Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo raccontato a mia figlia
- Autore: Maria Antonietta Ferraloro
- Genere: Libri per ragazzi
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Anni fa, durante i miei anni di docente, avevo apprezzato il libretto dello scrittore Tajar Ben Jelloun dal titolo “Il razzismo spiegato a mia figlia”, che mi era stato utilissimo nella mia pratica pedagogica. Con piacere ho letto il libro di Maria Antonietta Ferraloro, che per la collana Junior della Nuova Frontiera ha scritto questo piccolo manuale, “Il Gattopardo raccontato a mia figlia”, dedicato al romanzo più bello, secondo lei, secondo me e secondo moltissimi, della letteratura italiana contemporanea.
In appena un centinaio di pagine, illustrate da Giulia Rossi con illustrazioni bicrome, arancio e nero, la studiosa, che ha dedicato a Tomasi di Lampedusa altri due saggi, sceglie qui il registro semplice, diretto, di facile lettura e di immediata comprensione per un pubblico di giovani lettori che voglia cimentarsi nella lettura del testo dello scrittore siciliano. Di lui si racconta nella prima parte la vita, dall’infanzia dorata nella Palermo sotto lo sguardo attento della severa madre Beatrice, alla partecipazione alla Prima Guerra mondiale; poi il matrimonio con una donna straniera, Licy, una psicoanalista che lo seguirà fedelmente nelle sue avventure culturali: nella vita dello scrittore entreranno giovani colti e appassionati, tra cui Gioachino Lanza Tomasi, che verrà adottato e ne diverrà l’erede.
Uomo coltissimo, raffinato nelle scelte, Giuseppe Tomasi di Lampedusa esiterà a scrivere il libro di cui non vedrà né la pubblicazione né l’enorme successo.
La studiosa passa poi nei capitoli successivi del piccolo saggio a raccontare con esattezza scientifica ma con grande leggerezza il backstage del romanzo, la nascita dei personaggi, l’interpretazione storica degli avvenimenti che portarono alla discesa dei garibaldini in Sicilia nel 1860, alla caduta del regno dei Borboni di Napoli, nel 1861 e alla costituzione del nuovo regno sotto la bandiera sabauda. Don Fabrizio Corbera, principe di Salina, riecheggia la personalità del bisnonno paterno,mentre il prediletto Tancredi Falconeri ricorda in parte l’amato Gioacchino Lanza.
Dopo aver letto il libro di Maria Antonietta Ferraloro mi è venuto il desiderio di rileggere alcune pagine del capolavoro di Lampedusa, proprio perché molti dettagli mi erano sconosciuti, forse anche a causa della grande influenza che il celebre film Luchino Visconti ha finito per pesare sul nostro immaginario. Il ballo di palazzo Ponteleone, ora distrutto, l’invenzione del paese di Donnafugata, il monastero dove era sepolta la beata Corbera, il rapporto con la giovane prostituta Mariannina che a Don Fabrizio ricorda la mitezza del suo alano Bendicò, sono tutti dettagli che apprendiamo con curiosità nel testo della studiosa, capace di raccontare, di incantare, di incuriosire.
Un consiglio di lettura per gli insegnanti che “assegnano” la lettura del Gattopardo e rischiano di non ottenere l’interesse che il libro merita: la stessa autrice dice che
Diedi un’occhiata alle prime pagine. Capii poco. Finii il primo capitolo controvoglia. Non senza provare un sentimento di vergogna, lo misi da parte.
Certamente per questo ha scritto questo libro. La ringrazio a nome degli insegnanti e dei futuri lettori che non conoscono "Il Gattopardo", pubblicato da Feltrinelli nel 1958, dopo la morte del suo autore.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo raccontato a mia figlia
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