Bellissime e perverse. Le sexy eroine del fumetto horror ed erotico italiano
- Autore: Antonio Tentori
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Non sono mai stato un tipo religioso. Da bambino seguivo messa soltanto perché se no i sacerdoti mi avrebbero vietato di giocare. Fuori dell’oratorio erano gli anni dell’austerity (le targhe alterne, la domenica a piedi) e i preti veleggiavano ancora nelle loro tonache vagamente vampiriche, nere nere. Tra di loro ce n’era uno con il chiodo fisso dei fumetti. Nel senso che si dava da fare a inculcarci il senso del peccato attraverso la demonizzazione dei fumetti, in special modo quelli “per adulti”, con la famigerata K nel titolo (Diabolik, Kriminal, Satanik), spacciati per autentiche anticamere dell’Inferno.
Non tutte le sexy-eroine delle strisce erotiche restituite in “Bellissime e perverse. Le sexy eroine del fumetto horror ed erotico italiano” (Cut Up Publishing, 2016), succulento compendio illustrato da Fabio Giovannini e Antonio Tentori, annoveravano la k nel nome (cito Alika, Bionika, Gengis Khana, Sukia), ma il monito alla perdizione valeva anche per loro. Anzi di più, data l’onomastica delle Nostre, preludio alle fantasie più sfrenate: Jagula, Bamba, Lucifera, Miciolina, Zora. E anche Biancaneve, Cenerentola e Cappuccetto Rosso rivedute & corrette com’erano dal fumetto per adulti, promettevano lussurie di cui il Savonarola salesiano (se mi passate l’ossimoro di ruolo) non riusciva a farsi una ragione. Nel milieu dei così detti anni di piombo (gli anni della mia piena formazione calcistico-letteraria) i fumetti con dentro le gesta delle ninfette erotiche/erotizzanti erano diventati una legione. Incontrollabile, finanche dalla censura. Ogni storia una rivisitazione spudorata, trasversale ai generi (noir, peplum, avventura, western, fantascienza, fiaba, horror a bizzeffe). Ogni storia sempre più “spinta”, in parallelo all’emanciparsi dei costumi. Come specificano gli autori a incipit del volume:
“Le sexy-eroine, giunte al successo principalmente negli anni sessanta-Ottanta del secolo scorso, rappresentano un momento fondamentale nell’ambito del fumetto italiano. Il trionfo editoriale riscosso inizialmente dal prototipo Satanik, e quindi da Jacula e Isabella, diede il via a una infinita serie di fortunati personaggi femminili nelle vesti (sempre succinte) di vampire, diavolesse, licantrope, spadaccine, piratesse, pistolere, pellerossa, aristocratiche, maghe, guerriere, ladre, avventuriere, spaziali, naziste”.
I volti (per tacere di altre parti del corpo meno nobili) spesso desunti dall’immaginario cinematografico del tempo (Sukia modellata sulle fattezze di Ornella Muti, Miciolina di Ilona Staller, Jugula di Lori del Santo) e le gesta a-morali dell’esercito sexy in azione, diventano “caso” meta-editoriale: segno di sprovincializzazione sessuale o di tentazioni reazionarie (vedi l’analisi di Umberto Eco sul contenuto nazistoide di Hessa apparsa su l’Espresso), a seconda dei focus ideologici dai quali lo si inquadra.
Attraverso l’accurato riepilogo di storia, autori, editori, protagoniste, copertine, e persino la costante iperbolica delle frasi di lancio, “Bellissime e perverse” non tralascia nulla delle vicende intrinseche ed estrinseche al fumetto erotico italiano, collocandosi oltre il semplice amarcord transgenerazionale, come saggio antropologico anni 60-80. Così sognavamo - spiavamo, tremavamo, bramavamo, crescevamo - tra le pagine sporche dei fumetti a luci rosse, così cresceva la cultura popolare italiana. E pazienza per i peccati mortali che ne sono discesi.
Bellissime e perverse. Le sexy eroine del fumetto horror ed erotico italiano
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