

A Hollywood c’è la walk of fame, in Inghilterra l’English Heritage e le sue targhe blu (blu plaques in inglese) che, un po’ come le famose stelle, celebrano intellettuali, artisti e personaggi di spicco che hanno contribuito alla creazione della società contemporanea. Molti sono gli scrittori.
Funziona così: gli ovali vengono apposti sulle facciate delle case dove hanno vissuto o lavorato, in una sorta di geografia urbana alternativa in continuo aggiornamento. L’ultima in ordine di tempo è quella assegnata a Barbara Pym, ma nell’elenco ci sono:
- James Barrie,
- lady Violet Bonham Carter,
- Frances Hodgson Burnett,
- Charles Dickens,
- Kenneth Grahame,
- Graham Greene,
- Henry James.
Girare per le strade di Londra a caccia delle più di mille targhe è un modo per creare itinerari inediti, anche grazie al sito internet che ne registra la presenza.
La storia delle blu plaques
Il sistema delle blu plaques è stato inaugurato nel 1866 ed è probabilmente il più antico del genere in vigore nel mondo. Si basa sulla semplice connessione tra gli edifici moderni e le personalità che li hanno abitati. Ed è esempio pratico del lavoro svolto dall’English Heritage a tutela del patrimonio culturale britannico.
La forma delle targhe è da sempre circolare: il blu, invece, è stato introdotto solo dopo la Seconda Guerra mondiale. Esempi precedenti utilizzano colori diversi come marrone, terracotta, verde, bronzo. Le targhe inoltre vengono rigorosamente realizzate a mano da esperti artigiani.
La più antica ancora esistente appartiene a un imperatore, Napoleone III, che si dice abbandonò in gran fretta la sua dimora in King Street, lasciando la vasca da bagno piena, diretto verso la patria Francia dopo la caduta di Luigi Filippo nel 1848. Una curiosità? La targa a lui dedicata fu installata mentre era ancora in vita. Oggi i candidati, per accedere all’onore, devono essere morti da almeno 20 anni.
3 particolarità delle targhe blu
La prima blue plaque fu intitolata a Lord Byron nel 1867, un’icona nazionale. Ma per quanto lo riguarda le cose si complicano. La sua casa viene demolita nel 1889 e nelle successivi trasformazioni urbane si sono susseguite altre intitolazioni, così che non si è più certi di aver individuato il luogo esatto della residenza.
Alcune case portano più targhe: ben 18 edifici esibiscono una doppia commemorazione. Così in un’insolita stratificazione storica convivono diversi personaggi e memorie.
La più famosa targa doppia? Il 29 di Fitzroy Square celebra George Bernard Shaw e Virginia Woolf.
Le targhe contro la demolizione
Se le targhe, che vengono finanziate da donazioni e interamente realizzate a mano, non garantiscono tutela legale ad uno stabile, assicurano però una certa protezione. Succede che la segnalazione dell’English Heritage abbia contribuito a salvare edifici di grande interesse storico dall’abbattimento.
Come nel caso delle dimore di Oscar Wilde a Chelsea e Van Gogh a Stockwell, risparmiate dalla demolizione per il valore storico. Così un’iniziativa culturale finisce per preservare il patrimonio nazionale, aprendo una sorta di portale verso il passato a chi le sa scovare.
Nel prossimo viaggio a Londra, vale la pena tenere d’occhio il blu. Nel frattempo è possibile cimentarsi con il quiz sul sito dell’English Heritage, per verificare la propria conoscenza di storia e aneddoti londinesi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Blue plaques di Londra: storia delle targhe blu e gli scrittori a cui sono dedicate
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