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Recensioni di libri

Aleph di Paulo Coelho

Bompiani, 2011 - E’ alla ricerca di una rinascita spirituale Paulo Coelho, scrittore più letto al mondo dopo William Shakespeare. Nel suo ultimo romanzo Aleph, Coelho racconta il proprio cammino verso se stesso riprendendo in mano un’idea già nettamente sviscerata nel suo bestseller l’Alchimista attraverso il personaggio di Santiago.

Sandra Martone
Sandra Martone Pubblicato il 28-09-2011

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Aleph

Aleph

  • Autore: Paulo Coelho
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Bompiani
  • Anno di pubblicazione: 2011

Meraviglioso e illuminante, Aleph ci invita a riflettere sul significato del nostro viaggio personale. Siamo davvero quello che vogliamo essere, facciamo davvero quello che vogliamo fare? Molti libri si leggono. Aleph si vive. ci presenta. "Aleph" è un romanzo che parla di come affrontare le proprie paure, credere nel proprio istinto e aprire la mente alle infinite strade che collegano tutti noi mentre affrontiamo insieme il viaggio della vita, pur seguendo percorsi diversi. (Note di copertina)

E’ alla ricerca di una rinascita spirituale Paulo Coelho, scrittore più letto al mondo dopo William Shakespeare. Nel suo ultimo romanzo Aleph (Bompiani, 2011), Coelho racconta il proprio cammino verso se stesso riprendendo in mano un’idea già nettamente sviscerata nel suo bestseller l’Alchimista attraverso il personaggio di Santiago.
Aleph come la raccolta di racconti filosofici di Jorge Luis Borges, Aleph come il numero zero, quello dal quale tutto inizia, ma dove anche tutto finisce.

E’ un diario di bordo la nuova opera di Coelho. Il racconto del suo giro promozionale avvenuto in Russia nel 2006, nato per porre fine ad un periodo grigio, dal quale nascono le descrizioni di scomodi mezzi di trasporto di treni visti come piccolissime scatole in cui la noia vince sempre e di sensazioni date dalla folla in adorazione. Un diario di bordo inizialmente molto lontano dallo stile dell’autore, che poi si fa riconoscere nell’incontro con Hilal, una violinista innamorata del suo scrivere e della sua persona, che si impone nelle ore dello scrittore attraverso lunghe passeggiate per i corridoi del treno e chiacchierate interminabili nella piazzola che diventa il punto zero, l’Aleph. E’ lì che tutto inizia e tutto finisce.
Nonostante l’invadenza e l’ostilità degli accompagnatori nei confronti della ragazza, l’autore brasiliano (che narra tutto in prima persona) non è infastidito dalla presenza di Hilal in quanto è convinto di averla incontrata in una vita precedente e di doverle chiedere perdono.

Dal punto di vista letterario, è interessante come Coelho riesca ad intersecare perfettamente il racconto della cruda realtà e il racconto di un’esperienza che sembra quasi essere un sogno.
Di fatto, il romanzo mi è risultato un’opera del tutto auto-celebrativa e forzatamente mistica, lì dove la mera realtà sarebbe bastata a dar vita a un eccellente racconto on the road.

Aleph

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Aleph

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Commenti: 2

  • Veronica Lisotti
    16 gennaio 2012, 10:40

    Il viaggio: metafora del vissuto passato, presente e futuro in cui ognuno di noi sperimenta sé stesso, le proprie contraddizioni, i propri piaceri, le proprie vite. E’ così che Paolo Coelho decide di affrontare la sua crisi mistica, attraverso un viaggio lungo la Transiberiana, in treno, per 9288 Km, vuole ritrovare il proprio io, la propria forza interiore. Un percorso organizzato per promuovere il suo nuovo libro che lo condurrà nell’Aleph, un luogo metafisico in cui rivivrà una delle sue vite passate. Non sarà solo, ad accompagnarlo ci saranno persone a lui vicine per motivi di lavoro come Yao, il suo interprete che lo condurrà attraverso il Cammino della Pace con la pratica dell’Aikido, un amico, una guida spirituale. Hilal, una giovane turca, incontrata nella sua vita passata, che lo amerà sino a perdere la sua precedente vita e con la quale esplorerà il suo passato. Tra loro un amore, per lei incondizionato, per l’autore un amore forte come un fiume, spirituale mai consumato, attraverso cui scoprire il perdono, il coraggio, la voglia di ricominciare. Nello spiazzo che divide un vagone del treno dall’altro con lei l’autore incontra il punto zero, quello che tutto unisce, che presenta ai lettori attraverso questo libro diario. Rivivrà la Spagna ai tempi dell’Inquisizione cinquecento anni prima, rifletterà sulla propria esistenza, sognerà rimanendo sempre sul filo del border line, fra realtà e immaginazione.

    “Non siamo quello che gli altri desideravano che fossimo. Siamo chi abbiamo deciso di essere.”: dalla crisi alla rinascita, passando per diverse vite, il viaggio diviene metafora di cambiamento per volgere la propria vita verso il meglio. Un libro che trasmette speranza, attraverso la reincarnazione Coelho si libera dei propri rimorsi e sceglie di riscrivere il proprio presente con un occhio al futuro.

  • Claudia
    9 novembre 2014, 11:31

    Sono d’accrodo con l’autrice della recensione: Coelho è uno dei miei autori preferiti, ma qui trovo che non si sia espresso al meglio come altrove. I concetti, bellissimi e profondi, avrebbero potuto essere raccontati in meno parole e con maggior efficacia. D’accordo che è un diario di bordo, ma sembra davvero più un testo scritto per sé che non per essere letto. Per non parlare del fatto che descrive esercizi di autoipnosi che qualcuno può aver voglia di sperimentare senza un’adeguata conoscenza degli stessi. Sì, lui alla fine avvisa che sarebbe pericoloso, ma si sa che troppe persone non hanno buon senso! E si sa anche che molti potrebbero non finire il libro e non leggere l’avviso!

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