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Recensioni di libri

Fratello nemico. Portogruaro 1914-1918. Volti anonimi in una tragedia collettiva di Maurizio Conti

Publimedia Editore, 2019 – In un breve romanzo, con qualche contenuto storico autentico e qualche concessione all’immaginazione, uno scrittore portogruarese ricorda senza ostilità e senza confini anni difficili per tanti, uomini e donne.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 05-07-2022
Fratello nemico. Portogruaro 1914-1918. Volti anonimi in una tragedia collettiva

Fratello nemico. Portogruaro 1914-1918. Volti anonimi in una tragedia collettiva

  • Autore: Maurizio Conti
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2019

A Portogruaro, nella Venezia orientale, un tempio-ossario raccoglie i resti di cinquecento caduti nella Grande Guerra dall’altra parte, austriaci, ungheresi, polacchi. E nel piccolo cimitero di Vado, a Fossalta del Lemene, la popolazione locale si prende cura spontaneamente delle tombe di sette soldati ignoti dell’esercito austroungarico. Anche il sacrificio di questi nemici non più ostili da un secolo e l’attenzione amorevole dei discendenti di quanti erano stati inviati a minacciare hanno ispirato il romanzo di Maurizio Conti Fratello nemico. Portogruaro 1914-1918. Volti anonimi in una tragedia collettiva (Publimedia Editore, Associazione culturale Il Piave, San Vendemiano, Treviso, prima edizione novembre 2019, ristampa dicembre 2019, 94 pagine).

Maurizio Conti è nato a Portogruaro nel 1959, vi abita e lavora per un’azienda privata. Con la poesia Fratello Nemico ha meritato nel 2014 il primo premio al concorso letterario nazionale “Cento anni dall’inizio della Grande Guerra”. Si occupa di storia locale e nel 2017 ha dato alle stampe Emozioni a Portogruaro, al successo nella XXIX edizione del premio "El vovo de Venexia", nella sezione Scrittura Comunicazione Immagine e Giornalismo. Altre pubblicazioni prima di quella di cui ci occupiamo sono state Il cuore di una fabbrica, sempre nel 2017, e Uniti nella vita e nella morte, nel 2018. Collabora con l’emittente locale TPN e con i periodici Il Piave, Obiettivo Territorio e La Provincia Sportiva.

Confessa d’essere rimasto colpito dalla pietà nei confronti di questi ex avversari senza volto e senza nome. È ancora viva nei confronti di soldati stranieri e ne ha tratto insegnamento per la scrittura di queste pagine, in cui ha voluto ricordare anni difficili per tanti, alternando contenuti storicamente autentici a qualche concessione all’immaginazione.
Condividiamo la sua considerazione che la storia è scritta dal vissuto di tutti gli uomini e donne ed

“esiste fintanto che le vicende di tutte quelle vite umane, cadute per esempio nel corso della prima guerra mondiale, verranno ricordate, raccontate e come in questo libro un po’ inventate”.

Nel racconto romanzato degli anni di quella guerra a Portogruaro, dice d’essersi liberamente fatto guidare da tre figure legate alla Città del Lemene: Giancarlo Bertolini (1856-1927) e i più giovani Paolo Bertoli del 1892 e Antonio Gruarin (1889), caduti nel 1917 combattendo nei reparti della III Armata. La collaborazione dei responsabili del Museo dell’Invitta di Padova gli ha consentito di consultare il Diario di guerra e di approfondire la storia della storica unità, che dopo Caporetto ripiegò sul Tagliamento e poi sul Piave, mantenendo quasi del tutto intatta la propria capacità operativa, nonostante lo sfacelo della II Armata del generale Capello.

Nella guerra 1915-18 Portogruaro fu retrovia del nostro esercito, che si era spinto sul Carso e l’Isonzo e successivamente anche di quello imperial-regio, attestato sulla sponda sinistra del Piave, dal novembre 1917 a fine ottobre 1918, “il terribile anno dell’occupazione austroungarica”. Conti ha messo in risalto gli episodi principali in città e sviluppato la trama attraverso la corrispondenza di un ufficiale italiano e di un giornalista inglese, che si scambiano la loro esperienza nel conflitto, su fronti diversi. Gli eventi portogruaresi, collocati all’interno del racconto, vengono approfonditi nelle appendici ai sei capitoli.

Portogruaro è un comune orientale dell’attuale Città Metropolitana di Venezia, attraversato dal Lemene, fiume minore tra il Tagliamento e il Piave. L’occupazione austriaca nella prima guerra cominciò il 5 novembre 1917, fino al 3 novembre dell’anno successivo.
Quattro i luoghi della memoria.
Un monumento ai caduti ricorda i portogruaresi morti nel conflitto, inaugurato nel 1928 e scolpito in marmo botticino, su progetto dello scultore marchigiano Gaetano Orsolini (suo il portone in bronzo dell’Università di Padova). Raffigura un eroe a cavallo che tiene in mano una vittoria alata. Uno dei quattro prospetti del grande basamento, poggiato sopra uno zoccolo in granito, reca la dedica generale. In due scudi su altrettanti lati sono incisi i cognomi e nomi dei 276 concittadini, altri cinque (tra i quali Paolo Bertoli) sono sul quarto lato che guarda verso il Municipio.
Dietro le scuole elementari, nell’area dell’antica chiesa di San Francesco, oggi Piazza Marcon, venne realizzato un Parco delle Rimembranze negli anni Venti, area verde in cui su disposizione nazionale andava piantato un albero per ogni caduto in guerra.
Nel cuore del centro storico ha sede l’ANMIG, Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Il fondo archivistico raccoglie la documentazione relativa all’attività della Sezione Mandamentale portogruarese tra il 1920 e il 2005, con documenti raccolti dal 1919.

Del tempio-osssario si è già anticipato. È all’interno del cimitero comunale e raccoglie anche alcuni soldati italiani, insieme agli austro-ungarici caduti negli scontri in zona durante la Grande Guerra.


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fratello nemico. Portogruaro 1914-1918. Volti anonimi in una tragedia collettiva

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