Sapete che il titolo originario di Senilità, il secondo romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1898, era Il Carnevale di Emilio?
L’opera infatti era ambientata nel tempo del Carnevale e inoltre il tema della maschera ritorna nel comportamento ambiguo del protagonista, Emilio Brentani, che finge di essere ciò che non è.
Il Carnevale nella narrativa di Svevo diventa la perfetta metafora per descrivere il rapporto ambiguo dell’Io con la realtà circostante. Inoltre, nel secondo romanzo di Svevo il Carnevale rappresenta il sovvertimento della vita ordinaria che, in questo caso, avviene attraverso l’irruzione potente dell’amore nella vita del protagonista attraverso l’apparizione della bella Angiolina.
Italo Svevo iniziò una prima stesura de Il Carnevale di Emilio nel 1892 e avrebbe concluso l’opera soltanto nel 1897. Il libro era di chiara ispirazione autobiografica e Svevo trovò numerose difficoltà nel portarlo a termine, come scrisse in una lettera all’amico scrittore Silvio Benco in cui dichiarava: “l’incapacità di arrivare all’immediata rappresentazione di una cosa reale”.
La realtà narrata nel romanzo, come vedremo, è infatti trasfigurata costantemente dall’idealizzazione del protagonista che non vede le cose per quello che sono: è una festa di maschere, di illusioni, un eterno carnevale, appunto.
Nel 1898 l’opera sarebbe stata pubblicata, a puntate, sul quotidiano triestino l’Indipendente con il titolo di Senilità e in seguito edita in volume a spese dello stesso autore.
Svevo e il successo tardivo di Senilità
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Senilità avrebbe ottenuto successo solo nel 1927, grazie alla seconda edizione stampata sulla scia della febbre scatenata da La coscienza di Zeno elogiata, tra gli altri, da Eugenio Montale.
L’insuccesso - sempre apparente - del suo secondo romanzo aveva però fatto rinchiudere Italo Svevo in un silenzio lungo venticinque anni, dal 1899 al 1919. Ne sarebbe riemerso con la sua opera più famosa, che comunque riprendeva i temi cardine del suo originario e poi in parte abortito Carnevale di Emilio: la figura dell’inetto, il tema della maschera erano tutte trasfigurazioni di quella scrittura psicoanalitica che avrebbe raggiunto l’apoteosi nella Coscienza.
Vediamo perché e come si declina il tema del Carnevale nell’opera di Svevo.
Il tema del Carnevale nell’opera di Italo Svevo
Emilio Brentani, il protagonista dell’ideale Carnevale di Svevo, già anticipava il personaggio di Zeno Cosini, era ovvero il primo - anzi, a ben vedere il secondo, dopo Alfonso Nitti di Una vita (1892) - di una lunga generazione letteraria di inetti.
Emilio infatti è un impiegato, anzi “un impiegatuccio” di una società di assicurazioni, di circa trentacinque anni che conduce una vita anonima e grigia, sentendo di aver fallito nelle sue ambizioni di scrittore: aveva scritto un solo romanzo, ormai dimenticato e “ingiallito nei magazzini del libraio”.
Vive con la sorella nubile, Amalia, che si prende cura di lui.
Svevo ce lo descrive così:
Aveva 35 anni e traversava la vita cauto schivando i pericoli e pure il godimento della vita.
Tutto cambia quando nella vita di Emilio non appare la bionda Angiolina dagli occhi azzurri che lui subito idealizza come presenza di donna angelica - ma che si rivela essere tutt’altro. L’irruzione dell’amore tuttavia stravolge la vita del protagonista facendogli vivere una primavera di giovinezza. Emilio, pur essendo ancora giovane, si sente già “senile” come suggerisce il titolo, da Pavese causticamente commentato come:
Quello che per Svevo è senilità a me pare adolescenza
La vicenda narrata è ambientata nel periodo di Carnevale nella città di Trieste. E il carnevale ritorna, anche nella sua valenza simbolica, facendosi metafora della pulsione vitale che improvvisamente anima il protagonista dopo l’incontro con Angiolina. È una pulsione vitale esplosiva, eppure ingannevole, come il Carnevale. Angiolina, bella, vitale, pronta ad amare, raggiante di gioventù e bellezza, rappresenta il carnevale della vita e si contrappone all’invecchiamento precoce del protagonista.
L’amore travolge tutto come un vortice, annienta l’esistenza ordinaria, quasi quaresimale, di Emilio e della sorella Amalia; ma questo stravolgimento avrà effetti devastanti.
Per conquistare la donna Emilio indossa una maschera, finge di essere colui che non è e ne pagherà il prezzo. Ma del resto la stessa Angiolina non è colei che Emilio crede, lui l’ha trasfigurata nella donna della sua immaginazione.
Senilità di Svevo con il suo Carnevale allegorico si fa metafora dello scarto che esiste tra l’Io e il mondo, tra il pensiero individuale e la realtà effettiva delle cose. Il Carnevale di Svevo è, dopotutto, psicologico, proprio come la sua scrittura introspettiva. Alla fine si ha la sensazione che la vita sia un ballo in maschera, una festa continua di illusioni, e che il vero senso delle cose sfugga continuamente alla percezione dell’uomo moderno.
Forse, in fin dei conti, Il Carnevale di Emilio rimaneva il titolo più azzeccato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il Carnevale di Emilio in “Senilità” di Italo Svevo
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