Immagine di copertina Credits: Bundesarchiv, Bild 183-W0409-300 / Kolbe, Jörg / CC BY-SA 3.0 DE, CC BY-SA 3.0 DE, via Wikimedia Commons
L’11 novembre 2010 un ricercatore dell’università di Manchester, il professor Stephen Parker dopo anni di studi e ricerche giunse a una conclusione inattesa sulla morte del grande autore e drammaturgo tedesco Bertolt Brecht.
Brecht morì improvvisamente il 14 agosto 1956, a soli 58 anni, ufficialmente stroncato da una crisi cardiaca. Le cause reali della sua morte all’epoca non vennero indagate o approfondite, il grande drammaturgo e poeta fu sepolto pochi giorni dopo senza cerimonie nel Cimitero di Dorotheenstadt in Chausseestrasse, a Berlino Est.
La sua sepoltura consistette, secondo la sua volontà, in una grossa pietra irregolare sopra la quale venne scolpito solamente il suo nome in un’austera incisione bianca.
Quasi quarant’anni dopo la morte di Brecht un ricercatore inglese di letteratura tedesca, Stephen Parker, mentre svolgeva delle ricerche per una biografia sul drammaturgo tedesco fece una scoperta sconcertante.
Le prove scoperte da Parker rivelarono la verità sulla morte dell’illustre autore, scopriamo quale.
Bertolt Brecht: le reali cause della morte rivelate da Parker
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Stephen Parker, ricercatore dell’università di Manchester, è autore di una brillante biografia dedicata al drammaturgo tedesco: Bertolt Brecht. A literary life (Bertolt Brecht. Una vita letteraria, Ndr).
Attingendo a lettere, diari e altro materiale inedito, tra cui le cartelle cliniche personali di Brecht, Stephen Parker in questa biografia offre un resoconto ricco e appassionante della vita e dell’opera di Bertolt Brecht e della sua arte duratura.
Durante il lungo lavoro di ricerca Parker si imbatté per caso in una nota oscura che trattava della diagnosi infantile di un ingrossamento del cuore. Approfondendo le cose, Stephen Parker scoprì che quell’ingrossamento cardiaco rappresentava uno dei sintomi della febbre reumatica che colpì l’autore tedesco durante l’infanzia. Dopo quella prova il ricercatore inglese decise di indagare più approfonditamente la storia medica del drammaturgo, facendo via via scoperte sempre più sconcertanti.
Tra i vari reperti ritrovati durante le indagini vi fu anche una radiografia di Brecht, datata 1951, che contribuì alla formulazione definitiva della diagnosi clinica di morte.
Il rapporto radiografico del 1951 mostrava infatti un palese ingrossamento del lato sinistro del cuore di Brecht; ma non fu mai mostrato al drammaturgo né reso noto ai suoi medici. Stephen Parker nella biografia - che assume quasi i toni di un romanzo di inchiesta - afferma che il referto potrebbe essere stato tenuto nascosto dai servizi di sicurezza tedeschi per i quali il drammaturgo era un personaggio scomodo.
Bertolt Brecht soffriva di febbre reumatica, malattia all’epoca sconosciuta e che infatti non fu diagnosticata all’autore. Tutti i sintomi di cui Brecht soffrì, a fasi alterne, durante la sua esistenza erano infatti da ricondurre a questa condizione.
Tra i sintomi ritroviamo infatti l’aumento delle dimensioni del cuore, i movimenti irregolari degli arti e le smorfie facciali, il mal di gola cronico seguito da problemi cardiaci e motori: il tutto è perfettamente coerente con una diagnosi moderna della febbre reumatica. La morte di Brecht dunque poteva essere prevista ed evitata grazie a una giusta diagnosi.
Emerge infatti che l’infarto che stroncò il drammaturgo tedesco non fu un evento del tutto improvviso. Bertolt Brecht iniziò ad accusare dolori e un malessere diffuso diversi mesi prima di quel drammatico 14 agosto 1956. Segno che la malattia aveva danneggiato gravemente il suo sistema neuro-motorio causando, inoltre, gravi lesioni cardiache.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, Stephen Parker disse che negli anni in cui Brecht era bambino sarebbe stato impossibile anche solo avvicinarsi alla diagnosi della malattia:
Quando era giovane nessuno poteva avvicinarsi alla diagnosi. Brecht era etichettato come un bambino nervoso con un cuore “malato” e i medici pensavano che fosse ipocondriaco.
In età adulta Brecht continuò a soffrire di scatti nervosi, che molti imputarono al suo carattere difficile soggetto agli sbalzi d’umore. La verità emerse solo molti anni dopo, attraverso il risarcimento tardivo di una biografia che restituiva al drammaturgo tedesco tutta la sua statura di uomo. Bertold Brecht soffrì per tutta la vita di malattie croniche che alla fine lo hanno ucciso. La febbre reumatica, tuttavia, era una patologia difficile e rara da diagnosticare all’inizio del Novecento.
Secondo Stephen Parker le rivelazioni sulle condizioni di salute di Brecht e sulla sua morte gettano ora una nuova luce sull’intera vita e sulla produzione del drammaturgo tedesco.
Bertolt Brecht e il presagio della morte
Forse proprio a causa delle sue precarie condizioni di salute Bertolt Brecht rifletté molto e profondamente sulla morte nel corso della sua esistenza.
Lo testimonia una delle sue poesie più belle, intitolata Se durassimo in eterno, che recita:
Se durassimo in eterno
Tutto cambierebbe
Dato che siamo mortali
Molto rimane come prima.
In pochi versi illuminati, che hanno l’incisività data dall’immediatezza, Brecht racchiudeva tutto il senso della vita. Il fatto che la nostra esistenza abbia un termine è in realtà un’ottima cosa poiché ci insegna a valorizzare ogni istante, ad assaporare il momento, a darci delle priorità. Ma al contempo è un fatto nefasto perché ogni volta l’umanità dimentica sé stessa, replica gli stessi errori e, in sostanza, rimane come prima.
Se durassimo in eterno, osserva acutamente Brecht nel suo incipit, “tutto cambierebbe”. Perché in tal caso l’uomo avvertirebbe il peso della propria responsabilità nel tempo della Storia e peserebbe diversamente le conseguenze delle sue azioni.
Il tempo fuggente della vita è come un timer al rovescio che ci spinge ad affrettarci nelle azioni, nei pensieri, a imprimere un’andatura accelerata ai nostri obiettivi. Ma cosa accadrebbe, invece, se durassimo in eterno?
Bertold Brecht si pose questo interrogativo perché avvertiva profondamente il peso della propria mortalità, ma nutriva anche una profonda coscienza del tempo della Storia e delle generazioni future. Sapeva che il futuro sarebbe arrivato, aveva coscienza dell’Eternità che lo sovrastava.
La verità sulla morte di Bertolt Brecht è, in fondo, una poesia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La verità sulla morte di Bertolt Brecht
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