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Recensioni di libri

“Il Quinto Stato” di Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli


Simone Casavecchia    25-02-2016

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La Feltrinelli
Il Quinto Stato copertina del libro

Solo qualche settimana fa il Governo ha presentato un disegno di legge sul lavoro autonomo che, per i suoi contenuti e per le tante, troppe, bozze circolate prima, ha fatto e farà ancora discutere molto. Un provvedimento per tanti versi carente, che sicuramente può essere migliorato dalla discussione parlamentare e che, però, ha almeno il merito di aver portato all’attenzione dei più quel tema - il lavoro autonomo, appunto - che è anche il protagonista de “Il Quinto Stato” (Ponte alle Grazie, 2013).

Il saggio di Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli intrecciando abilmente ricognizione sociologica e politica, dati economici e normativa, indagine storica e argomentazioni filosofiche, descrive la fisionomia del Quinto Stato che, anche se misconosciuto, costituisce una parte sempre più consistente della nostra società:

“L’idea di Quinto Stato deriva dalla consapevolezza di condivedere una condizione di povertà con milioni di altri esseri umani che lavorano. Per questa ragione è il risultato dell’impossibilità di identificare il lavoro indipendente, cioè il campo in cui si annidano le nuove povertà, con una classe o con un ceto sociale preciso (...). Il Quinto Stato si esprime attraverso mescolanze tra situazioni sociali opposte e culture del lavoro divergenti”

In esso trovano posto precari, autonomi, partite IVA, ma anche migranti: un mondo profondamente eterogeneo popolato comunque da lavoratori sempre precari, intermittenti, sottopagati dove è possibile riconoscere, solo per citarne alcuni, avvocati e freelance, piccoli imprenditori e fornitori della Pubblica Amministrazione. Tutti contrassegnati da una condizione lavorativa “insubordinata” che ha come contraltare una condizione sociale di apolidia: soggetti a gravosi doveri, specie fiscali e contributivi, non godono degli stessi diritti dei lavoratori dipendenti.
Dopo l’abate Sieyès e Pellizza da Volpedo, il Quinto Stato è il portato della crisi della società industriale e manifatturiera; il frutto più maturo del post-fordismo e delle politiche liberiste di austerity che, in nome del rigore, della fiducia ai mercati e del rispetto dei vincoli di bilancio, continuano a imporre, da quasi un decennio, una riduzione delle tutele e del welfare. Il Quinto Stato è, però, anche un movimento che della sua condizione fa una bandiera e che assume la mancanza di posto fisso e la propria indipendenza, come una bandiera e una condizione da difendere:

“L’ambizione di diventare padroni (come anche datori di lavoro) di sé stessi viene giudicata una bestemmia se a nutrirla è il povero (...). E infatti nessuna autorità intende legittimare una simile pretesa. Tuttavia, è proprio questa la sfida che ha mosso imponenti masse e creato alleanze tra poveri, indipendenti, operai specializzati, borghesi”

Allegri e Ciccarelli lo mostrano anche attraverso l’excursus storico a cui è dedicata la seconda parte del saggio - la meno interessante e congruente - dove ritrovano i prodromi del Quinto Stato nelle tradizioni del movimento operaio inglese e nella Comune di Parigi.
Che si guardi al passato o al presente, comunque, il futuro del Quinto Stato potrà essere diverso, e migliore, solo se si ricorre all’associazionismo, a quelle forme di mutualismo, o di secondo welfare che consentano di godere di quei diritti di cui i lavoratori indipendenti non sono titolari. L’associazionismo indicato nel testo, non si limita solo al welfare e, attraverso declinazioni inedite e molteplici diventa uno strumento per ridisegnare scenari sociali e spazi urbani. Importanti capitoli della parte finale del testo sono dedicati al coworking, sempre più diffuso tra gli autonomi, per il valore aggiunto che può apportare alle loro attività lavorative, e al community organizing, dove attraverso la riappropriazione e la riattivazione di spazi inutilizzati - si pensi al Teatro Valle di Roma, “esperienza di legalità costituente”, divenuto oggetto di studio a livello internazionale - si innesca un processo di reinclusione nella politica di tutti coloro che ne sono stati esclusi: sono questi i luoghi dove ci si associa e ci si mutualizza, dove si vince la solitudine e le insidie del capitalismo trovando un collega di lavoro, avviando una campagna di crowdfunding o attivando una rete di solidarietà mutualistica.

Solo attraverso tali pratiche il Quinto Stato, destinato, secondo la diagnosi degli autori, a diventare la forma lavoro più diffusa della società futura, potrà garantirsi la sopravvivenza e conquistare quei diritti fondamentali che, in gran parte, gli sono attualmente preclusi.

Il Quinto Stato copertina del libro
SCHEDA DEL LIBRO
  • Titolo libro: Il Quinto Stato
  • Autore del libro:Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli
  • Genere: Politica ed economia
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Ponte alle Grazie
  • Anno di pubblicazione: 2013
  • Prezzo: prezzo libro su amazon prezzo libro su ibs


© Riproduzione riservata

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Quinto Stato

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