Gli amanti. Discorsi sul “Liside” di Platone
- Autore: Stefano Cazzato
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2025
C’è una porta socchiusa, all’inizio del Liside. Socrate passeggia fuori dalle mura di Atene, e invece di recarsi, come previsto, al Liceo, si lascia attrarre da un rumore, da un gruppo di giovani, dal clima festoso della celebrazione di Ermes. È un dettaglio che può sfuggire, ma che diventa decisivo nella lettura che Stefano Cazzato propone in Gli amanti. Discorsi sul “Liside” di Platone (Il Convivio, 2025): quella porta, scrive, è la soglia attraverso cui Platone varca i confini del socratismo e si apre a un altro modo di pensare, in cui la filosofia comincia a dialogare con la poesia, e il logos si accosta — non senza timore — al sacro.
Non è solo un’immagine scenica: è la chiave di volta di un’interpretazione. Il Liside, tradizionalmente considerato un dialogo “minore”, diventa per Cazzato il luogo di una metamorfosi. Qui Platone, attraverso Socrate, sperimenta la crisi del metodo maieutico, scopre che l’amore, l’amicizia, la philia non si lasciano ridurre a definizioni, e che l’Eros — forza inquieta, dionisiaca, eccedente — chiede un linguaggio diverso. L’aporia del dialogo non è un fallimento, ma una ferita fertile: il segno che la ragione, quando incontra il desiderio, deve arrendersi e farsi porosa, accettare l’enigma invece della risposta.
Il saggio di Cazzato parte da qui, ma non si ferma al Liside. Lo attraversa per risalire al Fedro e al Simposio, completando idealmente una trilogia amorosa. Come un cartografo, l’autore disegna il percorso che conduce Platone dal logos socratico al linguaggio del mito, dal dialogo razionale alla visione poetica. E nel farlo mostra come il pensiero platonico, spesso ridotto alla purezza della forma logica, custodisca invece un impulso irrazionale, vitale, dionisiaco, che Nietzsche avrebbe riconosciuto come sua matrice nascosta. È questa tensione — tra chiarezza e abisso, tra apollineo e dionisiaco — a nutrire la lettura di Cazzato, che restituisce a Platone la sua dimensione inquieta e moderna.
La forza del libro sta nella sua duplice natura: è un saggio di filosofia e insieme un testo di scrittura. La prosa di Cazzato — densa, ritmata, attraversata da echi letterari — fa del pensiero un’esperienza sensibile. I concetti dialogano con le immagini, le citazioni (da Barthes a Lacan, da Agamben a Byung-Chul Han) diventano parte di una tessitura che cerca non tanto di spiegare Platone, quanto di prolungarlo nel nostro tempo. In questo senso Gli amanti non è una semplice interpretazione, ma un atto di amore per la filosofia, intesa non come scienza dei concetti, ma come arte del vivere e del domandare.
Ogni capitolo è una variazione sul tema dell’inadeguatezza del logos. L’“infinito senza bordi” di Eros, l’amicizia come specchio e mancanza, la figura del daimon come mediatore, la porta della palestra come soglia rituale: Cazzato attraversa questi motivi con una scrittura che fonde rigore e sensibilità poetica. Il Liside, in questa luce, appare non come un frammento giovanile ma come un laboratorio, un luogo di passaggio in cui Platone sperimenta l’idea che la conoscenza non è conquista ma apertura, non è possesso ma desiderio.
Eppure, Gli amanti non è solo un libro “su” Platone: è anche una riflessione su ciò che significa oggi pensare. Quando la filosofia, come il Socrate del Liside, si scopre “a mani vuote”, può ancora trovare una via nella parola poetica, nella forma simbolica, nella capacità di accogliere ciò che sfugge. Per Cazzato, è proprio qui che la filosofia torna a essere vitale: nel momento in cui rinuncia a chiudere, e accetta la complicità con il mistero. Dietro l’apparenza di un commento erudito si nasconde dunque un discorso più ampio: Gli amanti è anche un manifesto di stile e di metodo, una difesa della lentezza interpretativa, dell’interrogazione incessante contro ogni dogma, sia antico che moderno. Come il Platone che rilegge, Cazzato non offre soluzioni ma aperture, e invita il lettore a partecipare al dialogo, a varcare quella stessa soglia dove filosofia e poesia tornano a toccarsi.
In un tempo in cui la riflessione tende a ridursi a informazione e il sapere a spiegazione, Gli amanti restituisce alla filosofia la sua vibrazione originaria: quella di un eros della conoscenza, di un desiderio che non si appaga mai. Così, nel dialogo più fragile di Platone, Stefano Cazzato trova il cuore più vivo del suo pensiero — e forse, anche, la sua promessa più attuale.
Gli amanti. Discorsi sul «Liside» di Platone
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Salve sono l’autore de Gli amanti. Ringrazio il signor Lai Yiu.fai di questa bellissima recensione che entra nel vivo - con grande acume e profondità - delle questione trattate dal mio libro . Grazie Stefano Cazzato