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Recensioni di libri

Alla fine di un giorno noioso di Massimo Carlotto

2011 - Il protagonista di “Alla fine di un giorno noioso” di Massimo Carlotto è lo stesso Giorgio Pellegrini che avevamo
lasciato undici anni fa davanti alla bara della sua fidanzata, da lui stesso uccisa con un
farmaco a cui era allergica...

Daniele Borghi, scrittore
Daniele Borghi, scrittore Pubblicato il 09-06-2011

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Alla fine di un giorno noioso

Alla fine di un giorno noioso

  • Autore: Massimo Carlotto
  • Genere: Gialli, Noir, Thriller
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Casa editrice: E/O
  • Anno di pubblicazione: 2011

Qualche anno fa un critico molto importante, sulle pagine di un altrettanto importante quotidiano, scrisse che Giorgio Faletti era il miglior scrittore italiano. Non essendo affatto d’accordo, mi sento in diritto con la stessa platealità di lasciare la seguente dichiarazione, certamente più settoriale, meno roboante, meno influente e sicuramente meno letta e ancor meno pagata: Massimo Carlotto è il miglior scrittore italiano di noir. E giuro che sono sobrio, quindi non potrò rimangiarmi
quello che sto scrivendo. Con la sola eccezione di un mezzo passo falso di qualche anno fa
(“Nordest”, Ed. E/O, 2005, scritto a quattro mani con Marco Videtta), Massimo
Carlotto ha edificato un’opera che lo ha reso unico nel panorama degli scrittori italiani.

Sin dalla sua prima uscita (“Il fuggiasco”, Ed. E/O, 1995), un romanzo quasi totalmente
autobiografico sul periodo della sua lunga latitanza, Carlotto ha saputo metter in luce una scrittura asciutta e levigata come un sasso di
fiume, pur se ovviamente coinvolto
emotivamente. Le sue pubblicazioni sono numerose e non mi pare il caso di elencarle (chiunque ne
abbia voglia può andare a cercarne tracce su Wikipedia o sul sito dello stesso scrittore), ma
ciò che interessa di esse è la particolare qualità della scrittura. In ogni pagina che si possa
leggere non c’è mai alcuna traccia di sentimentalismo, neppure in maniera embrionale. La
sua scrittura è così asciutta che può ricordare sia Raymond Carver, naturalmente in territori
diversi, che quella, per rimanere nell’ambito “noir”, di James Ellroy.

Il protagonista di “Alla fine di un giorno noioso” è lo stesso Giorgio Pellegrini che avevamo
lasciato undici anni fa davanti alla bara della sua fidanzata, da lui stesso uccisa con un
farmaco a cui era allergica. Lo avevamo visto anche al cinema con il viso di Alessio
Boni (una delle sue poche interpretazioni convincenti) in un solido film di qualche anno
fa “Arrivederci Amore ciao”, e ora lo rincontriamo appena imbolsito, meno pronto a fiutare
le trappole e ad evitarle, ma ben presto di nuovo pronto a scendere in pista e a premere
forte sul gas. Questa pista è l’Italia di oggi, in cui malaffare, malapolitica, criminalità
organizzata e cani sciolti si contendono le spoglie del nostro paese, senza pietà e senza la
minima intenzione di escludere qualche mezzo. Ciò che sorprende è, anche qui, la sobrietà
del racconto. In pochi tratti, chirurgicamente precisi e intensamente efficaci, si delineano
situazioni, intrecci e campi d’azione per cui, uno scrittore “normale”, avrebbe bisogno di
duecento pagine, lasciando sulla carta non il disegno del tutto ma la pista cifrata con cui
ricostruirlo senza trascurarne neppure un particolare. Sì, Carlotto scrive così, non indugia
in nulla. Rilascia quel che è necessario a capire, a costruirsi la realtà che lui stesso ha
immaginato ma senza essere mai ridondante o didascalico, sia per ciò che riguarda ogni
personaggio che la trama. Come in ogni “noir” degno di questo nome, qui non ci sono buoni,
non c’è redenzione e non c’è lieto fine: nella vita il lieto fine non esiste. Questo Carlotto lo
sa, lo scrive benissimo e non potrebbe essere diversamente.

Questo non è un romanzo per palati fini, è un romanzo per palati forti, disposti ad assaporare
anche i gusti più estremi senza fare smorfie, godendone l’asprezza facendo della lettura
un’esperienza di vita propria. Come sempre accade quando si è di fronte ad un’opera d’arte
degna di questo nome.

Alla fine di un giorno noioso (Noir mediterraneo)

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Alla fine di un giorno noioso

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Commenti: 1

  • Antonia
    15 giugno 2011, 21:27

    Giorgio Pellegrini è un individuo assolutamente detestabile e violento. Quella violenza psicologica che, in quanto donna, mi fa provare molta rabbia e devo dire che questa volta Carlotto non ci ha risparmiato nulla. Il romanzo è denso di avvenimenti e procede a ritmo incalzante. In certi momenti sembra quasi che al lettore non voglia lasciare il tempo di "pensare". La storia raccontata da Carlotto ha dei personaggi che potrebbero far parte di una situazione reale come quelle che spesso leggiamo nella cronaca nera/giudiziaria di certe zone della nostra Penisola. Che dire? Massimo Carlotto è lo scrittore noir che maggiormente conosce il nord-est e quindi è giusto che racconti quella zona.
    Il taglio dei suoi romanzi mi piace, questo, durante la lettura, ti lascia con l’acqua alla gola, chi ama il genere noir non può fare a meno di leggerlo.

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