In Alla morte, il poeta laziale Vincenzo Cardarelli affronta una delle tematiche che gli sono più congeniali e lo fa attraverso una sorta di lirico colloquio guardando in faccia e parlando apertamente con colei che considera la “fedele sposa” di ognuno di noi.
Con la morte, afferma l’autore, tutti dobbiamo fare i conti, e lui lo fa attraverso gli struggenti versi di questo celebre componimento carico di pathos ma privo dell’angosciante pesantezza che ci si aspetterebbe, nonché con la compostezza caratteriale e formale che costituiscono la cifra della sua intera produzione letteraria.
Nella ricorrenza del 2 Novembre, giorno in cui si commemorano i defunti, analizziamo il testo di Alla morte.
“Alla morte”: testo della poesia
Morire sì,
non essere aggrediti dalla morte.
Morire persuasi
che un siffatto viaggio sia il migliore.
E in quell’ultimo istante essere allegri
come quando si contano i minuti
dell’orologio della stazione
e ognuno vale un secolo.
Poi che la morte è la sposa fedele
che subentra all’amante traditrice,
non vogliamo riceverla da intrusa,
né fuggire con lei.
Troppo volte partimmo
senza commiato!
Sul punto di varcare
in un attimo il tempo,
quando pur la memoria
di noi s’involerà,
lasciaci, o Morte, dire al mondo addio,
concedici ancora un indugio.
L’immane passo non sia
precipitoso.
Al pensier della morte repentina
il sangue mi si gela.
Morte non mi ghermire
ma da lontano annùnciati
e da amica mi prendi
come l’estrema delle mie abitudini
“Alla morte”: parafrasi della poesia
Morire va bene,
ma non essere aggrediti dalla morte (che non sia all’improvviso).
Morire convinti
che il viaggio della vita sia il migliore.
E nell’estremo momento rimanere allegri
come lo si è quando si contano i minuti
dell’orologio della stazione
e ciascuno ha il valore di un secolo.
Dato che la morte è la sposa fedele
che subentra all’amante traditrice (la vita),
non vogliamo accoglierla da intrusa
e neanche fuggire insieme a lei.
Troppe volte partimmo
senza avere la possibilità di dire addio !
Al momento di varcare
in un attimo il tempo (del trapasso)
quando anche la memoria
di noi se ne andrà,
lasciaci, o Morte, (il tempo di) dire addio al mondo,
concedici ancora un attimo.
Il grande passo (morire) non sia
frettoloso.
Al pensiero della morte che arriva improvvisamente
mi si gela il sangue.
Morte non mi agguantare
ma annunciati da lontano
e da amica portami via
come se si trattasse dell’ultima delle mie abitudini.
Metrica e figure retoriche del componimento di Cardelli
Alla morte è una canzone libera leopardiana che si costituisce di versi endecasillabi e settenari liberamente disposti e alternati. I versi 1, 14 e 22 sono quinari; presenti anche versi tronchi o sdruccioli.
Tra le figure retoriche principali si segnalano:
- asindeto, in “Morire sì”;
- anafora“ Morire... Morire..”:
- inversione in “dire al mondo addio”;
- diversi enjambements.
Sono presenti evidenti riferimenti d Umberto Saba, anch’egli autore di una poesia dal medesimo titolo, Alla morte, e a Charles Baudelaire, precisamente alla sezione La morte all’interno della raccolta Les fleurs du mal (I fiori del male).
Spiegazione e analisi della poesia
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Cardarelli immagina di dialogare con la morte, che in quanto sua interlocutrice risulta personificata, svelando il proprio personale desiderio che essa non sopraggiunga all’improvviso, eventualità che lo atterrisce, ma che in un modo o nell’altro, quasi come fosse un’amica, si preannunci concedendogli il tempo di dire addio al mondo e di salutare come si conviene quell’"amante infedele" che è l’esistenza.
Nonostante l’argomentazione lugubre che porterebbe a ritenere il contrario, Alla morte non è un brano particolarmente angosciato e angosciante, in quanto prevale un tono di dolce fermezza e di pacata rassegnazione che gli conferisce grande compostezza sia argomentativa che formale. Senza lasciarsi andare ad abbandoni sentimentali, l’autore tratta gli eterni e insondabili concetti di vita e di morte con la misura e l’equilibrio tipici della sua poetica.
Lo stesso si può affermare per quanto riguarda l’aspetto lessicale, perfettamente in linea con quello contenutistico. Il linguaggio si modula lungo un registro colloquiale e confidenziale, a cui appartengono anche evidenti echi classicheggianti.
In sintesi, tutte le migliori caratteristiche della poetica di Cardarelli sono presenti e si estrinsecano in modo talmente ammirevole in Alla morte, da consentirci di considerare la suddetta poesia come una delle migliori espressioni della produzione letteraria dell’autore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Alla morte”: la poesia di Vincenzo Cardarelli da leggere in occasione del 2 novembre
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