Get Back di The Beatles

Get Back, è il titolo di un documentario diretto da Peter Jackson, trasmesso sul piccolo schermo dal canale Disney+ lo scorso autunno. Oltre sessanta ore di riprese, divise in più parti, girate da Michael Lindasy-Hogg. Un resoconto autorizzato che ricostruisce la genesi di Let It Be, l’ultimo album pubblicato dai Beatles. L’omonimo libro (Mondadori, 2021, trad. Valeria Gorla), uscito a ridosso del docufilm, rappresenta una sorta di riassunto scritto dell’enorme mole di materiale affastellato all’epoca, anche se si tratta di un riassunto significativo.

Le sessioni del disco si tengono dal 2 al 30 gennaio 1969, tra i gli studi di Twickenham e di Savile Row, entrambi di proprietà della Apple. L’idea di sbirciare i Fab Four nasce con l’intenzione di realizzare uno spettacolo televisivo per promuovere l’album in arrivo, uno spettacolo che non vedrà mai la luce. George Harrison, John Lennon, Paul McCartney e Ringo Starr (più il tastierista Billy Preston e altri personaggi dell’entourage, tra i quali il produttore George Martin) si offrono alle telecamere mentre lavorano alle canzoni, mentre il loro percorso creativo raggiunge picchi creativi ragguardevoli. Get Back racconta attraverso i dialoghi dei quattro protagonisti come si evolvono le strutture di brani consegnati alla storia come Let It Be, Across the Universe o la stessa Get Back.

I Beatles non sembrano sull’orlo dello scioglimento: scherzano, ridono, appaiono affiatati, ancora convinti di poter dire qualcosa, concentrati sul proprio lavoro. Certo, le discussioni non mancano, anche se, forse paradossalmente, finiscono per rendere più coesa la band. Harrison sembra il più irrequieto: “the quiet one”, a un certo punto delle sessioni, pianta tutti in asso dopo una litigata con McCartney per poi fare ritorno due giorni dopo, mentre i suoi compagni già pensano di sostituirlo con Eric Clapton. Non è l’unico momento difficile di quei giorni, ma è senz’altro quello più significativo. Altri momenti di tensione nascono dalla possibilità di tenere, dopo più di due anni di lontananza dai palchi, un concerto: si parte con l’idea di un’esibizione in una nave di crociera, poi ci si sposta verso l’ipotesi di uno spettacolo da tenere da qualche parte del continente africano. Alla fine, la decisione sarà quella di salire sul tetto della Apple e suonare a sorpresa da lassù. Un mini live che passerà alla storia.

Il volume, oltre a descrivere le varie fasi di uno dei dischi più importanti della storia del rock, offre delle immagini stupende, catturate dagli obiettivi di Ethan A. Russell e di Linda Eastman, l’allora moglie di Paul McCartney. Un motivo in più per accaparrarsi un libro prezioso, ottimo surrogato del Get Back televisivo.