Infinito futuro
- Autore: Silvia Colombini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Silvia Colombini scrive benissimo, è tagliente e al contempo mette in scena una pietas che spiazza, perché i suoi personaggi, tranne rare eccezioni, sono orribili. Lei salva solo le coppie non eteronormative, gay e lesbiche, perché ancora non si preoccupa della componente "queer" dei non binari, quelli che non si riconoscono né nel maschile né nel femminile e solo con le e rovesciate ci fai poco.
Ma, insomma del gender fluid già se ne scrive, vediamo cosa capiterà alla narrativa tra qualche anno. Siamo tutti curiosi.
Nelle pagine di Infinito futuro (Eretica edizioni, 2022) l’autrice fa entrare Neuro in casa di Gianna, che doveva chiamarsi “Euro” per i suoi genitori dignitosi e poveri. Gianna lo fotografa tutto nudo, perché Neuro fa parecchia palestra e ha i muscoli scolpiti. E fin qui sembra tutto strano e allo stesso tempo normale, se non fosse che Gianna ha esaurito ogni forma di condivisione sessuale e ora posta corpi nudi su Instagram.
La villa dove vive Gianna è del padre, Michele Zecca, che non solo ha uno studio legale, ma è anche Professore ordinario di Diritto privato all’Università. L’unica cosa che vuole Zecca è diventare Rettore. Il resto, famiglia compresa, sono solo zavorre.
E appunto per questo la sua bellissima moglie bionda non solo non è in villa, ma sembra non essere da nessuna parte. Lei trova rifugio da Titti e Geremia, quest’ultimo si fa chiamare Gerri ed è gay, anche se ama a modo suo la coinquilina Titti. Scopriamo quindi il nome della bellissima signora elegante: si chiama Candida.
Dopodiché ci ritroviamo nel 1982, liceali, Michele Zecca è uno degli estimatori di Candida ma sta con Giulia Morosini, che va a letto con tutti i clienti del padre, un noto avvocato. Nel frattempo Candida diventa amica di Brando, forse gay, ma è solo il 1982, la parola gay si sente pochissimo e pochissimi fanno coming out.
Nel frattempo conosciamo Luisella che veste come una suora e vuole sposare Filippo Devoto. Filippo è bello, ricchissimo e con un futuro da medico primario.
Poi ci ritroviamo di nuovo nel 2022, ora Brando è gay e quindi rispettato e temuto, perché ora c’è il gender fluid come fatto positivo e il cambiamento climatico come fatto negativo. Avrete capito che la scrittrice Silvia Colombini si diverte a vedere come sono diventati i ragazzi del liceo del 1982, e come sono ora, con chi sono sposati e quanti figli hanno avuto.
Questo continuo andare a ritroso nel tempo e poi andare avanti non stanca, perché l’autrice ha anche una forte predisposizione alla sintesi e poi abbiamo capito che i ragazzi di questo millennio sono migliori di quelli degli anni Ottanta dello scorso secolo. E così il libro va avanti e dopo la maturità siamo nel 1990. La scrittrice ce la mette tutta per dare continuità a una storia, dove bisogna capire ogni singolo avvenimento. Che lasciamo ai lettori.
Però prima, bisogna capire la pietas che dicevamo all’inizio. Dov’è finita?
È finita nella vita a metà di Candida che resta incinta di Devoto e abortisce, ma le viene asportato tutto, col risultato che non potrà mai avere figli. E quindi le persone che sembravano superficiali negli anni Ottanta si ritrovano solo con grumi di dolore, mentre i maschi, che non si accorgono di niente aspirano solo alla cattedra di Rettore, mantenendo in famiglia un certo decoro necessario per le nuove mansioni.
Chi legge ha nostalgia di anni più semplici, dove il cambiamento climatico era ancora una parola che veniva pronunciata dagli scienziati e non dalla gente comune, ma nonostante la complessità, la cupezza e i brutti presentimenti del nuovo millennio, la scrittrice preferisce i giovani attuali, che sono più inclusivi, ecologisti e vegani. Ma basta vedere con l’immaginazione il telefono grigio col disco a volte col lucchetto, per ricordarci che i nostri migliori ricordi si sono cristallizzati in noi nel secolo scorso, dove c’era più ignoranza e meno coscienza del pianeta in cui siamo.
Ma non l’abbiamo scelto noi, quindi ognuno si chiederà su quale anno o secolo si vuole intristire di nostalgia.
Anche stavolta Silvia Colombini ci ha fatto ridere, ci ha fatto commuovere, ma soprattutto ci ha ricordato che sono le storie che si raccontano ciò che noi ancora cerchiamo. Finché avremo bisogno di storie, la narrativa ci accompagnerà.
Un libro bello e struggente, che ha momenti anche di grande divertimento, perché per l’autrice tra il bene e il male ci sta bene anche uno shot di tequila.
Infinito futuro
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