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Recensioni di libri

Il ministero della Bellezza di Marco Lazzarotto

Las Vegas Edizioni, 2021 - Un romanzo suggestivo, dalle molteplici chiavi di lettura e declinazioni dal politicamente allusivo ai canoni socioculturali della bellezza.

Teresa D'Aniello
Teresa D’Aniello Pubblicato il 15-11-2021

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Il ministero della Bellezza

Il ministero della Bellezza

  • Autore: Marco Lazzarotto
  • Genere: Fantascienza
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2021

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Matteo Labrozzo, un giovane scrittore, lavora da casa ai suoi romanzi. È un uomo felicemente trascurato, indossa costantemente una t-shirt, ama il suo aspetto trasandato, ha “una calvizie incipiente”, qualche chilo di troppo e vive felicemente la sua relazione con Lisa, bella, un fisico invidiabile e donna in carriera, nella loro casa di Torino. Si era innamorato di lei perché faceva parte della categoria “ragazza bella che non sa di esserlo”. Matteo è il protagonista di una vicenda irreale, in un modello di società e di convivenza civile le cui radici negative sono già presenti nella nostra. Ed è soprattutto ignaro di cosa lo attenderà, delle norme che il nuovo governo ha appena varato.

Dominic Ardemagni, un uomo venuto dal nulla con la passione della Juventus e senza conoscere la storia italiana, parrucchiere non vedente tra i più richiesti di star e vip, senza nessuna appartenenza a un partito politico né di destra né di sinistra (anche perché non interessato), nel giro di pochi anni ha ricevuto così tanti voti da formare un movimento e, corteggiato da imprenditori e politici, è uno degli eletti al governo del Paese. Gli è stato affidato un ministero nuovo di zecca, quello della Bellezza, con sede in Versilia in una discoteca affacciata sul mare. “La lunga estate della Callistocrazia”, stava così iniziando.

L’autore Marco Lazzarotto è nato a Torino e ha pubblicato diversi manuali di scrittura e romanzi. Il ministero della Bellezza è qui riproposto in una nuova veste da Las Vegas Edizioni (2021), una giovane realtà editoriale che pubblica “libri che regalano uno sguardo diverso e inatteso”. Un romanzo che potrebbe appartenere alla letteratura distopica: una parte della narrazione è ambientata in una società immaginaria inquietante, per poi diversificarsi in vicende umoristiche altamente riflessive: la bellezza diviene un fattore vincente e di potere, ancor più per poter lavorare. Il protagonista della storia diverrà un osservatore acuto del comportamento umano.

Dopo aver letto solo poche pagine di questo brillante e accattivante romanzo ho ricordato alcuni incidenti con le parole durante le elezioni di qualche anno addietro: La Russa “le nostre elette mai brutte come a sinistra”, o la frase di Moretti “piacere non è un tabù”, e tante altre che potrebbero essere riportate, ma per garbo mi fermo.

Matteo Labrozzo sarà uno dei cittadini che aprendo la porta di casa allo squillo del campanello verrà sottoposto al test del ministero della Bellezza.
Il neoministro ha fatto approvare modifiche alla Costituzione per cui l’Italia è ora una Repubblica callistocratica fondata sulla bellezza. “La democrazia era in pericolo”.
La riforma, nonostante le manifestazioni contro, si fonda sui canoni puramente estetici. Casa per casa per le verifiche, squadristi con camicie bianche a presidiare le vie e i centri urbani, specchi giganteschi ai lati delle strade e l’unico imperativo essere belli e allontanare i brutti. L’ispettrice, alta, bionda e più giovane prende nota del suo aspetto inadeguato. Anche se lavora in casa, è necessario che uno scrittore sia vestito secondo i canoni in vigore: completo giacca e pantaloni, camicia con cravatta e scarpe lucide.

L’ultima volta che Matteo ha indossato un vestito completo è stato il giorno della sua laurea: “uno scrittore mica deve essere bello per forza”, pensa. Essere belli sempre e a tutti i costi è un monito e un dovere per la cittadinanza. Nelle città sono state create zone interdette ai brutti (se hanno un permesso all’attraversamento devono coprire la faccia con un sacchetto di carta), creati confini di area ai disabili e spiagge vietate agli obesi.

“Vigili urbani con il torace sovrasviluppato e la mascella manifesto anni Venti si facevano largo tra la gente e, sollevando un manganello, indicavano le persone, sentenziando tu si, tu no.“

Non si vedono più in giro né venditori ambulanti, né mendicanti, né ragazzi con i loro strumenti musicali. Iniziano a sparire alcuni alcolici tra i quali la birra, vietata perché un alimento che rende brutti, e poi la cioccolata, salumi e formaggi. I locali in alcune zone della città, prima chiusi per la crisi economica, rialzano le saracinesche; si sono trasformati in centri di bellezza, negozi di abbigliamento, tatuatori, parrucchieri e profumerie. Torino è tornata a essere una città vivace. Cambiamenti storici per un Paese, sostiene il neoministro, che ha capito quanto i tempi fossero mutati.

Anche per l’editoria si detteranno nuove linee guida: i libri dovranno “essere belli”, con copertine seducenti. A questo punto Matteo, abbandonato da Lisa sempre più bella e con il suo editore che ha dovuto lasciare la sua sede con affaccio sul Po per la periferia urbana, cercherà una sua particolare via di fuga che intimamente sarà la sua resistenza, la sua contestazione al sistema.

“Non conformatevi”, scriveva Pier Paolo Pasolini, a un potere che non lascia alternative al deserto che ha prodotto dentro di noi! Il ministero della Bellezza è un romanzo suggestivo, dalle molteplici chiavi di lettura, declinazioni dal politicamente allusivo ai canoni socioculturali della bellezza. Da leggere!

Il ministero della Bellezza

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il ministero della Bellezza

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