Billy di Albert French

È una storia vera, che farà davvero male, quella raccontata fra le pagine di Billy, romanzo di Albert French (Zanzibar, 1995, trad. di M. Marazzi).

Billy è solo un ragazzino. Un ragazzo di colore del Mississippi che, nel 1937, ha ucciso una ragazza bianca. Perché specificare il colore della pelle in ambo i casi, dite? Presto detto: quasi un secolo fa questa era una differenza marcata, importante. E non per i motivi giusti, purtroppo.
Una lite scoppiata per caso ed ecco che si consuma la tragedia. Inutile dire che il caso ha immediatamente diviso il paese. E non in parti uguali. Chi chiedeva giustizia (vendetta?) e chi era convinto d’esser vittima del solito abuso da parte dei ricchi e potenti bianchi. Oltre alla vittima e al presunto colpevole altre persone saranno protagoniste in questa vicenda: lo sceriffo che ha arrestato Billy, l’avvocato difensore del ragazzo e il giudice che dovrà decidere della vita di quest’ultimo. E, naturalmente, la madre di Billy. E una madre, lo sappiamo bene, percepirà sempre quel colpo al cuore in più. E se lo porterà dietro in eterno. Un colpo al cuore che, per fortuna o purtroppo, sentiremo anche noi.

Albert French ci porta una storia drammatica, una storia che, purtroppo, è anche vera. E se già pensavate che queste parole potessero essere un pugno nello stomaco da “inventate”, provate a immaginare l’effetto che avranno ora… Una storia che contiene tutti i sentimenti dell’animo umano, compresi purtroppo quelli negativi che, ahimé, hanno quasi sempre la meglio.
Un libro facile da leggere ma duro, durissimo da digerire, un’opera universale che chiede solo d’essere ascoltata. E non dimenticata. Pagine da leggere e rileggere per trovare, perché no, una nuova consapevolezza. L’ennesimo colpo duro che farà male ma anche bene? Forse. La prima è una certezza, per la seconda lascio a voi il compito di scoprirlo.