Dove sei stanotte di Alessandro Robecchi

Alessandro Robecchi confeziona un giallo ambientato a Milano ai nostri giorni, quelli dell’Expo che sta richiamando nella metropoli lombarda milioni di visitatori e soprattutto grandi celebrità provenienti da tutto il mondo. Un architetto giapponese di gran fama e molto scorbutico dovrebbe presenziare un’affollata conferenza stampa al Palazzo della Triennale, ma un suo giovane sosia appena giunto dal Giappone viene trovato morto a casa di Carlo Monterossi, autore di un fortunato programma televisivo nazional-popolare, ricco e famoso, annoiato quanto basta. Da qui parte la complicata trama romanzesca di "Dove sei stanotte" (Sellerio, 2015), che vede Carlo abbandonare il suo confortevole appartamento dove è accudito da una colf moldava di grande efficienza e dedizione, perché sospettato dell’uccisione del giapponese. Trova rifugio alla sua improvvisa latitanza nel quartiere Corvetto, nella periferia multietnica della città, di cui Carlo conosceva solo il toponimo, dove viene alloggiato in casa di un’insolita coppia di anziani latinoamericani che si occupano di aiutare i loro compatrioti in difficoltà burocratiche. Fra loro c’è anche una bellissima ragazza, della quale il nostro eroe non può che innamorarsi perdutamente. Finalmente Carlo riesce ad uscire dal suo microcosmo di plastica, tra tv, set, cene di lusso e feste affollate, per conoscere la vita che si svolge in un’altra parte della stessa Milano, dove imparerà la solidarietà, il senso di giustizia, l’aiuto a chi è in grande difficoltà, la povertà, la delinquenza, il teppismo, la sopraffazione. La trama si svolge con molti colpi di scena, entrano in ballo diversi personaggi, si passa da una location raffinata a interni squallidissimi ma pieni di calore e di musica, ma soprattutto Carlo imparerà il vero senso della vita e i suoi valori essenziali e scoprirà l’amore vero.

Robecchi mostra di muoversi a suo agio negli ambienti che descrive e, anche se il romanzo mostra qualche lunghezza eccessiva e qualche episodio di troppo, il linguaggio agile e l’ironia che serpeggia ne rendono la lettura piacevole con personaggi decisamente ben costruiti, soprattutto le donne, Carmen, la moldava Katrina, la milanesissima agente Katia Sironi, la bella Marìa, la pesudorivoluzionaria ecologista Marta. I dialoghi brevi ed incisivi sono intervallati da molte incursioni in lingua latinoamericana, qualche battuta lombarda, e soprattutto le parole delle amatissime canzoni di Bob Dylan: la passione per l’artista americano e la sua musica saranno il vero portafortuna di Carlo.