Scola. È un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: no auto, antifurto, agenti. Un paradiso per i mariuoli. Qualche cassaforte forse, ma nulla da impensierire un professionista.
Ha destramente avuto la meglio della serratura di un’abitazione quando il proprietario la raggiunge, accompagnato da una bella ragazza. Cazzinga ripara in un capiente armadio e con lui anni di onorata carriera da borseggiatore, ladro, spia, infiltrato, truffatore, falsario.
Dal nascondiglio, non può fare a meno di ascoltare quello che il tizio dice alla giovane - tranquilli, non si spoilera, lo leggiamo nemmeno a pagina 20 - in pratica, le fa ripassare “il piano”, che non sembra complicato. “Sua eccellenza” è stato chiarissimo: lei deve sposare il bel professore. È stata brava ad acchiapparlo con la scusa dell’agenzia immobiliare, adesso sotto col matrimonio. La zia gli ha lasciato una fortuna, ma nessuno deve sospettare un’unione interessata. La moglie eredita tutto, in caso di morte senza figli e testamento. Il fattaccio dovrà accadere in luna di miele in Kenia, ma niente avvelenamenti, troppo rischioso. Alle tracce di veleno ci arrivano anche le polizie inefficienti.
Sicchè, il nostro è venuto a conoscenza di un progetto criminale e proprio non fa finta d’aver sentito niente. Delinquente sì, ma con un’etica alla Robin Hood. Parte al cauto soccorso e il romanzo decolla, portandoci in giro per l’Italia, andata e ritorno dalla Puglia, oltre a proporre tanti personaggi suggestivi creati dall’ottimo Caputo.
Una è Antavleva Casadio, virago femminista segretaria dell’Agenzia FBI, per cui Cazzinga lavora da detective. Russa? Slava? Ma no, il nome deriva dal dialetto romagnolo e la dice tutta su cosa il padre pensasse di lei, quand’è nata. “An’ta vleva”, “non ti volevo”, esempio del ricorso frequente ad espressioni dialettali, pugliesi e non solo, con cui lo scrittore di Statte trapiantato a Bologna colora i suoi testi divertenti e gialloalternativi.
L'amore è cieco, Cazzinga no! (I Gialli Damster Vol. 58)
Amazon.it: 4,19 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amore è cieco, Cazzinga no!
Lascia il tuo commento