Stasera su Rai 1 torna in prima serata Il Commissario Montalbano con l’episodio tratto dal romanzo di Camilleri Un covo di vipere, pubblicato nel mese di giugno 2013. Per festeggiare i vent’anni di successo televisivo Rai 1 ha pensato a “La primavera di Montalbano”, ovvero la trasmissione di dieci repliche in totale. La prima è stata La giostra degli scambi questo lunedì e stasera va in onda Un covo di vipere. Scopriamo insieme la trama de Il commissario Montalbano - Un covo di vipere, secondo dei dieci appuntamenti per festeggiare il successo delle storie di Salvo Montalbano interpretato da Luca Zingaretti.
“Un covo di vipere”: trama dell’episodio del commissario Montalbano
Come già accaduto lo spettatore si trova, all’inizio dell’episodio, nel sogno di Montalbano. Stavolta il commissario e Livia, la sua fidanzata, si trovano in una specie di Giardino dell’Eden che ricorda un quadro di Rousseau il Doganiere. Salvo si risveglia alle prime luci dell’alba vedendo il suo sogno interrotto non dalla solita chiamata di Catarella, la centralinista del commissariato di Vigata, ma dal cinguettio di un uccello, il canto di un usignolo. Al commissario sembra strano per il luogo e il tempo in cui si trova, per cui si alza con l’intenzione di vedere questo uccello solo per scoprire che non era un usignolo ma un barbone che fischiettava. Avvicinato da Montalbano quest’ultimo gli spiega, in perfetto italiano, che per ripararsi da un temporale della notte precedente si è riparato nella veranda del villino. Montalbano vorrebbe continuare a parlare con lo strano ma interessante individuo ma il dovere bussa alla sua porta: una chiamata di Cattarella lo informa che c’è stato un omicidio. La vittima questa volta è il ragionier Cosimo Barletta, morto per un colpo di rivoltella alla nuca. Il movente dell’omicidio non pare comprensibile: nella casa al mare del ragioniere dove è stato trovato il cadavere non ci sono segni di effrazione. Barletta è vedovo e padre di Giovanna e Arturo, un uomo benestante dalla vita - almeno in apparenza - tranquilla. Si scopre però un doppio fondo nel cassetto di una scrivania della casa che contengono prove di una personalità equivoca. I figli stessi affermano che il padre non era quell’uomo onesto che voleva apparire e sono sicuri che abbia lasciato un testamento, che risulta però scomparso. Nel climax delle indagini arriva Livia raccontando a Montalbano di conoscere Mario, quel vagabondo che fischiettava come un usignolo; la donna vorrebbe scoprire le ragioni che lo hanno spinto a vivere come un vagabondo emarginato. Entrambi i misteri verranno risolti ma Montalbano scoprirà una verità che probabilmente non avrebbe mai voluto sapere.
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