Il fantasma del vicario di Éric Fouassier

Siamo in una Parigi di quasi metà Ottocento, una città multiforme, ostaggio di forti cambiamenti politici, e di aneliti di rinascita, fermento di nuove correnti di pensiero, in equilibrio fra scoperte scientifiche e ricerca del metafisico.
1831: L’ispettore Valentine Verne, ormai a capo dell’Ufficio degli Affari Occulti, viene incaricato di seguire il caso di un medium, che sembrerebbe avere poteri occulti e di comunicare con i morti, ma che potrebbe essere l’ennesimo ciarlatano in cerca di denaro e gloria.
Questo è l’incipit del secondo romanzo di Éric Fouassier, dal titolo Il fantasma del Vicario (Neri Pozza, 2023, traduzione di Maddalena Togliani).
La fragile ed elegante Madame Mélanie d’Orval, moglie del ricco Ferdinand d’Orval, sospetta che, in seguito alla prematura morte della figliastra Blanche, vicenda che ha definitivamente spezzato l’animo del marito, un ambiguo personaggio Paul Oblanoff possa approfittare della vana speranza di comunicare con l’aldilà, per circuirlo e manipolarlo.
Valentine, sempre alla ricerca del Vicario, delega l’indagine al suo fedele nuovo aiutante, Isidore Lebrac.

In questa seconda avventura del protagonista Valentine Verne, ritroviamo alcuni personaggi del primo romanzo L’ufficio degli affari occulti, e seguiamo le evoluzioni della lotta senza tregua e senza esclusione di colpi tra Verne e il Vicario.

Chi, pertanto, come me, ha apprezzato il primo romanzo, e il personaggio protagonista, non può lasciarsi sfuggire questo secondo capitolo, nel quale ritroviamo alcuni elementi del primo romanzo, ma con, a mio parere, un po’ meno enfasi rispetto al precedente.
La descrizione del personaggio, il suo lato oscuro, i segreti che ne hanno plasmato la personalità, ciò che ci ha fatto affezionare nel primo capitolo, qui tendono a sbiadire, quasi a perdersi rispetto a una trama gialla che si colloca in un’epoca nella quale cominciano ad apparire i primi movimenti esoterici, e l’occultismo.

Sebbene le dinamiche dei personaggi diano respiro alla trama gialla, e riescano a far calare il lettore in un’epoca a dir poco problematica, qui però si ha la sensazione che l’obiettivo dello scrittore di intraprendere un cammino seriale abbia la priorità, diminuendo così il pathos vivido cui ci aveva abituato.
Rimane da scoprire se nelle prossime avventure lo scrittore sarà in grado di riportarci a quei coinvolgimenti, a quelle emozioni iniziali che hanno suscitato l’enorme successo di pubblico dei suoi libri.