Davanti a una donna
- Autore: Cecilia Parodi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Davanti a una donna (Porto Seguro, 2022) è il secondo romanzo di Cecilia Parodi, autrice metà ligure metà sarda, che aveva felicemente esordito in campo letterario con La luce bianca del mattino.
Nella prefazione al libro Cecilia Parodi racconta di come esso sia nato e soprattutto sottolinea il suo intento:
“So che è una storia forte, disturbante e breve, ma era mia intenzione cimentarmi in un’altra forma di narrazione e far arrivare al lettore uno schiaffo. Veloce e possibilmente doloroso”.
Naomi guarda il cielo attraverso le sbarre: un raggio di sole le penetra gli occhi. La sua mente è così affollata di pensieri che ne viene sovrastata e il fiume di dolore che cerca di tenere dentro di sé riaffiora fino a debordare come le acque di un fiume in piena che si tramutano in un pianto disperato, oltre ogni limite dell’umana sopportazione. Naomi ripensa a Jorge, il piccolino di soli tre anni che viveva in un orfanotrofio in Sudamerica. Era bello Jorge, sempre gioioso e per lui non era stato difficile essere adottato. Mamma Teresa l’aveva portato con sé in Italia: aveva fortemente voluto quel bambino anche se era già incinta di un figlio che sarebbe nato poco tempo dopo. Un futuro roseo si palesava per Jorge: una nuova famiglia italiana lo accoglieva nella bella Genova.
Ma non tutto nella vita va come si immagina, anzi ciò che è preventivato spesso non si avvera: Teresa rimane sola perché il marito l’abbandona per un’altra e lei deve riorganizzare la propria vita, per sé e per i figli Jorge e Giacomo. Eppure quel mondo era ancora apparentemente sereno: c’era Jorge, gioia pura, a render la vita più allegra condividendo con il fratello e la mamma piccoli momenti di felicità. Poi, con l’adolescenza, molto cambia: Jorge non si riconosce più, vede allo specchio un altro sé, con tratti diversi, non più maschili. Confida a uno psicologo il desiderio di diventar Naomi e il dottore, per un tempo non così breve, accetta il suo lato femminile, ne approfitta ma non gli indica una strada da percorrere. Certo, negli anni Novanta tutto era ancor più difficile; glielo diceva anche Crystal, la trans con cui Naomi aveva stretto amicizia
“Crystal le ricordava che il mondo non era pronto”.
Arduo mutare la propria persona da uomo a donna: potevano aiutare gli ormoni, i costosi interventi, i filler, gli abiti, il trucco, ma il giudizio della gente era lì, implacabile perché è facile puntare il dito, quasi una soddisfazione ricoprire di titoli umilianti le persone “diverse”. Già, ma diverse da che? Da un’apparente normalità, da un’esteriorità più diffusa? Alle persone transgender molto veniva negato: un’occupazione, un piccolo impiego e la maggior parte fra esse, per aver di che vivere, doveva esercitare il mestiere più antico del mondo, per nulla facile, soprattutto per salvaguardarsi da situazioni difficili.
Naomi trova nella trans Crystal un’amica sincera anche quando mamma Teresa non le è vicina. La donna, psicologicamente allo sbando, lascia la famiglia per seguire un santone che le aveva promesso la risoluzione dei suoi problemi. Per fortuna mamma Teresa fa ritorno a casa perché si rende conto che la dedizione ai figli è la migliore preghiera. Ama Naomi e Giacomo con la stessa intensità, non fa differenze tra i due. Accetta Naomi nella sua nuova identità e nelle sue attività notturne che le consentono di vivere e segue anche Giacomo che nel frattempo è andato a vivere all’estero perché scosso dalle vicende familiari. Ma in quel fiume di lacrime che prorompe dagli occhi di Naomi dietro le sbarre sta tant’altro ancora.
Lei che aveva orrore di far male anche al più piccolo insetto, come ricorda mamma Teresa, si è macchiata di un crimine delittuoso. Naomi è disperata perché sa bene che mai avrebbe compiuto un gesto infame se non per difendere una fra le persone a lei più care. Essere trans significa misurarsi giorno per giorno, notte dopo notte, con quanto di abietto molta gente comune nasconde durante il giorno e poi riversa su chi non riesce ad avere una dignità sociale.
Poi… il carcere, ancor più difficile per chi è nelle condizioni della protagonista. Nemici ovunque, quindi: tra i carcerati che la guardano con occhi lascivi e le guardie che non le perdonano di aver tolto la vita a “uno di loro”.
Mamma Teresa l’ama sempre e comunque: frequenti sono le lettere tra le due e commovente è come la mamma si rivolga alla protagonista. “Cuore di mamma”: con queste parole ha inizio ogni lettera, un raggio di luce per la protagonista prigioniera per un crimine ma anche per un corpo che non sente suo.
Le rimangono i sogni: una profumeria in via XX Settembre a Genova, le commesse sorridenti, tutti che le danno il buongiorno. Quell’immagine che per qualcuno è normalità per Naomi è luce scintillante, l’unica soprattutto ora che, a causa di quel virus che sta attanagliando il mondo intero, mamma Teresa non può nemmeno farle visita in carcere. Ma il lockdown sembra non terrorizzare più di tanto né chi è in carcere né chi è gravato da mille pensieri come mamma Teresa: lei aspetta l’arrivo di Giacomo. Da tanto è lontano e con lui vuol ritrovare un po’ di serenità. Giacomo porta in sé un pensiero nuovo, l’idea di un futuro con più responsabilità, un’idea cui non era avvezzo ma che il destino gli ha messo davanti.
Intanto, in carcere, la violenza dilaga e Naomi ne fa ulteriormente le spese. Avrebbe potuto esser libera, ora, forse lo è… ma a che prezzo!
“Vita bella, vita meravigliosa, perché qui, perché ora, perché è stato incredibile, grazie di tutto… Naomi chiude gli occhi… Si spengono le luci, nessun applauso”.
Questo è Davanti a una donna, il breve ma intenso romanzo di Cecilia Parodi, una storia che denuncia le più tristi situazioni e la malvagità di tanta gente che costringe chi “non fa parte del gregge” a soccombere.
Il finale, però, è una svolta luminosa: nessuno ripudierà né Jorge né Naomi, anzi ci sarà modo di aver quest’ultima di nuovo presente perché, seppur vissuta in ambienti sordidi, seppur accusata di gesti crudeli, la protagonista sarà accanto alla sua famiglia anche se in maniera diversa, perché l’amore, quello più vero, nonostante le ingiustizie, nonostante gli inenarrabili dolori, non finisce mai.
Scriveva in una sua canzone Fabrizio De André “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. È triste dirlo, ma bisogna toccare il fondo, il più infimo, come alcune fra le vicende narrate, per trovare i sentimenti più belli e puliti.
Questo ci racconta Cecilia Parodi; il suo romanzo è breve e lei lo definisce “uno schiaffo”. Per me è anche altro: è un’amara, bellissima e toccante storia di vita.
Davanti a una donna
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