

E sapremo chi fu l’autore del delitto? Piero Chiara intervista Carlo Emilio Gadda
- Autore: Federico Roncoroni
- Anno di pubblicazione: 2013
Federico Roncoroni, lo scrittore di Un giorno, altrove, uno dei più bei romanzi di questo 2013, è profondo conoscitore di Piero Chiara e ha avuto da quest’ultimo l’autorizzazione di prendere in eredità tutto il materiale inedito. Quando nel 1957 si reca a intervistare Gadda, Piero Chiara è pressoché sconosciuto negli ambienti letterari ed era solo un recensore mal pagato.
Gadda già aveva la sua ipocondria romana, girava in casa con un abito da camera liso e, essendo grassoccio, gli si vedevano le mutande.
Pochissimo gioviale, corresse le domande di Chiara, poi le perse. Scrive a Chiara:
"Caro Chiara le sono molto grato della sua Visita... avrei già risposto, se un malaugurato caso non non mi avesse fatto smarrire le sue domande scritte: a mia scusa devo addurre gravi turbamenti di questi giorni è il consueto stillicidio di impegni d’ogni genere, sempre urgenti."
Gadda non si presenta subito disponibile, Piero Chiara è uno sconosciuto a cui non si risponde a stretto giro di posta per un’intervista a cuore aperto.
Chiara poi racconta dell’esperienza del dolore nell’omonimo libro che poi Gadda cambia ne La cognizione del dolore.
Gadda, romano d’adozione, parla di quanto amava la città, pigra come il suo carattere. Mentre Piero Chiara, di Luino, ha tutte le caratteristiche del provinciale varesotto (i bar, le bevute con gli amici) e una vita da libertino, Gadda aveva, di contro, orrore dei rapporti fisici, algido e autoironico. Chiara fa domande troppo personali al gelido autore di Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana.
La prima domanda che il varesotto fa a Gadda è proprio il perché non si muova mai da Roma e perché passi la sua vita dentro casa, chiuso a doppia mandata.
Nella seconda domanda c’è il pensiero dell’autore su il Pasticciaccio:
"La contaminazione col romanesco è voluta e studiata, ad accompagnare idiomaticamente il racconto di fatti che si sono svolti a Roma... la simpatia per la parlata romanesca ricca di un suo humour, per per quanto greve, tuttavia felice e bonario; a riconoscere anche nella Roma di oggi una eco ottocentesca e la sopravvivenza del Belli".
Piero Chiara rimane affascinato dalla figura di Carlo Emilio Gadda, anche se è ancora un emerito sconosciuto nei gruppi di letterati dell’epoca.
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