SoloLibri.net
  • News
    • News dal mondo dei libri
    • Ultime uscite in libreria
    • Concorsi e premi letterari
    • Fiere del libro e festival letterari
    • Dal libro al film
    • Ti presento i miei... libri
  • Recensioni
    • Recensioni di libri
    • Novità libri
    • Uno scrittore ci racconta un libro...
    • Indice libri - autori - editori
  • Rubriche
    • Approfondimenti
    • Libri da leggere e regalare
    • Storia della letteratura
    • Consigli per scrittori
    • Come si scrive?
    • Parole, proverbi e modi di dire
    • Aforismi e frasi celebri
    • Lavoro con i libri...
  • Speciale Scuola
    • News scuola
    • Esame di maturità
    • Università
  • Chi siamo
  • Collabora
    • Scrivi una recensione
    • Diventa un collaboratore
    • Scrittore? Promuoviti con noi

CONTINUA A SEGUIRCI

Facebook Twitter Instagra, Flipboard Google News RSS

Storia della letteratura

“Dolomiti”: la poesia di Antonia Pozzi dedicata all’anima delle montagne

Antonia Pozzi, la “poetessa tragica del Novecento”, scrisse questo componimento a soli diciassette anni in occasione della sua prima scalata. Dalle sue parole traspare tutto l'amore per la vette, la solitudine dell'ascensione e infine l'ebbrezza folle provata nel raggiungere la cima. Scopriamone testo e analisi.

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 06-07-2022
“Dolomiti”: la poesia di Antonia Pozzi dedicata all'anima delle montagne

Antonia Pozzi se ne andò nella neve in una mattina di inizio dicembre. Si distese nel bel manto candido e ingoiò una manciata di pasticche. Per il suo eterno riposo aveva scelto la neve come culla, lo stesso elemento che imbiancava le cime delle sue amate montagne in cui aveva intravisto, da viva, un presagio di salvezza.
Morì a soli ventisei anni la “più grande poetessa del nostro Novecento”, come l’aveva definita Eugenio Montale. Non aveva ancora pubblicato nulla in vita, solo disseminato la sua anima in una pluralità di versi, impressioni, fitte pagine di diario che ci svelano il suo sguardo curioso, malinconico, vorace che amava ogni cosa del mondo eppure da quel mondo si sentiva invincibilmente escluso.

Il proprio posto nel mondo Antonia Pozzi l’aveva trovato in cima alle sue montagne, nella solitudine inspiegabile delle vette che tendevano verso il cielo. Lì si sentiva a casa, come testimoniano i suoi diari: quei luoghi erano affini al suo paesaggio mentale. Tornando indietro nel tempo, prima della sua tragica fine, possiamo ritrovare una ragazza giovane e spensierata che scalava le cime dei monti e sorrideva, inebriata, una volta conquistata la vetta. In una lettera, datata agosto 1929, raccontava all’amata nonna Maria Gramignola la sua prima scalata. Sono parole che, se lette ad alta voce, sembrano una poesia e raccontano “l’ebbrezza folle” di un’esperienza indimenticabile. C’è anche l’ardore della giovinezza in queste frasi e la meraviglia piena di uno sguardo pronto a stupirsi per ogni cosa.

La montagna è una palestra insuperabile per l’anima e per il corpo. Nel salire, non si è che carne pieghevole e istinto felino aggrappati alla rupe pungente: a palmo a palmo, con l’arcuata tensione delle dita, con la piatta aderenza delle membra, si guadagna la roccia. E poi, in vetta, quando ti vedi intorno un anfiteatro di guglie e di ghiaccio, un’ebbrezza folle t’invade e l’adorazione selvaggia della tua fragilezza ardente che vince la materia. Eppure, là in alto, anche la materia, la colossale materia che ci attornia, non sembra inerte e ostile, ma viva ed amica.

Aveva soli diciassette anni Antonia, era già una poetessa senza saperlo. Il suo incontro rivelatorio con la montagna, che si trasfigura in luogo interiore e ideale, è racchiuso nella poesia Dolomiti.
La scrisse proprio a Madonna di Campiglio, in ricordo della sua prima scalata. Ne riportiamo testo e analisi.

Dolomiti di Antonia Pozzi: testo

Non monti, anime di monti sono
queste pallide guglie, irrigidite
in volontà d’ascesa. E noi strisciamo
sull’ignota fermezza: a palmo a palmo,
con l’arcuata tensione delle dita,
con la piatta aderenza delle membra,
guadagnamo la roccia; con la fame
dei predatori, issiamo sulla pietra
il nostro corpo molle; ebbri d’immenso,
inalberiamo sopra l’irta vetta
la nostra fragilezza ardente. In basso,
la roccia dura piange. Dalle nere,
profonde crepe, cola un freddo pianto
di gocce chiare: e subito sparisce
sotto i massi franati. Ma, lì intorno,
un azzurro fiorire di miosotidi
tradisce l’umidore ed un remoto
lamento s’ode, ch’è come il singhiozzo
rattenuto, incessante, della terra.

Dolomiti di Antonia Pozzi: analisi e commento

Amazon

Vedi su Amazon

Dolomiti è il racconto poetico di una scalata. Nella poesia la giovane Antonia ci restituisce il suo sguardo che stupito osserva i sentieri innevati e poi, più su, l’anfiteatro di guglie dei monti. Le montagne appaiono agli occhi della ragazza come un’immensa cattedrale costruita dalla natura, un regno di neve e ghiaccio che diventa emblema stesso della poesia.
Le montagne sono la rappresentazione della vastità del sentire umano, di quel contatto con l’infinito che Antonia anelava e costantemente ricercava attraverso la scrittura. Non a caso sin dall’incipit del componimento la poetessa specifica che non si tratta di monti, ma di “anime di monti” conferendo da subito alle montagne un connotato spirituale.

Prosegue poi descrivendo l’avventura dello scalatore, ma al plurale come se descrivesse l’impresa di una cordata oppure un sentire condiviso. Antonia racconta la fatica della scalata che si traduce in sofferenza fisica, in dita piegate ad avvinghiare la roccia, nel corpo che molle si piega sotto la pressione e lo sforzo. Ma gli scalatori proseguono la loro avventura spinti dal desiderio di immenso che li travolge come l’ebbrezza di un ubriaco. Alle loro spalle la roccia sembra franare e piangere mentre si sgretola e muore. Antonia Pozzi percepisce la montagna come un organismo vivente che soffre e piange, percependo gli scalatori come degli usurpatori che la violentano.
Mentre lo sguardo si dischiude allo splendore della vetta e all’azzurra distesa di nontiscordardimé, si ode lontano il cupo lamento della terra. Raggiungere la cima produce un sentimento estatico, di adorazione folle e selvaggia: Antonia percepisce la propria fragilità umana a contatto con la materia immortale, granitica delle rocce che d’improvviso non le sono più ostili e le diventano amiche.

La visione di Antonia si fa trascendente: il profondo sentire della poetessa le fa percepire il dolore della montagna, il suo pianto che non si vede. C’era un insegnamento prezioso racchiuso tra quelle rocce che Antonia Pozzi trascrive in una lettera all’amica Elvira:

Che la montagna è la prima che ci insegna a durare, nonostante gli squarci e gli strazi.

La montagna nella poesia di Antonia Pozzi diventa un riflesso dell’anima, di quella “volontà d’ascesa” che febbrilmente la animava. Rappresentavano il punto di contatto con l’infinito, l’approdo estremo del viandante solitario o dell’alpinista temerario.
In essa è racchiuso il sogno cantato in poesia da Antonia, il desiderio di liberarsi dagli impacci e dai limiti di un corpo che diventava prigione di uno spirito infinito. Come scrisse: “Oggi mi inarco nuda nel nitore”. In quel candore si sarebbe smarrita con il suo canto d’addio. Lei che in fondo era stata la poetessa della neve, alla neve sarebbe tornata con passi lievi smarriti nel sogno.

Proprio a Pasturo, sulle sue amate montagne, Antonia Pozzi è stata sepolta come a suggellare un legame eterno. La poetessa aveva fatto dei monti l’emblema della sua ricerca interiore - la scalata della vetta divenne metafora di vita - una ricerca estrema che infine coincise con l’annullamento.

leggi anche

“Acqua alpina”: l’inno alla gioia di Antonia Pozzi

leggi anche

“Sera d’aprile” di Antonia Pozzi: testo e analisi della poesia

Facebook
Twitter
Linkedin
Flipboard
Whats app
email

© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Dolomiti”: la poesia di Antonia Pozzi dedicata all’anima delle montagne

Naviga per parole chiave

Approfondimenti su libri... e non solo News Libri Storia della letteratura Poesia Antonia Pozzi

Lascia il tuo commento

Segui Sololibri sui social

Facebook Twitter Instagram Flipboard Google News Youtube

Segui Sololibri sui social

Facebook Google News Instagram Twitter Youtube Flipboard

Tutte le Recensioni e le novità dal mondo dei libri nella tua casella email!

ISCRIVITI SUBITO
Ami leggere?

Seguici, commenta le recensioni e consiglia i libri migliori da leggere

Novità libri

Scrivi una recensione

Diventa un collaboratore

Sei uno scrittore?

Segui i nostri consigli e promuovi il tuo libro gratis con Sololibri.net

Consigli per scrittori

Ti presento i miei... libri

Uno scrittore ci racconta un libro

Link utili

Informazioni generali

Condizioni di pubblicazione

Privacy

Preferenze pubblicità

Chi siamo

Segui Sololibri sui social

Pagina Facebook Profilo Twitter Profilo Instagram Flipboard Google News Youtube Telegram RSS

Sololibri.net / New Com Web srls
C.F./P.Iva 13586351002