

Ah! L’Italia
- Autore: Glauco Nuzzi
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
A diciotto anni in Accademia Aeronautica, a trentatrè in Alitalia nei primi Settanta, sbatte la porta e se ne va dimissionario alla vigilia del 2000, a un anno appena dal pensionamento. Glauco Nuzzi, classe 1938, già tenente colonnello dell’Aviazione Militare e pilota di linea della Compagnia di bandiera, è franco e diretto. Quello che pensa dice, quello che ritiene fa, quello che è successo scrive. Ed ecco Ah! L’Italia, una sorta di autobiografia senza autocompiacimento, la storia critica di un trentennio di ali tricolori civili, alla fine del Novecento, pubblicata in prima edizione oltre sei anni fa da IBN Editore (Istituto Bibliografico Napoleone, Roma, 2018, 150 pagine), la più prestigiosa casa editrice italiana specializzata nella pubblicistica del settore aeronautico e storico militare.
Nuzzi è nato a Roma nel 1938. Dopo il liceo classico, ha frequentato il corso Rostro dell’Accademia Aeronautica di Nisidia (Napoli) e le scuole di volo di Lecce e Amendola (Foggia). Pilota militare presso la 46a Aerobrigata di Pisa, ha partecipato alle missioni ONU in Congo, assegnato poi al 103° Gruppo Cacciabombardieri di Treviso e allo Stato Maggiore, dopo la Scuola di Guerra. Lasciata l’AM e assunto dall’Alitalia, ha comandato per molti anni gli MD 80. Continua a volare come istruttore ed esaminatore in alcune scuole di volo civili. Ha pubblicato nel 2010 Sullandai e Centotreesimo, dove racconta le esperienze nella guerra civile congolese e presso il 103° Gruppo sui FIAT G-91, mentre in Quasi … manuale di volo (IBN, 2013) ha riversato una serie di suggerimenti per i piloti, giovani e non.
In questo quarto titolo sull’Alitalia, pubblicato cinque anni dopo, ce n’è per tutti e contro chiunque: politici, management aziendale, dirigenti, superiori, sindacalisti di categoria. L’autore, ora ben ultra ottantenne, non si è mai nascosto dietro un dito e non risparmia spunti polemici aggressivi nel denunciare senza riserve quello che non andava, ma si offre coraggiosamente alle risposte, alle osservazioni e alle repliche. Mirate al petto!
Noi passeggeri, che ormai saliamo sui jet più che sugli autobus, non sospettiamo minimamente quanto si legge in questo libro, quello che un ex comandante ci spiattella sul muso tra uno sfogo e l’altro, una specie d’imprecazione, una battuta salata e una tirata al veleno.
Non tutti gli aeroplani sono quel miracolo di perfezione che si crede: per farli salire, tenere su e scendere servono tanto mestiere e manico del pilota. E chi sapeva che istruttori ed esaminatori tagliano teste a simpatia di piloti in promozione, transizione o passaggio da un aeromobile a uno moderno? E che, a parere suo (motivato), il declino dell’Alitalia è cominciato quando dai fondatori è passata in mano ai politici?
Per non offendere nessuno e non spaventare i tanti utenti dei voli di linea, ci fermeremo alle prime pagine di questo testo pepato e a volte intinto nel curaro, dove si confronta il mondo militare con la compagnia civile, nel 1970 e su di lì. E dove si scopre che i neuroni informatici provocano decisamente più danni di quelli umani.
Il telegramma arrivato nel periodo di Natale segnò la fine di un incubo da vari mesi. Disoccupato a trentatré anni? Impensabile rientrare in Aeronautica. Corso Macchina per il Caravelle nei primi di gennaio. Al primo impatto, risaltò subito la differenza col mondo lasciato. Nei Gruppi AM, l’atmosfera era molto meno elegante, più spartana e familiare: battute, sfottò fra colleghi, barzellette, fino all’ordine di partenza che sparigliava la compagnia. Nei locali e negli uffici civili, invece, spiccava un senso di ricchezza, ma tutto era freddo, efficiente, formale, ordinato, con personale non in tenuta di volo e una considerevole presenza femminile a ingentilire l’ambiente.
Primo aereo su cui Nuzzi si è formato e ha fatto parte del personale in plancia è stato il francese Caravelle. Tanti pregi quanti difetti, un compendio del meglio e del peggio dell’aviazione, con alcune innovazioni geniali (comandi integralmente idraulici, nuovi strumenti di navigazione, cabina di pilotaggio ampia e comoda), accanto ad altre demenziali, da “famolo strano” e in fretta. Questo nuovo modello di aeromobile non brillava per velocità, la discesa andava pianificata accuratamente con molto anticipo, a scapito della percorrenza oraria della tratta. Se i passeggeri occupavano tutti i posti, non c’era modo di ospitare nella stiva i bagagli di tutti!
Due addii nella carriera aviatoria del Comandante Nuzzi. Nel complesso, l’ambiente non gli è stato mai del tutto congeniale, ma se ne assume la responsabilità: in Aeronautica Militare gli sembrava d’esserci nato e si sentiva in famiglia, nell’Alitalia si ritrovava aggiunto, applicato, non facente corpo con il tutto. Dice d’essere riuscito a integrarsi, tuttavia, superando qualche difficoltà iniziale, per quanto gli sembrasse di avere ancora le stellette da pilota militare. Novità gradevole: l’aspetto economico. Appena entrato, i primi stipendi erano già il doppio degli ultimi in AM e questo sicuramente risultava un progresso apprezzabile.
Poi, via anche dall’Alitalia. Lasciato il suo MD 80, è andato in pensione, ha sofferto la mancanza dell’equipaggio, dei rapporti umani che si creavano in ogni volo lavorando col secondo e gli assistenti, l’atmosfera di cordiale collaborazione che era riuscito a ottenere quasi sempre, l’impressione di sincero rispetto che la sua crue gli sapeva trasmettere.
Alla fine, il mio habitat naturale è fatto di hangar, manica a vento, una pista... aeroplani... e tanto cielo. E continuo a volare. Facendo acrobazie con il mio piccolo RV 7 autocostruito, torno ai bei tempi della gioventù, quando tutto sommato ero ancora pieno di speranze nel futuro e di fiducia nel mondo. E continuo a volare. Fino a quando potrò.

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