

Bunker Diary
- Autore: Kevin Brooks
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2015
“Bunker Diary” dell’inglese Kevin Brooks, pubblicato nel maggio 2015 da Piemme Editore nella collana Freeway, è un romanzo young adult adrenalinico, che narra di umiliazione, sadismo e claustrofobia.
Linus è un sedicenne che viene imprigionato in un bunker sotterraneo, insieme a quattro adulti e una bambina. Si tratta di uno spazio angusto, da cui è impossibile fuggire.
“Ecco quello che so. Mi trovo in uno spazio rettangolare, col soffitto basso, tutto di cemento imbiancato. Largo dodici metri e lungo diciotto, più o meno. C’è un corridoio principale nel mezzo, con un altro più piccolo, perpendicolare, che porta a un ascensore. Lungo quello principale ci sono sei stanzette, tre per lato. Sono tutte uguali, tre per cinque, ciascuna arredata con un letto di ferro, una sedia con lo schienale e un comodino… Non ci sono finestre, non ci sono porte. L’unica via di entrata o di uscita è l’ascensore”.
Un pazzo criminale li ha rapiti con l’inganno, in tempi diversi, presentandosi loro ogni volta con sembianze differenti. I malcapitati non sanno il motivo, né l’orrendo disegno che una mente disturbata abbia messo in serbo per loro: una versione macabra di Grande Fratello, dove le telecamere sono ovunque, persino nel bagno.
Chiunque sia quell’uomo, li spia giorno e notte e vede tutto ciò che fanno, punendo ogni atto di ribellione con provvedimenti severi, che inducono a desistere.
“Bunker Diary” si presenta come un incubo, che mette in evidenza le dinamiche che si creano quando le persone sono costrette a una convivenza forzata, in spazi ristretti e con l’aggravante di sentirsi in pericolo di vita.
La storia viene narrata attraverso il diario di Linus, il quale annota tutti gli accadimenti, utilizzando la scrittura come espediente per non impazzire e interloquendo con il lettore. Su queste pagine, egli fissa la perversa escalation di umiliazioni e violenze a cui “l’uomo di sopra” sottopone il gruppo di prigionieri.
A dividere i due livelli – predatore e prede – un ascensore che scandisce, insieme alle luci artificiali, le ore del giorno e della notte.
Si tratta di una battaglia di nervi, dove presto la situazione precipita e fra i sei abitanti diventa un caos totale. La mancanza di cibo, gli afrori derivati dalla sporcizia e la paura di quello che può accadere, finiscono per mettere tutti l’uno contro l’altro.
Un romanzo che coinvolge e induce a “divorare” le pagine tutte d’un fiato. La prosa cinematografica dell’autore fa in modo che non cali mai l’attenzione e che sembri di vedere un film. Certo, è una storia che pone l’esistenza di una realtà malata, di un mondo perverso, pregno di malvagità, di fronte al quale si rimane impotenti ed angosciati.
Partendo da un’idea non del tutto originale – ricorda “The Hole”, il film di Nick Hamm del 2001 – l’autore è riuscito a sviluppare una trama che invece si è rivelata incalzante, mettendo il lettore di fronte alla paura ancestrale di perdere la libertà ed essere relegato in un ambiente claustrofobico, senza possibilità di salvezza.
Dopo avere svolto i mestieri più disparati, quali tentare di diventare una rock star, aver lavorato in uno zoo, in un crematorio e in un ufficio postale, Kevin Brooks ha iniziato a scrivere libri per ragazzi e ha sicuramente fatto centro. “Bunker Diary” è stato insignito nel 2014 della Carnegie Medal, ovvero il più prestigioso riconoscimento della narrativa inglese per ragazzi.
Un vero e proprio successo editoriale, la cui lettura è caldamente consigliata a chi ama il genere, ma soprattutto non si lascia facilmente impressionare.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Bunker Diary
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