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Recensioni di libri

Il principio della rana di Tiziana Cristiano

Scatole Parlanti, 2021 - Una vicenda comica ma dagli aspetti drammatici che diverte lasciando l’amaro delle riflessioni, quelle importanti sulla nostra vita, sui nostri punti di riferimenti, sui nostri anziani e le comunità più deboli sempre più spesso dimenticate e lasciate sole al loro destino.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 18-12-2021
Il principio della rana

Il principio della rana

  • Autore: Tiziana Cristiano
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2021

Una vicenda comica ma dagli aspetti drammatici che diverte lasciando l’amaro delle riflessioni, quelle importanti sulla nostra vita, sui nostri punti di riferimenti, sui nostri anziani e le comunità più deboli sempre più spesso dimenticate e lasciate sole al loro destino. Il principio della rana (Scatole Parlanti, 2021) è un romanzo tratto da un cortometraggio della stessa autrice dal titolo Lo sfratto, nel quale affronta la sua visione della realtà, con temi sociali a lei molto cari.

Tiziana Cristiano, laureata in Lettere e filosofia, ha vinto premi della critica e menzioni d’onore con sceneggiature e cortometraggi; ha pubblicato negli anni articoli di cronaca locale e recensioni cinematografiche e la sua intensa passione per la scrittura l’ha indotta, nel periodo del lockdown, a proseguire la narrazione in un romanzo.

In un giorno di caldo insopportabile nella sala grande del Centro Anziani, Emilio mani giunte in grembo, sedeva dietro al tavolo degli oratori con accanto il giovane assessore.

“Questo è troppo giovane, hanno mandato un ragazzino, avrà sì e no l’età per andare a donne.”

Mentre lo osservava si lasciava andare ai ricordi della sua infanzia in borgata, quando nel dopoguerra c’erano pochi soldi ed erano tanti i sacrifici e le rinunce ai quali era stato abituato. Il Comune aveva loro comunicato l’imminente chiusura e il conseguente sfratto. Cosa faremo nel frattempo. Dove andremo? Ed ecco che senza pensarci troppo su, Emilio impugnando un fucile tra lo stupore generale comunica agli oratori che fin quando non fosse arrivata la revoca dello sfratto, non li avrebbe lasciati andare. “Mi avete costretto voi, non avrei voluto arrivare a tanto” disse a gran voce rivolgendosi al giovane assessore che si asciugava il sudore sulla fronte.

“È tutta la vita che mi mettono in un angolo, che non mi considerano. Sono sempre stato un buon cittadino, di quelli che pagano le tasse e non protestano mai, e per questo non ho preso certo medaglie né riconoscimenti. Ora che sono vecchio e stanco il Centro è tutto quello che mi è rimasto. Non me lo voglio far portare via.”

Il Geometra, il Colonnello, Nando, Marisa e Adriano erano tutti d’accordo che stavano subendo un’ingiustizia, anche se il sequestro di persona era un’azione folle: la notizia sarebbe stata del giorno e le forze dell’ordine ben presto sarebbero arrivate ai cancelli.

Emilio tentava di spiegare al giovane politico il suo gesto e quanto l’essere anziani li aveva portati ad accettare sempre tutto con rassegnazione. Quando si faceva parte della vita produttiva c’era il doveroso rispetto; dopo, una volta in pensione, tanti cari saluti. Gli racconterà del principio della rana: se si immergesse una rana in una pentola con acqua bollente la rana salterebbe fuori, fuggirebbe in tutti i modi per salvarsi; al contrario, se la rana fosse messa in una pentola con dell’acqua fredda che lentamente viene riscaldata, dapprima tiepida, poi più calda e infine bollente, la rana non avrebbe più la stessa forza di saltar fuori perché è stata nel frattempo sottoposta ai vari passaggi intermedi che l’avrebbero resa mansueta e incapace di reagire anche a costo della sua vita. È quello che succede alle persone remissive che accettando passivamente le vessazioni si adattano alla deriva della società.

Il Centro Anziani era stato creato in una cascina fuori città dove successivamente nei terreni intorno nel giro di una cinquantina d’anni era avvenuta l’urbanizzazione, con palazzoni di case popolari di otto piani e la metropolitana a pochi metri, ed era diventato nel tempo un’oasi in un deserto di cemento. Un luogo vivace e pieno di vita. La vicenda sull’immobile, situato oggi in una zona centrale, non sembrava del tutto chiara tra le procedure dei ministeri, sovraintendenze e Comune. Il Centro Anziani faceva parte di un progetto di ristrutturazione e riqualificazione che lo avrebbe trasformato in un Centro servizi per i giovani. Un intento speculativo per fare soldi: è la politica, mascherata dall’intento di curare l’elettorato, perché i giovani sono il futuro elettorale. Gli anziani, al termine della loro vita, non meritano più attenzione, evidenziava Emilio. Le abitudini peggiori accettate come consuetudini, protette dal silenzio e dall’omertà.

Tutti così, testimoni silenziosi di crimini, truffe, azioni oltre i limiti della legge e della morale e mai nessuna parola.

Rassegnazione o mobilitazione, sopravvivenza o vita decorosa; come si evolverà la storia di Emilio e dei suoi amici ? Al lettore scoprirlo!

I temi affrontati dall’autrice non sono solo condivisibili, ma dal suo lavoro trapela un significato che va ben al di là della specificità del tema trattato. È l’esercizio del dominio e del suo perpetuarsi, come scriveva il sociologo Pierre Bourdieu, e l’universalità dei diritti fondamentali non è mai assoluta. La lettura della vicenda di Emilio e del Centro induce a riflessioni profonde sulla nostra realtà, sulla politica e sulla qualità della nostra vita.
Consigliato!

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il principio della rana

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