Dal 16 settembre al 1° novembre 2022 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma è in mostra La memoria delle stazioni, un progetto curato dalla nuova presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, che mira a fondere scrittura, memoria storica, linguaggio audiovisivo e arte fotografica in una combinazione originale e unica.
Fotografie in bianco e nero che ritraggono un’Italia ormai scomparsa, accompagnate dalle evocative descrizioni di otto grandi scrittori.
Otto scrittori per otto stazioni italiane
La vita di un intero Paese viene raccontata attraverso le sue stazioni. Rivive così l’Italia dagli anni Trenta sino ad oggi con i suoi personaggi, i protagonisti e le comparse, le grandi imprese e le catastrofi.
I documenti e le immagini di repertorio fornite dall’Archivio Luce si affiancano ai testi scritti da grandi autori del panorama nazionale. Otto scrittori raccontano otto stazioni, attraversando la penisola da Nord a Sud con il loro personalissimo sguardo che combina storicità e memoria privata in una visione suggestiva:
- Mauro Covacich descrive la stazione di Trieste,
- Gaia Manzini la stazione Milano Centrale;
- Tiziano Scarpa Venezia Santa Lucia;
- Enrico Brizzi Bologna Centrale;
- Sandro Veronesi racconta Santa Maria Novella;
- Melania G. Mazzucco Roma Termini;
- Valeria Parrella Napoli Centrale;
- Nadia Terranova la stazione di Messina.
Le stazioni rappresentano un punto nevralgico: arrivi, partenze, addii e ritorni, sogni e nuove mete. Quanti storie raccolte in un unico luogo dove si concentra l’atmosfera sospesa dell’attesa e, al contempo, la frenesia tumultuosa del viaggio. Chiunque vaghi alla ricerca di una storia può semplicemente fermarsi alla pensilina di una stazione e restare ad osservare uno scenario in continuo mutamento. È la vita, che scorre veloce e poi di nuovo lenta, con le sue soste, le sue fermate e le successive ripartenze, come un treno a vapore.
La memoria delle stazioni: gli scatti in bianco e nero
Le immagini ritratte nella mostra La memoria delle stazioni si rendono testimoni proprio di questa inafferrabilità del tempo: alcune fotografie sono sfocate perché ritraggono i viaggiatori in continuo movimento, sicché le sagome non si distinguono bene e sembrano quasi fuoriuscire dal ritratto. Molte foto di repertorio erano scatti amatoriali, immortalati da semplici operai incaricati di aggiornare l’archivio a scopo documentario. Eppure attraverso questi ritratti anonimi, in bianco e nero, vediamo sfilare la storia: immagine dopo immagine assistiamo a un’Italia che cambia volto. Come una fenice risorge dalle macerie della guerra e si avvia a grandi passi verso il boom economico. Si modificano le mode, i costumi, le architetture, le pose. Ecco che c’è il Mahatma Gandhi avvolto nel suo bianco khadi che cammina seguito dalla scorta. E subito dopo vediamo Alfred Hitchcock su una carrozzella e poi, volta la carta, e appare anche Orson Welles con in braccio il suo cagnolino. Negli anni Settanta nella stazione di Venezia Luchino Visconti si prepara a girare il suo capolavoro, Morte a Venezia, tratto dal romanzo di Thomas Mann. La stazione stessa diventa sfondo, ambientazione, opera di cinema: è un palco reale e immaginario dove si combinano arte e vita vera.
Grandi personaggi sono affiancati da piccoli protagonisti anonimi, vite minuscole eppure così uniche, che camminano appaiate lungo l’immenso scenario della Storia. Allora lo sguardo dello spettatore può soffermarsi affascinato una madre che legge il giornale mentre le figlie le saltellano intorno per gioco; oppure sulla coppia che chiacchiera seduta in attesa su una panchina; o ancora, sulle anziane signore che sollevano i bagagli aiutandosi a vicenda e sembrano sospirare, persino attraverso la lucida superficie della pellicola, dalla fatica. Impossibile non immaginare parole, pensieri e desideri di queste sagome sbiadite, sfuggenti; tutti viaggiatori in corsa intenti ad attraversare il grande palcoscenico della vita.
La memoria delle stazioni: le fotografie di Anna Di Prospero
Gli scatti in bianco e nero forniti dall’Archivio Luce sono affiancati dalle opere di una giovane fotografa contemporanea, Anna Di Prospero. Le foto di Anna Di Prospero forniscono allo spettatore una nuova rilettura delle stazioni attraverso un punto di vista femminile. Sono scatti vividi, colorati, pieni di luce, ritraggono una giovane donna vestita di rosso che sembra incarnare l’anima delle stazioni o, forse, la memoria del tempo che fugge.
La memoria delle stazioni: il catalogo della mostra con i contributi degli scrittori
Le immagini della mostra sono arricchite dalle parole e dalle narrazioni di grandi scrittori contemporanei. Ciascuno racconta la propria storia:
- Mauro Covacich ci parla delle “persone che sparivano per sempre” dai treni in partenza alla stazione di Trieste;
- Tiziano Scarpa ricorda la madre che, da ragazza, lavorava nell’elegante bar della stazione veneziana.
- Gaia Manzini ci restituisce il ritratto di un giovane Luciano Bianciardi che giungeva a Milano pieno di speranze;
- Enrico Brizzi ripercorre quel drammatico 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna Centrale;
- Valeria Parrella descrive la stazione di Napoli da dove si vede il Vesuvio in lontananza;
- Sandro Veronesi ci incanta con l’orologio unico di Santa Maria Novella;
- Melania G. Mazzucco ci trascina nella memoria familiare ricordando la “Befana dei Ferrovieri” che portava in dono regali;
- Nadia Terranova racconta alla figlia la favola della stazione di Messina da cui i treni partono “per non andare da nessuna parte”.
La memoria delle stazioni ci regala un intrico di storie che si susseguono all’infinito proprio come i binari sulle rotaie. Di tutti questi racconti abbiamo soltanto un assaggio irresistibile, il testo integrale è contenuto nel catalogo della mostra edito da Marsilio Arte disponibile in vendita nella libreria Notebook dell’Auditorium.
La memoria delle stazioni. Ediz. italiana e inglese
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Dopo la prima tappa romana La memoria delle stazioni si prepara a viaggiare per il mondo. Il prossimo appuntamento sarà a Parigi, a metà gennaio, presso la Galleria “Paris Cinema Club”.
La memoria delle stazioni: orari e biglietti
I biglietti della mostra La memoria delle stazioni sono acquistabili online oppure direttamente presso la biglietteria dell’Auditorium.
- Intero: 8€
- Ridotto: 6€ per under 18 e over 70, insegnanti in attività (presentando un tesserino scolastico o una dichiarazione della scuola), gruppi convenzionati (Touring Club, FAI, scuole medie inferiori e superiori), forze dell’ordine in attività (presentando il tesserino)
- Gratis per i bambini sotto sei anni e per le persone con invalidità al 100% con accompagnatore.
La mostra è aperta tutti i giorni secondo i seguenti orari:
- Ore 15.00-21.00 dal lunedì al venerdì
- Ore 11.00-21.00 sabato, domenica, festivi (1 novembre) e durante tutto il Festival del Cinema (13-23 ottobre). Ultimo ingresso ore 20.00
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “La memoria delle stazioni”: in mostra a Roma le stazioni raccontate dagli scrittori italiani
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