La Festa dei nonni che oggi si festeggia è una delle tante feste inventate per vendere gadget, regalini, bigliettini, un’ennesima festa del consumismo più pubblicizzato sui media, che fa correre sui nostri telefonini un’orgia di foto, emoticon, immagini, frasi più o meno sdolcinate.
Ma c’è qualcosa di molto utile che i nonni possono ancora fare, qualunque sia la loro età e la loro condizione: raccontare e leggere. Proprio per questa Festa dei nonni 2018 il Doodle dedicato da Google alla festa ritrae i nonni intenti a leggere ai bambini.
I nonni possono raccontare storie, evocare il loro passato, far rivivere nella mente dei nipoti, piccoli, ma anche adolescenti, pezzi di storia sconosciuti o dimenticati, suscitare interesse per avvenimenti che appartengono a tutti e poi incoraggiare la lettura per saperne di più.
Lo scrittore Paolo Di Paolo racconta di dovere a Ninni, forse la nonna, l’amore per i libri e a questa donna adulta fondamentale per la sua formazione ha dedicato il suo bel volume “Vite che sono la tua”, con parole di straordinaria gratitudine:
Era bello parlare, parlarne. Con un pudore quasi inscalfibile, da nipote a vicenonna, un tono diverso da quello che usavo tra coetanei: ovvio, si, ma valeva anche parlando di libri.
Ecco, parlare di libri, raccontare ai nipoti le proprie letture, i propri gusti, i mondi fantastici frequentati attraverso i personaggi della letteratura. Quando eravamo piccoli, nostra nonna regalò a me e a mio fratello un libro che è rimasto indelebile nella nostra storia personale: “Il giornalino di Gianburrasca” di Vamba. Era un libro illustrato con i disegni originali del protagonista, Giannino Stoppani, un ragazzino fiorentino che andava alla scuola elementare, aveva due sorelle maggiori, viveva in un grande appartamento borghese dove si consumavano i riti di una vita piacevole, mentre il pestifero ragazzino veniva spedito in collegio a causa delle sue molteplici malefatte.
Un mondo lontano, apparentemente, nel quale noi ragazzini degli anni a cavallo tra i 50 e i 60 dello scorso secolo ci sapevamo identificare. Dobbiamo a nostra nonna anche la scoperta dei romanzi di Salgari, tigri e corsari inclusi, e di personaggi un po’ dimenticati, come Il Barone di Munchausen, Gullliver, La Primula Rossa.
L’influenza dei nonni sui piccoli è testimoniata anche dal bel volume scritto dalla Contessa di Segur, “Quella peste di Sophie” (Donzelli 2016): la scrittrice, un’aristocratica francese nonna di tanti nipoti, comincia a scrivere per loro le sue storie, godibilissime. Sempre per Donzelli, il bell’album di grande formato, “Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello”, di Aurélia Fronty e Gaelle Perret, testimonia quanto i nonni siano fondamentali nel costruire il mondo delle fantasia nei più piccoli.
Leggere ad alta voce per i più piccoli, cominciando da quando sono ancora dei bambolotti, attingere dalla voce di un adulto che li ama e che non è necessariamente mamma o papà storie di mondi altri, lontani, diversi, è un modo per contribuire a creare adulti lettori, appassionati della pagina scritta e della parola letteraria: quando sono con mio nipote, il rito serale è la favola prima di dormire. Quando viene a casa mia, si dirige sempre allo scaffale a lui dedicato (che potete vedere in alto nella foto), pieno dei libri che già conosce perché glieli ho letti da piccolo e ritrovarli sembra dargli sicurezza.
Nonni, leggete, farete un regalo straordinario ai nipoti di cui da grandi vi saranno grati!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I nonni possono regalare l’amore per la lettura
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