Assassinio di lunedì
- Autore: Dan Turèll
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2010
“Assassinio di lunedì” del danese Dan Turèll, pubblicato da Iperborea nel 2010, è un godibilissimo giallo da leggere tutto d’un fiato, ideale per le lunghe giornate estive da trascorrere sotto l’ombrellone.
In una Copenaghen stretta nella morsa del gelo invernale, carica di neve e micro-criminalità, un giornalista senza nome narra in prima persona le vicende che lo vedono, suo malgrado, protagonista. È un lunedì sera – “una sera maledetta, una di quelle in cui l’istinto ti dice che accadranno le cose più orribili e ingiuste” – e l’uomo passeggia distrattamente per la città, immerso in pensieri tutt’altro che allegri.
A distrarlo dalla sua cupa malinconia ci pensano le urla strazianti di una donna, qualche isolato più in là: quando però accorre in suo soccorso è ormai troppo tardi, la donna è già morta strangolata. Stessa sorte toccherà i lunedì successivi ad altre due ragazze: tutte sulla trentina, giovani e bionde. Ma le analogie tra le vittime finiscono qua.
Le tre donne non si conoscevano, conducevano vite molto diverse e, soprattutto, passate al setaccio le loro vite, si scopre che tutti i loro conoscenti avevano un alibi e nessuno un movente. È proprio questo a far impazzire di frustrazione il commissario Ehlers, cinquantenne burbero e tenero quanto basta per rappresentare degnamente la famigerata figura del “poliziotto buono” presente in quasi tutti i polizieschi – siano essi film, telefilm o romanzi – degni di nota. In “Assassinio di lunedì” non c’è però alcun poliziotto cattivo, solo onesti e capaci giovanotti danesi in divisa che perlustrano palmo a palmo una città nordica sorprendentemente simile alle nostre per corruzione, crimine e razzismo.
In un desolante panorama popolato da squatter e piccoli trafficanti, alcolizzati e prostitute, prende vita una storia terribilmente amara e realista, che getta uno sguardo nel pozzo profondissimo e scurissimo della miseria umana e poi, sul finale, dà come l’impressione di ritrarsi, quasi fosse troppo spaventata per indagare oltre.
Il caso viene risolto e il romanzo termina, eppure il lettore ha la sensazione che ci sia ancora qualcosa di incompiuto, di non indagato, come se Turèll volesse lasciarlo sospeso tra diverse, possibili verità. L’impressione finale, tuttavia, è quella dell’inevitabilità e dell’inspiegabilità del male, impressione apertamente condivisa dallo scrittore, che sembra servirsi del suo proverbiale sarcasmo come dell’unico strumento in grado di affrontarlo, esorcizzandolo.
Assassinio di lunedì
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