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Storia della letteratura

I fiori del male di Baudelaire: poesie e analisi

I fiori del male di Charles Baudelaire è una delle opere più famose dell’autore e della letteratura poetica francese in generale: vediamo le poesie che ne fanno parte e un’analisi dell’opera.

Ilaria Roncone
Ilaria Roncone Pubblicato il 10-05-2019
I fiori del male di Baudelaire: poesie e analisi

Oggi andiamo a studiare I fiori del male di Charles Baudelaire, le poesie che fanno parte di questa raccolta e un’analisi del testo, senza tralasciare chi era Baudelaire. Nello specifico, l’autore viene considerato uno dei maggiori esponenti del simbolismo francese e anche precursore del cosiddetto Decadentismo. Proprio Baudelaire incarna la figura del “poeta maledetto”, ovvero quella tragica figura che si spinge agli estremi e che, non raramente, sprofonda nella demenza. I poeti maledetti, nati in Francia, costituiscono l’apice del pensiero romantico.
I fiori del male, nello specifico, è una raccolta lirica dell’autore pubblicata nella sua prima edizione il 25 giugno 1857 in soli 1300 esemplari. La prima edizione comprendeva cento poesie in tutto divise in cinque sezioni: Spleen et ideal, Les Fleurs du mal, Révolte, Le vin e La mort. Vediamo ora una scheda riassuntiva del libro I fiori del male, andando a individuare le tematiche e la poetica di Baudelaire, che traspare ampiamente da questa sua raccolta di poesie.

I fiori del male Baudelaire: storia e analisi dell’opera

Già il titolo dell’opera è fortemente rappresentativo: solo da esso si può facilmente intuire lo stile poetico dell’autore, quella sua celebre tendenza a parlare di argomenti cupi, scabrosi e, alcune volte, immorali. Questa sua attività morbosa, per certi versi, gli ha permesso di produrre una quantità di testi poetici tale da poter comporre un libro che, andando avanti con le edizioni, si è arricchito di nuove liriche e di nuove sezioni rispetto alla prima versione pubblicata. Il titolo originale dell’opera scritta in lingua francese, "Les Fleurs du mal", rivela la precisa intenzione dell’autore di cogliere ed estrarre quella che è la bellezza del male. All’epoca dell’uscita dell’opera questo titolo venne giudicato provocatorio e dirompente ma, in ogni caso, perfettamente in linea con quello che era l’animo tormentato e misterioso di Charles Baudelaire.
Nemmeno un mese dopo la sua uscita, in data 7 luglio, la direzione della Sicurezza pubblica arrivò a denunciare I fiori del male per oltraggio alla pubblica morale e offesa alla morale religiosa. La punizione per Baudelaire e gli editori fu esemplare: multa più la soppressione di sei liriche in tutto, considerate immorali. Dopi la prima edizione toccò alla seconda nel 1861: 1500 esemplari dai quali furono tolte le sei poesie incriminate, aggiungendone tuttavia altre trentacinque. La divisione, stavolta, fu fatta in sei sezioni: Spleen et ideal, Tableaux Parisiens, Le vin, Les Fleurs du mal, Révolte e La mort.
I fiori del male è un’opera che ha influenzato e innovato il mondo della poesia come poche altre al mondo e non parliamo solo dell’Ottocento francese ma, in generale, di tutti i tempi.

Cosa possiamo trovare all’interno de I fiori del male? Le atmosfere surreali, il linguaggio aulico e intensamente mistico, un modernismo che ancora non si è spogliato della poesia romantica pur garantendo uno scenario sinistro: grazie a quest’opera Baudelaire meritò a pieno titolo l’epiteto di poeta maledetto e di colui che rimane chiuso in se stesso per adorare i piaceri lascivi della carne e che esterna una visione del mondo letto solo come luogo di sofferenza. In Baudelaire si evidenzia un rigore formale e freddo nel parlare di temi metafisici, esotici e teologici.

Leggi anche Baudelaire: ritrovata strofa inedita de I fiori del male

Riassunto e struttura de I fiori del male

Come già anticipato, nell’edizione definitiva I fiori del male è diviso in sei diverse sezioni che, tradotte in italiano, corrispondono a: Noia e ideale, Quadri Parigini, Il vino, I fiori del male, La rivolta, La morte.
Le poesie non hanno un ordine cronologico ma sono distribuite in maniera tale da formare una sorta di percorso esistenziale del poeta. Egli, all’inizio di questa strada, comincia a prendere coscienza di quanto sia diverso rispetto al mondo esterno e, di conseguenza, alienato. Questo suo essere lo porta a provare il male di vivere, che prova ad arginare rifugiandosi nell’alcol, nella droga e in quelli che sono amori distruttivi. Solo questi sono i modi che ha per distrarsi dalla realtà, da ciò che è, e scoprire ciò che è irrazionale e che va oltre, quello che può essere raggiunto solo tramite l’arte. La fine del percorso de I fiori del male porta Baudelaire a ribellarsi addirittura a dio, rifiutando ciò che è il mondo tramite la morte.

I fiori del male: stile, linguaggio e tematiche

Così come Baudelaire, I fiori del male è un esempio massimo del simbolismo e di un modo di fare poesia totalmente inedito: versi liberi, linguaggio allusivo, musicale e ricco di simbolismo. Cosa succede nella nuova poesia di Baudelaire? Che le parole non hanno più quel significato che viene comunemente attribuito loro ma hanno una valenza più profonda, misteriosa, che allude a qualcosa di più. Da citare, in questo senso, la poesia più significativa, ovvero Correspondances (Corrispondenze). In questa lirica il poeta va a creare dei legami tra poesie e reale andando ad indagare sui legami invisibili tra le cose che la Natura nasconde. I simboli che la Natura nasconde il poeta li svela e li rivela agli altri uomini.
Ne I fiori del male si evidenzia l’utilizzo di molte figure retoriche (analogia, metafora, sinestesia) e il titolo stesso è un ossimoro che fa corrispondere ai fiori la bellezza dell’arte e al male la corruzione e il degrado della società ai tempi di Baudelaire.
In Baudelaire si evidenziano una serie di tematiche: lo Spleen e l’ideale, intesi come dualità profonda tra il male di vivere e la noia (detta, appunto, spleen) e ciò che invece è bellezza nella vita, espressa esclusivamente tramite l’arte e la poesia; la follia, nella sezione Quadri di Parigi si fa riferimento al tema della follia, uno stato d’animo che l’autore sente proprio anche per il fatto che gli serve per prendere le distanza dal reale; le corrispondenze tra le cose, che celano simboli e rimandi ad altre; il vino e tutti quelli che sono paradisi artificiali, come le droghe e la dissolutezza del sesso, come unico modo per placare quel male di vivere; la ribellione a Dio, che non dà alcun conforto per quanto riguarda il male di vivere, che può essere sconfitto solo dalla morte, altra tematica presente ne I fiori del male; ultima tematica è quella della città come luogo di corruzione e volgarità che però, a tratti, assume anche un aspetto magico, ovvero quello del luogo in cui perdersi e ritrovarsi.

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