

Il margine dell’alba
- Autore: Mariangela Cerrino
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Il margine dell’alba. Romanzo storico. Briancon-Oulx Pragelato 1540-1590, un titolo articolato, esauriente nel presentare il contenuto del libro di Mariangela Cerrino, per il marchio editoriale piemontese LAReditore (aprile 2022, collana Memorie, 318 pagine, in collaborazione con lo storico periodico di Pinerolo L’Eco del Chisone).
L’autrice, torinese, è già nota a non pochi lettori, vista l’ampia produzione di romanzi storici e anche di fantasy e fantascienza in cinquantasette anni di carriera narrativa per diversi editori, a partire dalle historical fiction firmate a partire dal 1966 con lo pseudonimo di May Ionnes Cherry.
Nel 1986 Cerrino ha fondato con cinque amici lo Star Trek Italian Club. Ama esplorare idealmente mondi sconosciuti e viaggiare virtualmente nel tempo, dall’enigmatica civiltà etrusca al Medioevo ai quattro secoli di storia americana, dallo sbarco dei padri pellegrini della Mayflower.
Le vicende narrate nel romanzo Il margine dell’alba risalgono a un’ottantina di anni prima che quarantuno famiglie di puritani calvinisti (esuli dall’Inghilterra perché ostili alla religione anglicana) sbarcassero nel Massachusetts e fondassero la prima colonia britannica sulla costa orientale del Nord America. I fatti narrati non riportano però all’allora poco diffusamente abitato territorio dei futuri Stati Uniti e nemmeno alla madrepatria inglese, ma conducono nel Piemonte del 1540, in Val Susa, sulla strada per il valico del Monginevro.
La storia di quei luoghi, tanto cara all’autrice piemontese, parla di eresia valdese, di duchi Savoia, di occupazione francese delle Alpi Cozie dal 1536 al 1559, in un territorio soggetto al transito degli eserciti.
Un periodo difficile, in cui si verificarono anche lotte religiose. Presenti nelle valli alpine dal 1200, i valdesi (o vaudois, come dicono da quelle parti), aderirono nel 1532 alla riforma protestante.
Con la predicazione di alcuni collaboratori di Calvino, le popolazioni delle valli Chisone e Susa si convertirono in massa al calvinismo. La repressione scatenata dal cattolicesimo francese portò alla larga diffusione di condanne al rogo.
Il tardo 1500 vide otto guerre di religione (1562-1590), con protagonisti il condottiero cattolico Jean Arlaud detto Lacazette e il capo degli ugonotti Francois de Bonne, duca di Lesdiguières.
Mariangela Cerrino presenta un ventenne Jean Louis, non ancora capitano Lacazette, in casa del padre Jean Arlaud, notaio reale a Oulx ma senza titoli nobiliari. Il ragazzo è in compagnia dell’inseparabile Etienne de Villard, quasi imberbe barone de Allards, da quando gli sono stato restituiti i beni di famiglia confiscati al nonno valdese arso dall’Inquisizione a Brianconne e mai concessi al padre, morto nell’attesa di riottenerli.
I due giovani si arruolano tra le truppe francesi del conte di Brissac, che riconosce ad Arlaud il comando di dieci uomini e un grado militare. È l’amico Etienne a farlo registrare d’impulso come capitano Lacazette, dalla denominazione di certe “bicocche” costruite come sporgenze di rocche e castelli e usate come magazzini o celle per i condannati. Lo stesso de Villard fa parte del drappello di Jean Louis.
Nell’eterna guerra tra Spagna e Francia, il romanzo di cappa e spada, non privo di passioni e presenze femminili, segue carriere, intrighi, amori, dolori e la storia con la S maiuscola, arrivando fino al 1590. Molti dei personaggi hanno vissuto davvero in quel secolo e in quelle terre così travagliate, osserva la validissima narratrice.
Effettivamente, dopo l’editto di Amboise del 1563, che favorì una relativa pace religiosa, il Lacazette ottenne con manovre misteriose un titolo nobiliare dal duca di Savoia, un nemico, comandante delle truppe imperiali contro cui aveva sempre combattuto. Ma cinque anni dopo, gli ugonotti assediarono Sisteron (danneggiando anche Chateau Lacazette). L’avversario più temibile era il giovane duca di Lesdiguieres e solo l’ennesima pacificazione fermò lo scontro (editto di Saint Germain, 1570).
Nel 1573 il capitano attuò un’azione di pulizia religiosa e il duca ugonotto valicò rapidamente le montagne ancora innevate, sorprendendolo alle spalle. Lacazette dovette rientrare a Oulx sconfitto, con fortissime perdite. Nel 1574 venne nominato anche governatore di Exilles, mentre gli stessi cattolici distruggevano la Prevostura, per evitare che potesse servire da rifugio ai vaudois, che stavano premendo contro la valle. Il 1575 fu ancora un anno di lotte, con la battaglia di San Restituito.
Nel 1577 il capitano acquistò una Signoria da nobili caduti in miseria, diventando così il Signore di Névache.
Il 1580 lo vide vittorioso nella battaglia di Abriès, ma Briançon cadde in mani protestanti per tre giorni, prima che lui stesso sopraggiungesse a liberarla. Gli toccarono anche false accuse di peculato e concussione. Costarono la reclusione, interrotta grazie a una cauzione di mille scudi.
Nel 1589 l’assassinio di Enrico II riaccese la lotta. Lesdiguieres appoggiò la successione di Enrico di Navarra, ugonotto. Solo Briançon ed Exilles vennero tenute dai cattolici e Lacazette sospettato d’essere segretamente al servizio del Savoia.
Nel romanzo, Jean Luis cresce la sete di potere e ha sempre accanto il tollerante Etienne, assetato di giustizia.
Tutti i luoghi e le battaglie sono scritti in questa storia che nessuno insegna nelle scuole e nessuno più ricorda, conclude Mariangela Cerrino.

Il margine dell'alba
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