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Recensioni di libri

Eravamo bambini abbastanza di Carola Susani

Minimum Fax, 2012 - "Alex diceva che il primo ad andare via col Raptor era stato Leonid, rapito a Leopoli. Poi Tania in Bielorussia. Catardzinna, presa nell’est della Polonia. Poi lui, mentre era in viaggio dall’Italia all’Ucraina. Ana in Romania. Il sesto è stato Dragan, rapito alla periferia di Belgrado. Ma Dragan è morto. Settimo è stato Filip che è sloveno. L’ultimo sono stato io."

Barbara Bianchini
Barbara Bianchini Pubblicato il 11-06-2012

7

Eravamo bambini abbastanza

Eravamo bambini abbastanza

  • Autore: Carola Susani
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: minimum fax
  • Anno di pubblicazione: 2012

“Eravamo bambini abbastanza” è il nuovo romanzo di Carola Susani, pubblicato dalla Minimum fax a marzo 2012. Una storia in cui si intrecciano le vite di minori di età differenti, provenienti da realtà geografiche e storico-culturali fra le più disparate, uniti per forza di cose in un viaggio che li terrà per la maggior parte della narrazione legati gli uni agli altri.

Un lavoro di grande abilità quello della Susani, capace di non banalizzare un tema tanto attuale come quello dei bambini scomparsi, riuscendo a penetrare e a far immergere il lettore all’interno di quei meccanismi che si istaurano fra la vittima e il rapitore, allontanando dalla sua narrazione i clichè che portano ad identificare quest’ultimo come un mostro.

Raptor, così soprannominato da uno dei bambini per le sue fattezze da predatore poco elegante nelle movenze, è sì l’autore dei rapimenti, ma è anche quel “padre” premuroso che prepara del thè caldo per i suoi sette “ figli” infreddoliti, o che chiede loro cosa vorrebbero per cena. Un uomo dalle molteplici sfaccettature, capace di trasmettere in poco tempo un forte senso di appartenenza al gruppo, tramandando praticamente l’insegnamento che non è necessariamente chi commette un errore a pagare, ma che potrebbe rimetterci chiunque.

Con questa incertezza della pena, nessuna delle bambine e dei bambini si arrischiano e così viene implicitamente rafforzato il senso di fratellanza e di rispetto gli uni per la vita degli altri.

Raptor sa perdonare e concedere fiducia ai suoi piccoli compagni viaggiando separati ogni qualvolta questo si renda necessario per non dare troppo nell’occhio. Raptor è anche quell’adulto che si chiude in un momento di silenzio dopo un rapimento o che infligge a se stesso ferite corporali di fronte alla perdita di uno dei “suoi” ragazzi.

“Si doveva riprendere. Era come il rinculo di una pistola. Dopo aver commesso una violenza, doveva digerirla. Non gli era facile. Non gli era facile fare del male. E allora perché lo faceva?”

Quando Manuel viene costretto a scendere dal treno, il ragazzo scoppia in lacrime perchè non vuole abbandonare il suo branco e, anche di fronte alla possibilità di fuga, più volte non scappa.

“Perché tornavamo? Perché non siamo scappati?In quel momento avrei detto che non ne avevo il coraggio, temevo che Alex non mi avrebbe seguito, non volevo mettere nei guai Tania e forse neanche Ana. Ma la verità è che stavo bene. Ormai ci voleva un amore più forte, o semplicemente una forza più forte, per portarmi via. Mi ero abituato.”

Già nella scelta del titolo “Eravamo bambini abbastanza” si evince la ricchezza del romanzo di Carola Susani. Essere sufficientemente ancora dei bambini: nonostante tutto. Oltre lo sporco, la fame, il freddo. Oltre la perdita dell’innocenza. Oltre la paura, perché seppure qualcosa gli era stato sottratto da quella nuova realtà, i protagonisti della narrazione non hanno smesso di conservare quella parte di sé propria delle loro giovani età: il riuscire a giocare e a ridere spensierati nonostante l’incertezza nascosta nell’attimo seguente.

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Eravamo bambini abbastanza

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