Copertina del libro "Mi vida junto a Pablo Neruda" di Matilde Urrutia.
Il sorriso è simbolo di salvezza nella poesia di Pablo Neruda. Una delle più belle poesie d’amore del poeta cileno, Il tuo sorriso (in lingua originale Tu risa), scritta nel 1952, è dedicata al sorriso della donna amata. La lirica è contenuta nella celebre silloge nerudiana I versi del capitano (Los versos del capitán, Ndr), l’omaggio poetico dell’autore alla sua musa, la cantante lirica Matilde Urrutia, conosciuta per la prima volta nel 1946 durante un concerto all’aperto.
Il simbolismo del sorriso in questi versi acquisisce una duplice valenza: è benessere e gioia e, al contempo, è la qualità più bella della donna amata. Il pensiero di Matilde è indissociabile dal suo sorriso, ciò che dà al poeta felicità e forza e lo riconcilia con le difficoltà della vita. Il sorriso della donna appare come un’oasi di ristoro, una fonte di salvezza, viene paragonato a tutte le cose visibili e invisibili, naturali e non, sino ad acquisire un’importanza spirituale, a raggiungere una qualità di perfezione ultraterrena. Il momento di massima climax è raggiunto nella parte centrale della poesia, quando Pablo Neruda afferma il valore salvifico del sorriso che sembra far accedere l’uomo a un paradiso in terra. Ricorda la definizione dantesca di Beatrice come “Quella che imparadisa la mia mente”: anche il sorriso di Matilde è il paradiso per Neruda, il ricongiungimento e l’approdo del difficile viaggio iniziatico della vita.
Ci sono sorrisi che fermano il tempo, come quello scambiato tra Matilde e Pablo, un sorriso che ricorda un abbraccio infinito e li rende uniti in un vincolo che sembra esistere in un eterno presente. Una foto antica, color seppia, ci restituisce intatto il miracolo di quell’amore.
Vediamone testo, analisi e commento.
“Il tuo sorriso” di Pablo Neruda: testo
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
“Il tuo sorriso” di Pablo Neruda: analisi e commento
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Non è solo una poesia d’amore, è una poesia di lotta, di speranza, di sopravvivenza. Nel simbolismo del sorriso Neruda racchiude il senso supremo della vita: il riso, in questi versi, appare vivificante, più utile e indispensabile del nutrimento e dell’aria che si respira. Nella prima strofa il poeta afferma che il sorriso della donna amata è ciò che lo mantiene in vita; in seguito quel sorriso, paragonato a tutte le cose leggere e vaganti della natura, all’onda e all’argento, alla leggerezza e alla soavità che sono nel mondo, diventa il rifugio e la consolazione per un uomo che ha visto tante brutture e sofferenze nel mondo, patito la pena dell’esilio e della lontananza. Anche nell’ora più oscura della morte e dell’angoscia il sorriso della donna diventa un medicamento, ciò che lenisce le ferite, risparmia il dolore.
I versi centrali sono forse i più belli dell’intera poesia, il punto di massima climax dell’intero componimento. Il sorriso della donna diventa vertigine e ascesa, conserva in sé il battito segreto - inalienabile - della felicità, appare come una scala che conduce in alto sino alle vette di uno splendore ineffabile.
Anche noi che leggiamo avvertiamo la perfetta sinergia tra il sorriso e la luce, un’epifania luminescente che ci eleva:
Ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Interessante notare come il sorriso della donna amata venga paragonato all’acqua, è “l’acqua che d’improvviso scoppia”, la “repentina onda”, la “cascata di spuma”, “vicino al mare”; questa sequela di metafore ricorda i versi di un altro poeta, Eugenio Montale, che in Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida istituisce un paragone analogo e contemplativo tra il sorriso e lo specchio d’acqua cristallino, rasserenante, il riflesso di un volto gioioso, spontaneo. Il sorriso diventa una sorta di talismano, utile a esorcizzare le inevitabili sofferenze dell’esistenza.
Così in Neruda il riso è arma di seduzione, complicità amorosa, espressione benevola ed entusiasta di allegria che esprime la costante meraviglia e l’innocenza di stare al mondo.
Nei versi finali della poesia il sorriso della donna amata viene paragonato a “un fiore” (il fiore che attendevo), dunque la felicità è qualcosa che fiorisce, qualcosa che cresce a dispetto di tutto, ciò che non viene intaccato dalla rovina, dalla degenerazione, dal dubbio. Proprio tramite l’ultima metamorfosi, quella del riso che diventa “fiore”, scopriamo la funzione più intima e segreta del sorriso, la sua metafora più estrema che esso sottintende, ovvero l’impulso vitale. L’associazione sublime che Neruda intesse in questi versi non è tra il sorriso della donna e l’amore, ma tra il sorriso della donna e la vita, sino a un’equiparazione esclusiva: il sorriso della donna amata diventa la ragione di vivere, la casa e il rifugio, la sua felicità che esplode nella risata è la “patria sonora”, la destinazione finale di un’esistenza raminga che finalmente trova un approdo.
Il sorriso, nella poesia di Neruda, non è solo bellezza o espressione di gioia, diventa antidoto e incantesimo, talismano in grado di scacciare la sventura, è grazia e armonia vitale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il tuo sorriso”: la poesia d’amore e salvezza di Pablo Neruda
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