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Recensioni di libri

Come fossi solo di Marco Magini

Giunti, 2014 - Candidato al Premio Strega 2014, “Come fossi solo” è il racconto di una strage senza precedenti: quasi diecimila civili fucilati a freddo dall’esercito serbo-bosniaco a Srebrenica nel 1995.

Matteo Grimaldi, scrittore
Matteo Grimaldi, scrittore Pubblicato il 05-05-2014

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Come fossi solo

Come fossi solo

  • Autore: Marco Magini
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: Giunti
  • Anno di pubblicazione: 2014

Vedi Prezzo:

Scheda libro su ibs
Scheda libro su LaFeltrinelli.it
Scheda libro su Libraccio
Scheda libro su Mondadori Store

“Come fossi solo” (Giunti, 2014) è il racconto di una strage senza precedenti: quasi diecimila civili fucilati a freddo dall’esercito serbo-bosniaco e poi gettati in fosse comuni. La loro unica colpa? Quella di vivere a Srebrenica nel 1995.

Marco Magini ripercorre le terribili settimane che precedono la strage attraverso tre punti di vista molto distanti:

  • quello di Dirk, un casco blu olandese delle Nazioni Unite, poco più che un ragazzo, chiamato col suo contingente a sorvegliare l’area di Srebrenica e proteggere i civili da un’eventuale invasione serba a lungo sottovalutata;
  • quello di Dražen Erdemović, un giovanissimo soldato serbo arruolatosi soltanto per sua moglie e per la loro piccola Sanja, non certo per inseguire gli ideali della Grande Serbia;
  • quello di Romeo Gonzalez, il magistrato spagnolo al quale tocca il compito di giudicare Dražen, l’unico membro del battaglione ad ammettere di aver partecipato alle esecuzioni.

Attraverso gli occhi di Dirk il lettore assiste al precipitare improvviso degli eventi. L’esercito serbo oltrepassa i confini stabiliti. Saltano gli equilibri, gli accordi non hanno più alcun valore. La popolazione locale si riversa attorno alla base ONU e forza il perimetro per penetrare all’interno di quello che sembra l’unico luogo sicuro, simbolo di protezione internazionale. Dirk e i suoi compagni sono lì per presidiare e sono impreparati a quanto sta accadendo. Nessuno di loro avrebbe mai immaginato che una missione di routine li avrebbe segnati per sempre. Fra le grida della gente ammassata contro la recinzione, assistono impotenti all’avanzare dei carri armati.

Dražen assolve al suo compito quotidiano di trasportare munizioni e rifornire l’esercito come se fosse un lavoro e basta, una mansione unica e precisa che non comporta rischi di alcun tipo. Invece all’improvviso esplode la guerra, quella vera, e a lui tocca diventare grande nel tempo di una decisione. Gli stanno chiedendo di sparare a un’intera fila di civili posizionati davanti a lui. Prova a opporsi. Se non lo farà, comunque lo farà qualcun altro al posto suo e assieme a quei civili ci finirà anche lui, a fianco dell’ultimo, ad aspettare il suo turno. In quel momento pensa a sua moglie e a sua figlia. Pensa che vuole tornare da loro, vivo, così spara. Non servono a niente le grida di chi dall’altra parte lo implora. Quel giorno Dražen Erdemović uccide più di settanta persone ed è come se a ogni colpo sparasse a una parte di sé, alla sua dignità di giovane uomo, al suo senso di giustizia, alla vergogna di far parte della metà di umanità peggiore.

Romeo Gonzalez è agli sgoccioli della sua carriera. Il Tribunale Penale Internazionale è la sua occasione per riconquistare prestigio ed è convinto che questa sentenza sarà una passeggiata: condannare un imputato che dichiara spontaneamente di aver sparato a oltre settanta persone. Niente di più facile. Invece, con l’andare avanti della discussione con gli altri membri del Tribunale, nella sua testa si insinua il dubbio. Cambia idea, la cambia ancora. Alla fine lo condanna, seguendo le argomentazioni che lui stesso definisce “le meno rilevanti”.

Dražen, Dirk e Romeo sono tre protagonisti ugualmente coinvolti in un massacro:

  • l’aver premuto il grilletto,
  • il non aver fatto abbastanza se anche uno solo di quei civili poteva essere salvato,
  • l’aver giudicato un giovane soldato colpevole solo di aver eseguito un ordine e non essere certo della sentenza appena emessa,

potrebbero risultare irrilevanti ai fini del senso di colpa, se il grado di giudizio è quello morale. La forza di questo romanzo sta proprio nell’intrecciarsi dei tre punti di vista narrativi e nel tentativo dei protagonisti di proclamarsi innocenti. Al lettore spetta la decisione finale. “Come fossi solo” è uno dei 12 candidati al Premio Strega 2014.

  • Vedi anche: Intervista a Marco Magini

© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Come fossi solo

  • News su Marco Magini
“Come fossi solo” su Slide Italia di Luglio 2014

“Come fossi solo” su Slide Italia di Luglio 2014

Marco Magini

Marco Magini

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Commenti: 1

  • chicchina
    7 maggio 2014, 15:47

    Una presentazione sufficientemente asciutta ed essenziale,che invita a saperne di più,ad andare oltre e sondare motivi più profondi all’interno delle coscienze dei tre personaggi.
    Cercherò di leggerlo,prima della conclusione del premio,perché non mi piace essere influenzata ...

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