E la chiamarono Vigata. La Sicilia nel cuore
- Autore: Pasquale Hamel
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Un piccolo, ma intenso e intrigante lavoro quest’ultimo libro di Pasquale Hamel già autore di saggi storici che vedono sempre la Sicilia al centro dei suoi studi e approfondimenti, sempre di livello.
L’autore nelle pagine di E la chiamarono Vigata. La Sicilia nel cuore (Spazio Cultura Edizioni, 2024) si immerge nei suoi ricordi della terra di affezione, quella dei racconti ascoltati dai suoi amici e parenti. L’Amarcord di un vissuto, alla ricerca di un tempo perduto ma sempre presente.
Nell’introduzione l’autore ben riassume l’argomento dell’opera in questi termini:
“Libretto di memorie, di profili, di aneddoti che costituiscono memoria viva”
E questo, al di là dei mutamenti nella toponomastica che l’hanno vista divenire nel tempo Porto Empedocle, la Marina oppure Vigata in omaggio al grande “Nenè” Camilleri con la sua immancabile sigaretta sempre sulle labbra che qui trascorse la sua giovinezza. Ma come non citare ancor prima Luigi Pirandello tra gli empedoclini illustri di un luogo dell’anima e unico per le caratteristiche peculiari e caratteriali dei suoi abitanti industriosi e attivi, a dispetto della nomea attribuita a molti siciliani. Un’operosità e un dinamismo che si riscontra nel commercio, nell’impresa industriale, e non solo nella pesca e nella marineria.
Ed ecco allora che Pasquale Hamel ha sentito il bisogno di immortalare alcuni di questi personaggi con delle microstorie di fatti ed eventi riferiti soprattutto ad alcuni personaggi originali che incarnano in molti casi l’iperbole dell’eccentricità le cui performance non meritavano di cadere nell’oblio.
Piccoli, brevi racconti, quarantadue per esattezza, alcuni di sole due pagine, per descrivere emozioni, umori e odori rimasti impressi nella mente e nel cuore. Una narrazione piena di aneddoti curiosi che delineano un modo di essere, una “fotografia” che rimane impressa nel lettore, come lo è stata nella penna dell’autore che ha raccolto questi suggestivi e a volte nostalgici racconti con una prosa lieve e accattivante.
Personaggi apparentemente minori vengono rappresentati, emblematici di una diversità di esistenza e di comportamento come “Nucciareddu” o come l’uomo che fabbricava ingiurie. Un costume quello della ’ingiuria che è un patrimonio diffuso dei piccoli centri in terra di Sicilia, una nota di colore caratterizzante, spesso non offensiva ma solo bonariamente significativa di alcuni tratti fisici o caratteriali.
Sono gustosi, divertenti e coloriti aneddoti dove non manca l’espressione dialettale, il “fiorito dialetto giurgintanu“ dove non mancano note meno liete con finali a volte amari che rendono l’insieme un affastellato di umori contrastanti.
Nell’agile volume vi è una carrellata di figure che vivevano a Porto Empedocle quando l’autore vi dimorava; tra cui si ricorda il barbiere, il cui salone come in tutti i piccoli centri dell’Isola, luogo di socialità di riunioni estemporanee. Ma altre figure sono particolari, come quella del pazzo del paese, da intendere come persona svagata con comportamenti inconsueti, ma del tutto innocenti.
La terra di Pirandello non poteva non contemplare, anche per spirito emulativo, personalità, strane, diverse, eccentriche, come per un certo verso lo sono stati i suoi più celebri, geniali e rinomati scrittori e intellettuali. Una “diversità” che si qualifica anche come eccellenza per particolarità, tempra e forza espressiva.
E la chiamarono Vigata. La Sicilia nel cuore
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