In giornate come queste, in cui siamo costretti a stare tutti in casa, una delle cose da fare è quella di tirar fuori dalla nostra biblioteca I Promessi sposi, il capolavoro di Alessandro Manzoni.
Saremo piacevolmente sorpresi di riscoprire la storia dei celebri Promessi sposi e, perché no, soffermarci sulle pagine in cui l’autore parla della peste a Milano. Proprio la parola ‘peste’ ha circolato anche in questi giorni, caricando di ulteriore drammaticità quanto sta accadendo.
Scopriremo come il Manzoni abbia saputo discettare con vena illuministica sugli errori e l’insipienza umana non rinunciando al
“risentimento ora perplesso e dolente ora sdegnato e fiero di chi contempla e ripercorre il processo degli avvenimenti, e narra e giudica”.
Consapevole che il tomo di ben 38 capitoli possa risultare indigesto, specie a chi vi si approccia per la prima volta (ve ne sono ancora?), vi suggerisco un libretto da me utilizzato quando insegnavo alla scuola media in cui del testo viene proposto circa la metà:
“tralasciando le pagine più dichiaratamente storico-erudite, nonché alcuni episodi che non diremo non essenziali (in un capolavoro tutto è essenziale), ma in qualche modo periferiche rispetto alla linea romanzesca della vicenda dei promessi sposi”.
Trovate ancora e a pochi euro su internet il libro I promessi sposi a cura di Geno Pampaloni (Istituto Geografico De Agostini).
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Quarantena: riscopriamo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni
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